MATER

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|HARRY|

2 settimane dopo

Oggi torniamo a scuola.
Sono finite le nostre vacanze ed ora ricomincia l'inferno.
La sveglia suona, rompendo il confortevole silenzio che circonda la notte.
- emhpf, amore spegni quell'aggeggio- mormora Lou stanco, mentre cerca di far cessare il rumore insopportabile.
Un paio di secondi dopo, mi decido ad allungare il braccio per schiacciare il bottone e finalmente la sveglia smette di suonare.
Ci alziamo lentamente, ci laviamo ed asciughiamo i capelli.
Proprio mentre ero intento a cercare una maglia decente, mi soffermo davanti alla mia figura riflessa nello specchio.
I ricci lungi, il corpo magro, ed un filo di pancia.
Sgranò gli occhi e mi giro di profilo, ed eccola, una piccola protuberanza in prossimità dell'ombelico.
-Lou!!Lou guarda la mia pancia!- grido felice, lui a sentire quelle parole corre verso di me e guarda il mio stomaco, poi alza il suo sguardo verso i miei occhi e mi sorride.
Entrambi abbiamo gli occhi lucidi dalla felicità, Louis si abbassa all'altezza del mio pancino e ci lascia un tenero bacio.
Io invece in quella che ora è diventata la parte preferita del mio corpo, poggio una mano lasciando tenere carezze.
-Farfallina si è fatto vedere- sussurro piano, quasi per paura di rovinare un momento tanto speciale.
-Aspetta un attimo! Dobbiamo immortalare io momento- dice Lou all'improvviso mentre esce di corsa fuori dalla stanza.
Torna con quello che sembra essere una scatola di colori ed una macchina fotografica.
-Questi sono trucchi di carnevale, quindi non faranno male alla pelle, disegnano il numero 10 (ovvero le settimane di gestazione) e poi con l'auto scatto facciamo una foto, che ne dici?- rompe il silenzio con fare entusiasta.
Ed io, trovando l'idea magnifica, decido di annuire.
Disegna il numero dieci sulla mia pancia, posiziona la fotocamera e velocemente si sistema dietro di me.

CLACK

Fotografia fatta!!!

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Alla fine abbiamo dovuto fare tutto di corsa, trovare una maglietta non troppo attillata, dei pantaloni che non mi stringessero la pancia ed una colazione ricca e sostanziosa.
Fortunatamente, però, siamo riusciti ad arrivare puntuali.
Entrato a scuola iniziano ad arrivarmi i primi sguardi disgustati.
Io cerco sempre di ignorarli ,ma purtroppo con la gravidanza sono diventato molto più sensibile, quindi poco tempo dopo mi ritrovo con gli occhi lucidi.
Il mio Lou, ovviamente, se ne è accorto subito ed ha provveduto a consolarmi.
Con il morale a terra e con una mano nella tasca della mia felpa, in modo da potermi toccare la pancia senza essere visto, ci incamminiamo verso gli armadietti.
-Amore passami i tuoi libri che li porto insieme ai miei- mi dice, ma mentre sto per passarglieli una mano il butta a terra.
-Ma ciao frocetto!! Non puoi portarti i libri da solo??- sbraita Nick, mentre scansa il mio ragazzo per pararmisi davanti.
Lo vedo caricare il colpo e d'istunto mi proteggo il ventre, aspetto con gli occhi chiusi che il pugno arrivi.
Sentendo un forte tonfo apro gli occhi giusto in tempo per vedere Lou che si scaglia contro il ragazzo.
Due cazzotti ed un calcio e Nick è a terra.
-Stai bene Haz?? Vuoi andare in infermeria??- chiede con cipiglio preoccupato Zayn, -non mi ha colpito, non ti preoccupare- rispondo mentre Lou si risistema.

Alla fine non è successo più niente.
L'ultima lezione della giornata è educazione fisica, e considerando la mia condizione, posso fare solo determinati esercizi.
I professori sono gli unici ad essere stati informati della gravidanza, quindi ora, sono in un angolo della palestra a fare un po' di allungamento, proprio come consigliato ieri dal ginecologo.
Essendo rotto l'ecografo non ho potuto vedere il mio bimbo, per questo, per precauzione tornerò allo studio medico oggi pomeriggio.
A distogliermi dai miei pensieri sono proprio degli schiamazzi.
Mi giro con poca discrezione e cerco di captarne la provenienza.
-Frocetto!!! Sei talmente debole che non puoi nemmeno fare educazione fisica??- grida uno dei ragazzi deridendomi,-State zitti!!- urla il professore.
Le risate scompaiono ed io torno tranquillo.
-Harry non ti preoccupare di ciò che dicono, i deboli sono loro, non tu.
Come state tu ed il bambino?? Tua madre mi ha detto qualcosa ma con lei non ho tanta confidenza da poter fare certe domande- dice il professore con tono basso, per non farsi sentire da orecchie indiscrete,- sto benissimo, grazie mille per l'interessamento- rispondo cordiale.

Finita l'ora torno a casa pronti per andare a fare quella che sarà una delle visite più importanti della mia vita.

SPERO CHE IL CAPITOLO CI SIA PIACIUTO!!!

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SERVA ME ET LIBERA  ME AD ARBITRIUM TUUM EST /larry/Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora