Capitolo 106

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La mattina successiva, a scuola, Hinata si prese qualche secondo per distrarsi dall'argomento che stava spiegando la sua professoressa di matematica per osservare il corvino, seduto al banco accanto al suo.



Aveva un'espressione stranamente rilassata, il volto, solitamente corrucciato, era rivolto alla professoressa, dedicando la sua completa attenzione alla lezione di cui stava trattando ella durante quella mattinata, dato che Kageyama non spiccava particolarmente in quella materia.



Dava un'aria particolarmente serena, al contrario di come si era mostrato la sera precedente a casa di Shoyo, quasi come se tutto quel che era accaduto in realtà non fosse mai esistito.



In realtà, erano state proprio le parole dello stesso Shoyo ad averlo tranquillizzato così tanto e ad avergli permesso di poter seguire con calma le lezioni, quella mattina, senza tener la mente occupata da sensi di colpa e paranoie; di sicuro, per di più, suo nonno non avrebbe voluto vederlo in quel modo, di conseguenza preferiva impegnarsi a scuola e nella pallavolo che nel farsi interi film mentali.



Stava provando a guardare tutta la situazione che lo circondava e tutto ciò che gli accadeva da un'altra prospettiva, magari più positiva, magari più funzionale.



Anziché disperarsi per aver perso quel biglietto, decise che sarebbe stata una scelta migliore dare il meglio di sé in qualsiasi cosa facesse, così che suo nonno non avrebbe avuto nulla da ridire, mentre lo osservava dall'alto dei cieli.



L'amaro in bocca per non aver letto in tempo quella lettera rimaneva, e di certo non se ne sarebbe andato, ma dannarsi a vita non sarebbe servito a molto.



Hinata sospirò felicemente, sollevato nel veder il suo ragazzo sereno e non più turbato, posando gli avambracci sulla superficie liscia del banco e appollaiandovi la guancia sopra, continuando ad osservarlo, attento a non farsi scoprire né dalla docente, né dall'alzatore stesso.



Aveva sempre ritenuto Tobio un ragazzo molto attraente, ma quando non aveva il suo tipico acciglio sul volto, gli occhi assottigliati con il quale lo scrutava prima di fargli una ramanzina o insultarlo spudoratamente e la fronte corrugata in modo del tutto innaturale, Hinata doveva ammettere che era davvero molto bello.




Non riusciva a togliergli gli occhi di dosso, lo aveva sempre trovato affascinante, eppure in quel momento, più i suoi occhi ambra scrutavano il viso dell'altro che si alternava sia in direzione della docente, sia del quaderno dove stava scrivendo gli appunti della spiegazione, mentre i suoi occhi color mirtillo, colpiti dal riflesso dei leggeri raggi solari mattutini, analizzavano ciò che vi era scritto sulla lavagna per poi riportarlo su carta, portandosi l'estremità superiore della penna al labbro inferiore, mordicchiandola appena, più si rendeva conto di quanto fosse vero: era decisamente stupendo il suo ragazzo.



E più metabolizzava questa innegabile verità, più era conscio del fatto che quel ragazzo fosse il suo ragazzo, più gli era impossibile controllare quelle farfalle che sembravano svolazzare qua e là nel suo stomaco e frenare il sorriso che gli si andava a formare e ad espandersi maggiormente sul volto, costringendosi poi a seppellirlo fra gli avambracci per non insospettire l'insegnante, seppellendo anche l'estrema voglia di alzarsi dal suo posto e riempire di baci quel piccolo alzatore altezzoso.



Non appena la campanella che segnava la fine di tutte le lezioni di quella giornata risuonò tra le mura dell'Istituto Superiore Karasuno, il duo di bislacchi si precipitò all'esterno della struttura, pronti per ritornare alle loro case, o meglio, pronti ad avviarsi verso quella della famiglia dei Kageyama.



My Little Sunshine~ KageHina ||Completata||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora