Capitolo 145

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2 Febbraio

Tobio si trovava nell'enorme palestra che sia la sua squadra, sia le altre, avrebbero utilizzato durante la settimana del ritiro.



In quel momento i due campetti da pallavolo situati all'interno della struttura erano stati già occupati da altri giocatori e, dato che trovarsi ad un ritiro sportivo e starsene con le mani in mano o con il sedere ben piazzato sul parquet non rientrava assolutamente tra le sue intenzioni, soprattutto se era circondato da decine e decine di palloni a cui proprio non sapeva resistere, ne aveva afferrato uno ed aveva deciso di eseguire qualche palleggio per ingannare il tempo.



Inizialmente, in realtà, si era inoltrato con Nishinoya in qualche esercizio di ricezione, cercando di eseguire schiacciate e servizi tanto potenti quanto precisi, in modo tale da affinare sia la propria tecnica e sperare di poter competere con i servizi micidiali di Oikawa in una futura partita -in cui decisamente non aveva intenzione di uscirne un'altra volta sconfitto, soprattutto date le conseguenze che avevano susseguito la loro perdita contro il Seijoh- e da sviluppare e migliorare sempre di più la difesa del Karasuno, il cui perno era costituito da quel nanetto dal ciuffo biondo tanto basso quanto forte e risoluto.



Certe volte Kageyama si ritrovava ad essere sinceramente invidioso di Nishinoya: quest'ultimo, difatti, non peccava mai di sicurezza, anzi, era lui sempre il primo a conferirne una significativa porzione a tutti i suoi compagni di squadra nel momento del bisogno.



Aveva sempre trovato Yu un ragazzo sicuro di sé e delle proprie capacità e che, per tale motivo, non aveva mai e poi mai percepito il bisogno di sentirsi minacciato o intimorito dinanzi ad avversari appartenenti a dei colossi: riconosceva la sua forza e non si faceva abbattere da niente e nessuno, e Tobio poteva ammettere con molta fierezza di avere un senpai simile, lo stimava e lo ammirava per il suo spontaneo e genuino talento che dimostrava sia sul campo che fuori, nonostante spesso e volentieri si rivelasse un vero e proprio sempliciotto, ma andava bene così; d'altronde, nella squadra di pallavolo Karasuno, non vi era nemmeno un solo giocatore completamente normale e tranquillo, possedevano tutti quanti quel pizzico di follia che li rendeva gli stupidi corvi quali erano.



In quel momento Tobio era intento ad eseguire una serie di palleggi alti, il calore irradiato dai raggi solari delle undici del mattino di quella che si era rivelata una fantastica giornata soleggiata gli procurava un fastidioso ed opprimente sudore che andava ad imperlargli la fronte e portava i suoi vestiti ad incollarsi al suo corpo muscoloso, ma che di certo non avrebbe interrotto il suo allenamento.



Il rumore dei palloni che rimbalzano qua e là fischiavano nelle sue orecchie, i chiacchiericci dei vari giocatori riempivano la grossa palestra ed il contatto con l'oggetto sferico di cuoio che primeggiava sopra la chioma corvina di Kageyama in qualche modo lo rilassava e attenuava quel flusso interminabile di pensieri che martellavano nel suo cervello.



I palmi erano appena coperti da una patina lieve di polvere proveniente dal pallone che, per quante volte lo avessero pulito, finiva sempre per rotolare in ogni angolo della palestra e sporcarsi irrimediabilmente.



Il suo viso si sforzava per evitare di corrucciarsi in un grottesco acciglio pensieroso e, sebbene in parte ci fosse anche riuscito, non aggrottando le sopracciglia ed assumendo uno sguardo meno somigliante a quello di un mostro che intende sterminare la specie umana, le sue labbra arricciate esprimevano visibilmente e perfettamente che Kageyama fosse concentrato in particolar modo su qualcosa.



E di certo quel qualcosa non era la sequenza di palleggi che stava ormai eseguendo da più di cinque minuti interi, considerato che un alzatore con un talento simile al suo non necessitava di chissà quanta attenzione per un esercizio così semplice; qualcuno aveva notato questo dettaglio.



My Little Sunshine~ KageHina ||Completata||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora