8.

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Forse Cinque era geloso?
Di me e Ben?
Credo sia geloso del nostro rapporto come fratelli. Ma io voglio bene a tutti nello stesso modo, forse a Ben e Vanya un po' di più ma...

"Cinque!" urlo.
Lui tira dritto.
"Ehi nanerottolo" lo provoco. Sapevo che si sarebbe arrabbiato ma l'ho fatto lo stesso.
Si gira di scatto e si avvicina a me.
"Come mi hai chiamato"
"..."
"Niente risposta? Ottimo" dice con voce soddisfatta.
Se ne va via ma neanche il tempo di girarsi che dico "nanerottolo, ho detto nanerottolo"
Si ferma.
"È l'unico modo per fermarti nanerottolo" rido.
Scompare in un fascio di luce blu.
Poco dopo compare dietro di me e ci teletrasportiamo in camera di Cinque.
"Ora vomito" vado in bagno.
"Dai non esagerare" ride "Sei tu che mi hai chiamato in quel modo".
"Se non ti avessi chiamato in quel modo, tu non ti saresti girato. Sei testardo Cinque Hargreeves, il ragazzo più testardo che io abbia mai conosciuto" dico.
"Ed è per questo che sono il tuo maestro" ride.
"Non ridere e poi smettila di chiamarti maestro. Sei solo il mio partner" dico seccata.
Dio suona malissimo quello che ho appena detto.
Cinque mi guarda.
Non so che vuole.
La pancia inizia a farmi male, ma non quel male da cibo scaduto. Intendo quel male che ti fa sentire bene, come se fossi brilla. Sentivo il mio stomaco strano come sulle montagne russe.
Forse Cinque lo aveva capito, beh facevo una faccia strana quindi...

"Ehi che hai Otto" domanda.
"No niente"
Distolgo lo sguardo da Cinque.
Lui si avvicina sempre di più a me.
"Dai che c'è" domanda sempre più preoccupato.
"Non mi guardare in quella maniera Cinque"
"Ma io non ti guardo in nessuna maniera" ride.
Mi osserva preoccupato.
Si avvicina sempre di più.
Il mio stomaco mi fa male sempre di più.
Non so che fare.
"Ehi...Otto stai bene?"
"Si si, tutto ok"
Con la mano lo spingo via e vado in bagno.
Faccio finta di sentirmi male, così almeno se ne va via. Non so proprio come affrontare la situazione.
Mi accovaccio a terra piano piano.
Bussa alla porta Cinque.
-Non vuole proprio andare via eh- penso tra me e me.
"Otto stai bene? Mi fai paura" dice Cinque.
"Come fai ad avere paura? Non eri un blocco di ghiaccio stronzo" rido.
"Non hai risposto alla mia domanda" dice secco.
"Cinque, sto bene. Puoi andare pure via. Sei congedato nanerottolo" rido di nuovo.
Rido per non fargli capire che-
Cosa devo fargli capire?
Non so neanche io cosa provo.
Ho lo stomaco strano, di sicuro ho fame. Ho sempre fame.
No, non è questo..sono le farfalle.
Queste fottute farfalle nello stomaco.

"Mi dispiace ma devo entrare per vedere se stai bene" dice.
"NO"
Ormai è dentro il bagno.
Io seduta a terra con la testa tra le gambe accovacciata e lui invece in piedi distante da me che mi osserva.
"Non mi sento bene, tutto qui" dico a sotto voce.
"Non me lo potevi dire invece di raccontarmi bugie?"
"Ti saresti preoccupato oppure saresti andato via, come fai sempre" dico piano.
"Ti ho sentita" ride "Dai che c'è" domanda.
"La pancia mi fa male"
"Sarà la fame" dice Cinque ridendo.
"Non ridere. A te non fa male la pancia, sennò piangeresti invece che ridere" rispondo bruscamente.
"Giusto, ora mi metto a piangere con te"
"Io non sto piangendo per precisione"
"Certo certo..." ride.
"Non mi credi?"
"Te lo dico? No, non ti credo" risponde Cinque.
Mi alzo d'un colpo.
Lo guardo con tono di sfida.
"Mi vuoi sfidare Otto?" domanda Cinque.
"Si nanerottolo" rispondo.

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