Il rossiccio, dopo aver convinto il suo partner, lo aveva aiutato a raggiungere il tetto della casa.Hinata, sin da piccolo, amava arrampicarsi ovunque, e sapeva perfettamente come avrebbero potuto raggiungere il tetto.
Quindi era entrato nella camera del corvino attraverso la finestra, avevano parlato sottovoce per qualche minuto, provando a non farsi scoprire, e, alla fine, Shoyo ebbe la meglio su Tobio, il quale non riusciva proprio a dire di no al più basso.
"Non possiamo stare entrambi sul ramo, rischierebbe di spezzarsi, ma dato che tra noi due hai più forza tu, salirai prima tu e una volta sul tetto mi tirerai su" spiegò Hinata, seduto sul davanzale della finestra, le gambe sospese in aria che si muovevano allegramente come se non si trovasse a quasi 4 metri di altezza, con sotto di sé solamente un praticello ad attutire un'eventuale caduta, mentre un piccolo sorriso compariva sul volto quando la brezza fresca delle ultime settimane estive si infrangeva contro il suo viso.
Tobio aveva prontamente portato le sue braccia a cingere la vita del rossiccio da dietro, non volendo rischiare di vederlo volare dal primo piano di casa sua.
Okay che il motto della loro squadra era 'Volate', ma Kageyama non credeva fosse riferito a quel tipo di volo.
"Shoyo, sei completamente sicuro che sia una buona idea? Dovrei riuscire a tirarti su ed usare come appoggio il cornicione del tetto? Lo sai che ad un minimo sbilancio rischiamo di cadere e da quell'altezza potremmo anche spaccarci il cranio?" domandò con evidente titubanza nella voce, l'alzatore, il mento che sfiorava la spalla di Shoyo ed i suoi occhi blu intrisi di agitazione che ricercavano quelli ambra, nonostante questi ultimi fossero ancora puntati verso il cielo.
"Hai ragione Kags, non è pericoloso, è pericolosissimo. Però io non ho paura" dichiarò con sicurezza nella voce ed un ampio sorriso sul volto, Hinata, voltandosi verso il capo del corvino posato sulla sua spalla, i loro visi separati solamente da qualche insignificante centimetro.
"E allora? Io invece ho paura, non ci tengo a morire" alzò un sopracciglio, Tobio, con una nota di fastidio causata dal comportamento sconsiderato del più grande.
Shoyo chinò lievemente il capo, i ciuffi arancioni in cui si insinuava il vento, scuotendoli in un movimento delicato, e gli occhi indirizzati sotto di sé, proprio sul prato del giardino dei Kageyama.
Improvvisamente, nell'arco di un secondo, il centrale sollevò il viso bruscamente, puntandolo nella direzione del corvino accanto a sé.
"NON ME NE FREGA NULLA CHE HAI PAURA! IO SONO VENUTO FIN QUI ALLE 11 DI SERA, RISCHIANDO DI ESSERE INVESTITO, STUPRATO O UCCISO DA MIA MADRE! TU NON SAI QUANTI INFARTI HO RISCHIATO DI AVERE MENTRE CERCAVO DI NON FARMI VEDERE DA LEI! ED INOLTRE CHISSÀ COSA MI ASPETTERÀ NEI PROSSIMI GIORNI PER COLPA DI NATSU! E TUTTO QUESTO PER TE! QUINDI STA' ZITTO E MUOVI QUEL TUO BELLISSIMO CULO!" esclamò con voce flebile, ma vigorosa, Hinata, puntando con rabbia un dito contro il più alto e rinfacciandogli tutto ciò che aveva dovuto affrontare per arrivare fin lì.
A Tobio sarebbe particolarmente piaciuto replicare con un 'Nessuno ti ha chiesto di farlo', però si sarebbe mostrato fin troppo ingrato e crudele con il rossiccio che, a quanto pareva dal suo racconto, o meglio, dalle sue grida affievolite, aveva già avuto qualche imprevisto con la sorellina prima di raggiungere la dimora dei Kageyama; insomma, se lo avesse fatto arrabbiare anche lui, probabilmente, una volta saliti sul tetto, Hinata lo avrebbe spinto giù volutamente.
Di conseguenza si limitò a lasciarsi andare ad uno sbuffo frustrato che si espanse tra le quattro mura della sua camera, per poi alleviarsi fino a scomparire, ed accettare quella crudele realtà.
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My Little Sunshine~ KageHina ||Completata||
Fanfiction'Voglio assolutamente alzare a quelle schiacciate' si ritrovò a pensare, stupendosi poi di se stesso. In realtà c'era molto di più del semplice voler alzare a quel ragazzino. C'era un motivo più profondo se il cuore per un attimo si era fermato per...