5.

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"Numero Otto, ho saputo dei tuoi bisticci" dice Reginald.
Allison mi guarda.
"Padre non lo faccio apposta"
"Se sei potente così come credo, devo farti questo test e poi dopo potrai continuare ad allenarti" riferisce Reginald "i miei viaggi improvvisi sono stati per tuo frutto. Per capire come controllarvi tutti quanti. Dovevo sapere come rendervi prevedibili"

Mi indica una porta di acciaio.
"Entra dentro e numero Cinque ti aiuterà a controllare i poteri"
Entro dentro.
È buio. Non vedo niente.
Appare una luce.
Cinque è davanti a me.
Mi sento confusa.
La testa mi fa male.
Sto per cadere e le gambe mi cedono.
Forse questo è il test. Non lo avrei mai superato.

Cinque si avvicina velocemente a me e mi afferra.
"Otto" bisbiglia. "Ehi Otto, dai che ce la fai"
"Certo che ce la faccio, non sono come te che mi arrendo subito" rido.
"Ah, vuoi discutere proprio ora eh? Sono io che ti devo aiutare per controllare i tuoi poteri. Posso anche decidere di non farlo più e papà te li toglierà forse"
Che imbecille che è.
"Che stronzo che sei Cinque"
"Lo so" mi sorride.
"Devi soltanto stare in piedi e farti trascinare dal dolore, così riuscirai a controllarti. Sennò ti farai più del male" mi dice.
Mi prende e mi tira su da terra.
Mi tiene per i fianchi per non farmi cadere.
Non so cosa mi prende in quel momento ma non ho il coraggio di guardarlo negli occhi.
"Potresti evitare di toccarmi?"
"Ti sto solo aiutando stronza" ride.
"Ah, è così che funziona adesso. Ti faccio vedere che non mi serve il tuo aiuto"
Mi stacco da lui e sto per poco in piedi.
Cado addosso a Cinque che mi prende e mi stringe a se.
"Tu hai bisogno di me" mi bisbiglia all'orecchio.
Tremo tutta.
Non so neanche il motivo.

"Cinque, è impossibile lasciarsi andare al dolore" piango. "Fa male"
Cinque mi stringe la mano.
"Pensa a qualcosa, a qualcuno. Vedi quel vaso? Colpiscilo. Ma non con le mani, con i poteri"
Non so a cosa pensare.
Illuminazione: Ben.
Potevo pensare a Ben e quando giochiamo. Oppure a Vanya.
Non succedeva niente.
Sentivo ancora quel fastidioso dolore.

Pensavo che...
Forse posso pensare a lui.
A Cinque.
Mi sembra così stupido ma appena penso a lui e a come mi sono sentita quando mi messo la coperta sulle spalle oppure quando mi ha stretta a se, il dolore passa.

Mi concentro sul vaso.
Il pizzicorio riaffiora e il vaso viene scaraventato contro la parete di acciaio.
Ero stata io.

La luce si spenge.

Cinque esce dalla cella ed io lo seguo.
"Ragazzi, devo congratularmi. Con un po' di tempo numero Otto saprai controllarti" dice Reginald soddisfatto.
Cinque mi guarda e mi sorride.
Ma si gira subito e va via.
Che ragazzo impertinente.
Alcune volte fa il dolce e il simpatico ma dopo ti viene voglia di picchiarlo da quanto è stronzo.
Ben si avvicina.
"Otto sei stata bravissima" sorride.
"Grazie Ben"
"Ora andiamo a giocare vero?" domanda Vanya.
"Ovvio" rido.

Ogni volta che guardo Cinque mi sento strana.
Non è quella sensazione che ho quando sono incazzata con lui ma-
No forse non è niente.
Spero.

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