𝐬𝐦𝐚𝐥𝐥 𝐚𝐧𝐬𝐰𝐞𝐫𝐬, 23

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"stiles sicuro di star bene?" gli chiesi prima che ci andassimo a sedere con gli altri, "si... direi di sì" disse ripetendo quello che aveva detto anche poco prima, ma lo continuavo a vedere confuso e spaventato. "Scott mi ha detto cosa è successo a lezione del coach, stiles... mi stai preoccupando" gli risposi con un tono basso, "ei, no tranquilla. sono solo stanco tutto qua" disse facendomi un sorriso forzato.
ci andiamo a sedere assieme agli altri e io mi misi nel posto accanto a stiles che dall'altra parte aveva scott, di fronte avevo Lydia, vicino a lei Allison e Infine Isaac.

"d'accordo, che devono fare le persone che dopo un'esperienza simile alla morte hanno delle allucinazioni?" iniziò Scott dopo minuti di silenzio facendomi distrarre dal mio tema di letteratura, "...e non distinguono la realtà dall'irrealtà..." aggiunse Stiles, "...e vengono perseguitati da malvagi parenti morti" concluse allison. "devono farsi rinchiudere perché sono pazzi" disse mio fratello alzando lo sguardo dal suo quaderno, "ah, puoi cercare di essere d'aiuto per favore?" chiese stiles ad Isaac, "per metà della mia infanzia sono stato chiuso in un freezer. non sono abituato ad essere d'aiuto" disse mio fratello in risposta "hei, tiri sempre e fuori la stessa storia, tua sorella è più utile di te" gli disse di nuovo stiles mentre io mi sbattei una mano in fronte e Scott si appoggiava al tavolo esasperato. "si mi piace tanto raccontarla" concluse Isaac prima di venire interrotto da una ragazza dai tratti asiatici e i capelli lunghi e mossi che si avvicinò al nostro tavolo. "ciao, ciao. scusate io, non ho potuto fare a meno di ascoltare ciò che dicevate" iniziò mentre noi la guardavano perplessi. "e credo, di conoscere quello di cui parlate" continuò guardandoci tutti. "c'è una parola tibetana, la parola è Bardo. stato intermedio è la traduzione letterale. ah, lo stato intermedio tra la vita e la morte" spiegò. ,"mh, e tu come ti chiami?" chiesi io precedendo Lydia. "Kira" disse Scott facendo girare tutti nella sua direzione. "fa storia con noi." continuò lui spiegandosi. "ti riferisci al bardo nel, buddismo tibetano o indiano?" le chiese Lydia guardandola. Kira si sedette accanto a me costringendomi a scalare appena di posto e così facendo mi ritrovai attaccata a stiles. "io... in tutte e due credo. le cose che dicevate sono tutte, cose che appartengono al Bardo" le rispose lei. "si possono avere vari stadi di allucinazione, alcune cose le vedi altre le sentì. e puoi ricevere la visita di divinità incollerite" disse lei, rivolsi una veloce occhiata a stiles e lui fece lo steso con me. "divinità incollerite, e che cosa... sarebbero?" chiese mio fratello, "diciamo demoni" disse Kira dopo averci riflettuto pochi secondi, "ah demoni" dissi io sconvolta, "certo perché no..." disse stiles ironico. "un attimo" iniziò Allison" se ci sono diversi stadi graduali, qual è l'ultimo?" chiese "la morte, si muore" rispose Kira dopo una scrollata di spalle. "la morte..." dissi in un sussurro prendendo quasi automaticamente la mano di Stiles che non perse tempo a stringere assieme alla sua.

"dopo andiamo da Deaton okey? ora va a lezione, ci vediamo dopo scuola" disse stiles quando tutti si furono alzati dal tavolo, "okey" dissi annuendo, gli posai un bacio sulla guancia e poi, come fece anche lui, andai in classe.

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..."sembra che il vostro subconscio stia cercando di comunicare con voi" iniziò Deaton dopo avergli spiegato un po' la situazione. "e come faccio a dire al mio subconscio di usare un linguaggio che conosco?" chiese stiles, "ti ricordi la sequenza del linguaggio dei segni? i movimenti e la posizione delle mani" chiese Deaton "conosci quel linguaggio?" gli chiese scott. "si un pochino" replicò il veterinario per poi riportare la sua attenzione su stiles "fammi fare una prova" disse. "bene, il primo segno, era così" face un segno con le mani e il druido lo tradusse con 'quando' "e poi così due volte" disse facendo un'altro segno che si rivelò significare Porta, "e in mezzo c'era questo" disse mettendosi il pollice sotto al mento e tirandolo via portandolo in avanti. "tutto qui?" chiese il dottore "si" disse piano stiles. "quando una porta non è una porta" disse completamente Deaton. "quando una porta non è una porta?" ripeté Stiles quasi incredulo da quello che significavano quei segni. "quando è accostata" risposi dopo averci ragionato pochi secondi guardando il veterinario. "state scherzando vero?" chiese Stiles con una punta di ironia "il mio subconscio fa gli indovinelli?" continuò. "non proprio" iniziò il veterinario in risposta,"quando voi siete stati sott'acqua. siete passati da uno stato di inconscienza a una sorta di super consapevolezza, in pratica era come aver aperto una porta nella vostra mente" continuò lui "si ma che vuol dire?" chiesi. "...che la porta è ancora aperta?" concluse la mia domanda Scott. "accostata" rispose ovvio Deaton, "una porta... nelle nostre menti..." concluse stiles. "vi avevo messo al corrente dei rischi" esclamò il druido "e che possiamo fare?" chiese Scott. "beh è un po'difficile rispondere..." iniziò Alan ma venne interrotto da Stiles, "no un attimo, so come dite voi, 'abbiamo capito esattamente che cosa non va ma non sappiamo come rimediare'" disse, sembrava stesse iniziando ad innervosirsi, "una cosa che ho capito, è che avere un'apertura nella propria mente, non va bene" rispose il druido mentre stiles lanciò un'occhiata a Scott e poi anche a me prendendomi poi velocemente la mano, "dovete chiudere quella porta, e dovete farlo il più in fretta possibile" concluse Deaton...

"ragazzi voi potete andare, io ho bisogno di parlare con Deaton" dissi dopo che li avevo accompagnati fino all'uscita, "no tranquilla, io ti aspetto. cioè ti aspettiamo, si noi, noi ti aspettiamo..." mi rispose stiles, gli feci un sorriso e rientrai poco dopo aver visto la macchina dello sceriffo parcheggiare accanto alla jeep di stiles.

"che mi succede?" chiesi senza tanti giri di parole dopo aver spiegato brevemente a Deaton il fatto di non avere praticamente più poteri. "mh sembra che i tuoi poteri siano stati bloccati" iniziò mentre sistemava un mobiletto, "in che senso bloccati?" chiesi non capendo. "devi riuscire a ricordare quello che ti è successo mentre eri via, mi hai detto di non ricordare nulla giusto?" continuò, "esatto, un giorno avevo i vari poteri, e la mattina dopo ero in un bosco, ero indebolita. ho provato correre, a sentire i rumore lontani, ma nulla. completamente spariti" continuai, "i tuoi occhi, li hai mai visti da quel giorno?" mi chiese e io scossi la testa annuendo, "me li puoi mostrare?" continuò e io annuì anche se non del tutto convinta. feci un bel respiro chiudendo gli occhi e quando li riaprii vidi deaton fare una faccia confusa, "che, che c'è?" chiesi. "non hai fatto nulla, nel senso, i tuoi occhi non sono cambiati. non si sono illuminati" continuò scrutandomi attentamente. "cosa?" dissi prendendo uno specchio per riuscire a guardarmi gli occhi, ma effettivamente questi non cambiarono. "che mi succede?" chiesi sul punto di piangere. "non ne ho idea, dobbiamo riuscire a rivedere quei ricordi. ci serve qualcuno in grado di farlo, serve..." iniziò lasciando poi la frase in sospeso, "...Peter, serve Peter" conclusi io sospirando...

𝗙𝗿𝗼𝗺 𝗮𝗳𝗮𝗿  ▸ 𝑇𝑒𝑒𝑛 𝑊𝑜𝑙𝑓Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora