La caverna pt.2

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Chapter Fifteen
"Will I die as the Hero or the Villain?"

Katherine stringeva forte il corpo del ragazzo e piangeva.

Si dava la colpa, era stata lei a parlargli degli Horcrux, era stata lei a volergli distruggere. Avrebbe dovuto essere lei a bere quel liquido maledetto.

Lei meritava di morire, ma lui no.

Sollevò velocemente la testa quando sentì il ragazzo muoversi debolmente.

Regulus prese un enorme respiro e aprì lentamente gli occhi.

Il cuore di Katherine si riempì di felicità, facendo cenno a Kreacher di avvicinarsi, mentre il giovane Black sorrideva debolmente, cercando di alzarsi.

"Sei stata incredibile" disse, posando le labbra su quelle di lei.

"Mi hai fatto spaventare" sussurò, prima di avvolgere le braccia al debole corpo del ragazzo.

Continuava a sbattere le palpebre, cercando di rimanere cosciente, mentre sentiva il veleno estendersi in tutto il suo corpo.

Cercò di parlare, ma Katherine lo bloccò.

"Risparmia le energie, presto saremo fuori da qui."

Il ragazzo annuì, lasciando un dolce bacio sulla testa di lei.

"Torneremo a casa insieme" aggiunse Katherine, chiudendo gli occhi per allontanare le lacrime che minacciavano di uscire.

"E questo sarà solo un lontano ricordo."

Regulus sorrise tristemente, nascondendo il viso nell'incavo del collo della ragazza, mentre inalava il suo profumo, cercando di non piangere.

Rimasero abbracciati per un po' e poi si alzarono lentamente. Il ragazzo mise un braccio intorno alla spalla di Katherine, aiutandosi a stare in piedi, cercando di appoggiare meno possibile il sul peso su di lei.

Katherine prese l'Horcrux,  mentre Regulus si toglieva un medaglione identico dalla tasca; lo diede a Kreacher, che lo mise immediatamente nel catino.

Il ragazzo era strano, fuori di sé, pallido e stremato. Ma Katherine pensò che fosse normale dopo tutto ciò che aveva passato.

Il giovane Black si portò una mano alla gola, tossendo ripetutamente.

"Ho sete" sussurrò piano, cadendo a terra, e iniziò a strisciare verso il lago.

Prima di bere, però, lanciò uno sguardo a Kreacher e annuì, come a dargli il consenso per qualcosa.

Katherine era confusa, continuava a guardare i due senza riuscire a capire cosa stesse succedendo.

"Cosa?" chiese, prima che la piccola mano dell'elfo le prendesse il polso.

"Va via Kreacher" sussurò debolmente il ragazzo. "Portala al sicuro e fa ciò che ho detto."

Katherine continuava a non capire, urlava il suo nome e cercava di liberarsi dalla presa dell'elfo.

"Sono innamorato di te" disse sorridendo lui, "signora Black".

"No, Reg! Me lo dirai quando sarà finito tutto, me l'hai promesso!"

La ragazza continuò ad urlare, implorando l'elfo di lasciarla andare.

"Ti amo, Katherine" urlò, cercando di sovrastare il dolore.

L'amava più di quanto avesse potuto immaginare e, anche se stava per morire, era grato all'universo per avergli concesso un amore così puro.

La guardò, speranzoso di sentirsi dire lo stesso.

"Per favore, non lasciarmi. Per favore" continuava ad urlare lei. "Non posso..non posso farcela senza di te. Per favore!"

"Va tutto bene, amore. Solo...lasciami andare"

"Ma io ti amo, Regulus"

Quelle parole le uscirono di getto, quasi senza che se ne rendesse conto, e allo stesso modo, raggiunsero il cuore del ragazzo.

Lei lo amava e, forse, era questo tutto ciò di cui aveva sempre avuto bisogno.

Le sorrise, guardando per un ultima volta l'amore della sua breve vita.

La vita che gli stava per essere tolta.

Il suo intero mondo stava finendo, ma l'unica cosa che gli importava era che lei fosse viva.

Si chinò sul lago, bevendo un sorso d'acqua e chiuse gli occhi, sapendo che avrebbe lasciato quel mondo in pace, perché lei sarebbe stata al sicuro.

Strinse ancora più forte gli occhi, quando sentì qualcosa afferrargli un braccio. L'ultima cosa che vide fu il volto di Sirius, 'mi dispiace, fratello' sussurrò.

Katherine cercò di liberarsi dalla presa di Kreacher, continuando ad urlare al ragazzo di non lasciarla. Ma rimase immobile, quando vide mani, mani morte, afferrare l'amore della sua vita e trascinarlo giù.

Le sembrò di essere tornata bambina; in quel momento, aveva di nuovo sei anni.

Ma a morire non erano i suoi genitori, bensì l'unica persona che avesse mai amato, dopo di loro.

E proprio come quel giorno, si sentì incapace di fare qualsiasi cosa, mentre la paura si aggrappava silenziosamente al suo cuore.

Non riuscì a muoversi, nè a piangere, quando gli unici suoni ad echeggiare nella caverna furono le urla strazianti di Regulus.

L'eco delle promesse che non avrebbero mai mantenuto.

Il futuro che non avrebbero mai avuto.

Spinse violentemente Kreacher, liberandosi dalla sua stretta, e si scagliò sul bordo della roccia, urlando il nome del ragazzo.

Solo in quel momento Katherine notò un esercito di morti che emergeva dall'acqua nera; uomini, donne e bambini con gli occhi vuoti e privi di vita stavano muovendosi verso la roccia.

"Petrificus Totalus!" urlò, indietreggiando mentre colpiva con forza la sua bacchetta in aria; tre o quattro di loro furono colpiti.

"Sectumsempra!" urlò ancora, ma benchè i tagli comparissero nella loro pelle bianca, non si fermarono. Continuavano a camminare insensibili, allungando le mani verso di lei.

Una mano bianca e viscida riuscì ad afferrarle le caviglie, facendola cadere violentemente a terra, cominciando a trascinarla nel lago.

Numerose braccia la tenevano giù nell'acqua; il suo corpo cercava disperatamente di risalire in superficie, alla ricerca di ossigeno.

Cercò di non chiudere gli occhi, spostando lo sguardo da una parte all'altra dell'acqua, mentre sentiva la vita abbandonarla lentamente, fin quando vide un altro corpo, poco distante da lei, galleggiare senza vita.

Il corpo di Regulus.

Un urlo muto fu quello che le uscì dalla bocca, mentre le sue lacrime si confondevano con l'acqua scura del lago.

Sentì il suo corpo indebolirsi e smettere di lottare.

Capì di star per morire, quando il suo corpo venne lasciato dagli inferi, ormai consapevoli che non sarebbe riuscita a risalire in superficie.

"Saremo di nuovo insieme" pensò, guardando un ultima volta il corpo morto di Regulus, prima di chiudere gli occhi, concedendosi alla morte.

Dopo pochi secondi, sentì delle piccole mani prenderle un polso e sollevarla dall'acqua.

Uno schiocco e tutto ciò che vide fu oscurità.
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