credimi

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Abbassa lo sguardo e si accorge di essere senza scarpe, i calzini bianchi da poco ritirati dallo stendino condiviso erano ormai probabilmente da buttare.

Un pensiero assurdo e davvero senza senso che gli passa per la testa in un momento come questo.

Niccolò ha svoltato l'angolo da minuti, o forse ore, e lui non è riuscito ancora a distogliere lo sguardo dal punto in cui l'ha visto sparire. 

Che cazzo era successo? 

Matteo era successo. E Niccolò aveva frainteso tutto. 

Ha creduto di vedere qualcosa che non c'è, che Martino non vuole ed è disposto a fare qualsiasi cosa per dimostrargli che non esiste nessuno al di fuori di lui, dal giorno in cui per la prima volta gli ha posato gli occhi addosso. 

"Sei ancora qua?" 

Il suo tono è sconfitto e vorrebbe che Matteo non fosse mai esistito perché è in grado di rovinare sempre tutto ciò che di bello c'è nella sua vita. 

Non glielo permetterà questa volta.

"Stai con quello?" 

"Quello.. si chiama Niccolò... e sì, sto con lui. Ora per favore, vai via e sparisci dalla mia vita." 

"Io sono tornato per te." 

"E io non ti voglio, hai rovinato tutto, di nuovo." 

Gli ha sbattuto la porta in faccia e ha ignorato l'incessante bussare al campanello finché non si è arreso ed è andato via. 

Spera che non tornerà più, mentre cerca di raggiungere Niccolò componendo il suo numero di telefono più volte di quanto riesca a contare, senza ricevere nessuna riposta. 

"Vallo a cerca’ Marti, che aspetti?" 

"No, Gio e se torna a casa e non mi trova? chissà che pensa poi, che me ne so andato col coglione... anzi fammi chiudere che magari chiama." 

Non chiama. 

Sono le undici passate e Martino è ancora seduto sul divano, a fissare la porta aspettando di sentire il tintinnio delle chiavi, con addosso i vestiti eleganti scelti apposta per far colpo su Niccolò, che aveva tanto insistito per portarlo a teatro a vedere quella commedia in lingua originale, su cui era riluttante e ora vorrebbe solo essere lì, a tenergli la mano nel mezzo dei sedili di stoffa rossa, sussurrando nel suo orecchio qualcosa di talmente stupido da farlo ridere fino ad essere ripreso dai vicini di posto spocchiosi, che non meritano certo di sentire la sua risata meravigliosa e per la quale Martino ha perso completamente la testa dal primo momento. 

A Niccolò : Ti prego torna a casa voglio spiegarti. 

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