18.

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Neanche il tempo di pensare che lo abbracciano tutti.
Sono l'unica che lo fissa.

"vieni andiamo via" mi dice Ben mentre mi prende per mano e mi porta in giardino.

Non è grande il posto, c'è un albero di ciliegio e qualche cespuglio qua e la ma a me piace.

Ci sediamo sul nostro solito muretto e guardiamo dall'altra parte la gente che passeggia.

"fa freddo idiota" ride.
"in effetti" ricambio la risata.
"chiedi a Cinque la felpa"
"anche no" e faccio un sorriso forzato.
"se non vuoi parlare di lui va bene" dice guardando la strada oltre il muretto "parliamo di qualcos'altro"
"veramente a me va bene anche parlare di lui"
Mi guarda sorpreso.

"senti, se non hai voglia di discutere con lui allora va bene"

Sorrido per fargli capire che sto bene.
Ma non sto bene.
E non mi importa.

pranzo

Alla fine pranziamo sul serio da famiglia felice.
Anche se la più felice evidentemente era la
mamma. Con quel sorriso finto, il vestito finto,
lo sguardo finto.
Avrei voluto conoscere mia madre.
Vorrei sapere perché mi ha abbandonata.
Perché ha accettato del denaro per uno scambio.
Uno scambio con una bambina.

Mamma perché.

"t/n"
"eh?"
"mangia"
"si"

No, non sto piangendo.
Credo di no.
E poi a tavola davanti a tutti.
Non sono il tipo.
Infatti non sto piangendo.

"finito!" urla nostro padre "allenamento immediatamente"
Lo guardo storta.
Ma come si fa.
Ho appena mangiato.

Luther evidentemente non la pensa come me infatti si alza e se ne va fuori nel campo.

"che palle. appena tornato devo allenarmi"
Wow Cinque che parla.
Non sentivo le sue adorabili lamentele da una vita.
"allora non allenarti" risponde con tono Diego.
Non ce la faccio, quando Diego risponde male mi fa sempre ridere.
Non so come mai ma questa parte di lui è esilarante.
Come non detto mi scappa una risata.
Ma giusto piccola piccola.

Ben evidentemente mi ha vista infatti si è dovuto alzare per andare in "bagno".

Una regola della casa tra noi ragazzi è -non far ridere Otto mentre si trova nella stessa stanza con Ben-

flashback

"..e la cosa buffa è che non aveva il bastone da passeggio" riferisce Vanya.
Siamo seduti tutti sul tappeto di fronte al divano e parliamo di cosa ci è successo questa settimana.
Non mi è successo nulla di entusiasmante però partecipo lo stesso.
"come?!" urlo.
"non ridere Otto ti prego" bisbiglia Alli.
"no no, volevo solo sapere come era...possiBiLE" ridacchio troppo forte.
Ben mi fissa con la faccia tutta rossa.
Si vede che sta aspettando che rida io.
Non ce la faccio.
AHAHAHHAHAHAH
"OTTO NO"
Ride anche Ben.
Ci sdraiamo a terra e mi batto la mano al petto per far segno a Ben di smettere di ridere sennò avrei continuato anche io.
Era una catena più o meno, se rido io ride lui e poi non si smette più.
Sapevo cosa sarebbe successo ma ne valeva la pena.
Come non detto, da Ben spuntano fuori tentacoli che colpiscono ovunque.
Si rompono vasi e finestre e pure il ritratto di papà sopra al camino.
Quello a cui tiene tanto.
Forse più di noi.

fine flashback

"ridi eh"
"un po"

Ci alziamo tutti e mi giro giusto per guardarmi intorno e incrocio il suo sguardo.
Perso nel nulla.
Era stanco.
L'Australia gli ha fatto male evidentemente.
Sembra abbia visto la morte in faccia.
Cazzo che esagerato.
Mi fa salire il nervoso alcune volte.

Non lo guardo più di tanto.
Mi giro, prendo il cronometro di papà e mi dirigo in giardino.

"padre" urlo.
Lui si gira.
"Otto"
"il cronometro era sul tavolo"
E glielo porgo.
Devo fare la perfetta figlia.
Boh non so perché, così perché non ho nulla da fare.
"Allenati"
Ed io che pensavo mi avrebbe fatto saltare l'allenamento. Che illusa.

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