cap.3

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°·._.• ... •._.·° 


Buio, tutto buio. 

Non vedo nulla attorno a me. sento solo delle voci, il freddo e la durezza della superficie su cui sono appoggiata. Le voci si iniziano a fare sempre più vicine. Diversi minuti passano e sono ancora incapace di aprire gli occhi. L'unica cosa che riesco a fare è respirare, un respiro affannato, come se qualcosa mi premesse sul petto, una sensazione spiacevole. I minuti passano, sembrano ore. Mi sento come pietrificata, provo con tutte le forze che ad alzare anche solo la guancia dalla pietra fredda del pavimento, ma tutti i miei tentativi sono inefficaci.

"è la fine" penso, "non è che sono morta?" arrivo a domandarmi esasperata. Non è possibile, io Adeen, Anna Grindelwald non posso essere morta per mano di un gruppetto di stupidi Auror. Non dopo tutte le fatiche che ho passato in questi anni, non dopo tutte le sofferenze che ho provato, gli insulti che ho subito. . .

Il silenzio attorno a me cessa improvvisamente , venendo sostituito da un tintinnio di chiavi che sbattono tra di loro. Un rumore di passi si fa sempre più vicino, accompagnato dal respiro di una persona e dal ticchettare dell'orologio che probabilmente ha al polso. Man mano che si avvicina sento i battiti del mio cuore accelerare e il rumore del sangue pulsarmi nelle orecchie. I passi decisi di botto cessano, sostituiti da un rumore di ossa che scricchiolano e da una voce profonda che inizia a parlare.

"so che mi riesci a sentire ragazzina"  sento dire da una voce a me familiare, si tratta di uno degli auror che avevo alle calcagna "e so anche che non riesci a muoverti" continua poi. Come fa a saperlo, è stato forse lui a ridurmi in quelle condizioni?     

I miei pensieri vengono fermati dalla sua voce che riprende a parlare "non ti libererò adesso dall'incantesimo, mi potresti attaccare" ovviamente questo suo presentimento è vero, in questo momento la mia testa non riesce a pensare ad altro sennò dal difendermi e scappare via, poi continua "innanzitutto mi presento, sono Alastor, Malocchio Moody, ci siamo già incontrati qualche ora fa" ora come ora vorrei tanto aprire gli occhi per guardarlo in faccia, guardarlo per fargli capire tutto il disprezzo che provo nei suoi confronti, guardarlo per poi sputargli addosso parole acide delle quali forse non so neanche il significato, ma farei di tutto per fargli capire tutta la rabbia che provo. 

Malocchio emette un sospiro e poi mi promette un'accordo, lui mi libera, ma io non devo attaccare o scappare in nessun modo, minacciandomi poi di schiantarmi contro il muro. Ovviamente accetto e lui con un rapido gesto di bacchetta scioglie l'incantesimo. Le mie palpebre si aprono lentamente, non più abituate alla forte luce che proviene da una lampadina appesa al soffitto, la stanza in cui mi trovo sembra essere stata fatta con fretta, come se non si aspettassero una mia visita. Le pareti grigiastre rendono il tutto ancora più bui di quello che è, nonostante la luce artificiale che proviene da sopra la mia testa. Una brandina si fa largo sulla parete alle mie spalle, il materasso sopra di essa sarà spesso quattro centimetri. Ancora guardandomi attorno inizio a parlare "Glùck,dass ich die Verspechen bòsen Blick halte (fortunato che mantengo le promesse Malocchio)"  Malocchio mi guarda storto, innervosito dal non riuscire a capire quello che avevo detto "ragazzina vedi di parlare la nostra lingua" commenta innervosito. Mi domanda il mio nome "Adeen" gli rispondo incrociando finalmente il suo sguardo, Quando ritorno a guardare le pareti della cella il mio sguardo cade su una persona che si trova vicino alla porta metallica.                                                                            

"piacere, sono Fleamont Potter, ero anche io con Alastor ad inseguirti" disse con un sorriso vero accompagnato da una grattata dietro la nuca. Mi lasciarono per qualche minuto da sola e nel mentre continuai a guardarmi attorno, facendomi scappare un commento non molto carino "quel endroit putrid (che posto putrido)" Fleamont mi guardò male, forse capiva il francese, ma Malocchio sembrava non fregarsene nulla.



