10.

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Suona la sveglia, vorrei morire.
Sono le 6:00 di mattina.
Non ho voglia di allenarmi.
Ho solo voglia di dormire.

Entra Grace che spalanca le finestre e fa entrare la luce.
"Sveglia numero Otto, il sole è alto" dice sorridente.
"Ma come fa ad essere alto il sole se sono le sei di mattina"
Mi rigiro nelle coperte e chiudo gli occhi.
Sento Grace che se ne va via e chiude la porta.

In quel momento di pace ripenso al sogno che ho fatto questa notte.

Sogno

Cinque si avvicina a me.
"Dai alleniamoci" dico per poi allontanarmi.
"Certo"
Nonostante questo si avvicina ed io indietreggio fino a sbattere contro il muro.
Arrossisco subito.
"Hai visto questo posto?" mi chiede.
"Beh si, è casa nostra" rispondo perplessa.
"È bellissimo questo posto" dice Cinque.
"..."
"È bello come te, sei bellissima"

Fine sogno

Come fa Cinque ad essere così romantico.
Beh, non lo è. Questo era solo un sogno.

Mi alzo.
Ho fame, divorerei una persona da quanta fame ho.
Mi vesto con la divisa.
La nostra divisa comprende camicia, maglione, cravatta, pantaloncini e calzini. Per le scarpe potevamo metterci quelle che volevamo.
A noi femmine non occorreva metterci la gonnella. Potevamo metterci i pantaloncini.

Apro l'armadio ma solo dopo mi ricordo che i pantaloni li aveva presi Grace per lavarli.
Non ho la riserva dei pantaloni ma ho la gonnella.
Non voglio mettermi la gonnella.
Non me la sono mai messa e di sicuro non me la metterò oggi.
Piuttosto rimango in pigiama.

Bussa qualcuno.
"Entra" dico.
Entra Allison.
"Ehi Otto, noi ti stiamo aspettando" mi dice.
"Si arrivo"
"Otto io volevo chiederti scusa. Non ti considero mai in questo periodo" dice.
Quasi sta piangendo.
"Alli, non ti preoccupare" rispondo gentilmente.
"Ora abbiamo risolto vero?" domanda.
"Ma non c'era da risolvere niente.."
"Lui mi ha detto di sì, quasi quasi mi minacciava" dice a sotto voce Allison.
"Chi? Dimmelo"
"Nessuno, stavo scherzando" risponde ridendo.
Se ne va via.
Mi sto preoccupando.
Mi metto la gonna e scendo per colazione.

Entro nel salotto e conquisto lo sguardo dei maschi presenti tranne di Luther.

"La signorina ha la gonnella oggi eh" ride Klaus.
"Si signore, avevo i pantaloni a lavare"
"Secondo me stai meglio con la gonnella che con i pantaloni" dice Ben.
Rimango un po' offesa ma poi ci rido su.

Ci sediamo a tavola e facciamo colazione.
Ben questa volta si siede accanto a me e davanti ci sta Klaus.
Cinque è capotavola.

"Buongiorno ragazzi" dice Reginald "Oggi ci aspetta una giornata pesante, piena di allenamenti"
-Che giornata di merda allora- penso tra me e me.

Finita colazione esco fuori e mi preparo per l'allenamento.
Da lontano vedo Klaus che mi fa gesto di andare da lui.
Mi avvicino.
"Ehi Otto"
"Che fai Klaus, devi allenarti" dico rimproverandolo.
"L'ho trovata in un negozio quando ero in vacanza" ridacchia.
"Cosa?" domando curiosa.
Mi mostra delle pasticche.
Capisco subito di cosa si tratta.
Le butto a terra.
"MA SEI SCEMA O COSA" urla Klaus.
"Ho letto tanti libri sulle malattie da pasticche, queste fanno male. Klaus se ti azzardi a riprenderle giuro che ti picchio" gli dico.

Non sono dura con Klaus.
È solo che fa cose stupide che mi fanno arrabbiare. Tutto qui.
Ma in fondo gli voglio bene.

Calpesto le pasticche per sicurezza e poi dico "Se ne prendi una, è probabile che ti prenda un attacco epilettico e muoia oppure che tu vada in coma e poi muoia" dico seria.
Klaus mi guarda.
"Si si ok ok, non lo faccio più" ride.
"Fai bene" lo abbraccio.

Mi giro e vedo Vanya da sola.
Forse dovrei andare da lei.
Cammino in mezzo al campo fino ad arrivare alla sua postazione.
"Ehi Vanya, che fai"
"Ammiro i vostri poteri" risponde delusa.
"Anche se non hai i poteri puoi combattere"
"E in che modo? Voi avete i poteri ed io no"
"Non servono i poteri per tirare cazzotti" rido.
"Ma voi avete un vantaggio" dice sotto voce.
"Stai a vedere che non mi servono" le dico.
Vedo Ben e mi viene in mente una cosa.
"Ehi Ben, vieni qui" urlo.
Lui si avvicina.
"Combatti Ben" dico ridendo.
"Mettimi pure alla prova ma io sono pronto"
Iniziamo a tirarci calci e a sferrarci pugni nello stomaco. Non ci facevamo del male realmente ma recitavamo per convincere Vanya.
"Che ne pensi della mia vittoria Vanya?" dice ridendo Ben.
"Bravo Ben" risponde Vanya.
"Hai vinto soltanto perché te l'ho permesso, sennò avrei vinto io" rido.

Mi guardo attorno.
Cerco Cinque.
È da colazione che non lo vedo.
Forse ha già finito gli allenamenti.
Sarà meglio andarlo a cercare.

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