     °·._.• ... •._.·°             



Le ore passavano, ero da sola in quella cella, l'unica compagnia che avevo erano i miei pensieri, dopo un po' i due tornarono con delle manette e mi dissero di seguirli. Arriviamo in una stanza molto grande, una cattedra posta sulla parte sinistra e tutti spalti messi attorno pieni di persone. Lentamente mi incammino scortata da delle guardie e le mani legate dietro la schiena. Appena seduta e con le mani libere iniziano le domande.

"lei giura solennemente di dire la verità, la verità e nient'altro che la verità?"   
 
"giuro" dissi  guardando negli occhi l'uomo
                           
"nome?"  
   
"Adeen, Anna Grindelwald"

"luogo e data di nascita"

 "Norinberga in Germania il 26 gennaio 1943" dissi tentennando di più sulla mia data di nascita.

In quel momento diversi bisbigli arrivano alle mie spalle. La gente si domandava come fosse possibile

"questa cosa non è fisicamente possibile" disse il giudice infastidito pensando che fosse una bugia, allora gli spiegai la mia storia "a 2 anni mio padre per proteggermi dalla guerra mi scagliò un'incantesimo antico, rimasi addormentata fino al 1961, ma il mio corpo non crebbe come potete ben vedere"

Nella sala tutti bisbigliavano e ci vollero diverse martellate del giudice per far tornare il silenzio.

"d'accordo" disse mentre segnava delle cose su una pergamena, poi mi riguardò e il suo sguardo si fece molto più dolce di prima "Sie haben noch nie etwas falsch gemacht, Sie kònnen es auf ihrem Geicht sehen  (tu non hai mai fatto niente di male, te lo si legge in faccia )" mi parlò in tedesco.

"Was bringt zum Nachdenken? (cosa glielo fa pensare? )" gli chiesi alzando lo sguardo per incrociare i suoi occhi scuri 

"instinkt (istinto)" mi disse mentre mi guardava con un sopracciglio alzato e un sorrisino stampato sulle labbra, che poi si dissolse non appena incrociò di nuovo lo sguardo con i fogli che aveva avanti.                                                                                                                                                          

"mi dispiace però dirle che la simpatia che provo verso di lei non può essere utilizzata per proteggerla dalla legge" disse mentre posava i fogli dalle mani, per poi allungarsi verso il martelletto che si trovava sulla cattedra. Con gli occhi pieni di rimorso mi condannò al mio biglietto di sola andata verso Azkaban. Lì il mondo mi crollò addosso, sentivo gli occhi pizzicare e le mie orecchie erano pronte a sentire il colpo dovuto all'oggetto di legno al contatto con la superfice, ma questo non accadde, si sentiva solo il vociare delle persone, ma una voce in particolare mi fece  voltare velocemente. 

"obiezione vostro onore, avrei una proposta da farle, non vorrà mica mandare una giovane strega così intelligente in prigione, troviamo un accordo" vidi una persona che non mi sarei mai aspettata di trovare a difendermi Albus Silente.



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ciao ragazzuoliiiiii

scusate per l'assenza ma ero a corto di idee e i compiti e la scuola occupano molto tempo durante la giornata. Fatemi sapere se questo capitolo è stato di vostro gradimento, ci vediamo presto con il quarto.

cosa vorrà fare Silente alla nostra Adeen?

dove finirà la nostra protagonista?

per sapere la risposta a queste domande vi invito ad aspettare qualche giorno <3

xoxo Latitolare 


Aggiornato il 29/08/22

𝑳𝒂 𝒇𝒊𝒈𝒍𝒊𝒂 𝒅𝒆𝒍 𝒑𝒐𝒕𝒆𝒓𝒆Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora