Capitolo 41

4.1K 333 810
                                    


Shoyo, in seguito alla chiacchierata con il suo migliore amico, si era promesso che, la mattina seguente, a scuola, avrebbe parlato con Kageyama.



Quando si mise sotto le coperte -nonostante il caldo opprimente di giugno che era ormai alle porte, ma a parer suo era proprio quando, di notte, si abbassava la guarda che i mostri attaccavano, quindi sempre meglio prevenire- era particolarmente tranquillo, contento nel pensare che il giorno dopo, a quell'ora, sarebbe ritornato tutto come prima.



Era, ovviamente, un po' ansioso, ma soprattutto felice; con un piccolo sorriso si addormentò.



Però, non poteva di certo andare tutto bene.



Si era addormentato con così tanta tranquillità, a cuor leggero, che aveva deciso di bene di farsi una bella e duratura dormita.



Di conseguenza, si era svegliato tardi, non facendo caso alla sveglia e alle urla di sua madre.



In fretta e furia si diede una sciacquata e si vestì, senza nemmeno fare colazione -cosa che lo rendeva particolarmente irritato-.



Salì in sella alla sua bici, pedalando velocemente verso l'Istituto Superiore Karasuno.



"ASPETTATE!" urlò, suonando contemporaneamente il campanello della sua bici, vedendo un collaboratore della sua scuola chiudere i cancelli.



Fortunatamente l'uomo lo sentì, lasciando i cancelli aperti e facendolo passare.



"Grazie mille!" disse, continuando a pedalare verso lo spazio apposito per lasciare le bici.



Entrò velocemente nell'edificio, correndo più veloce che poteva verso la sua classe.



Arrivato fuori la porta, riprese un po' di fiato, dato che gli mancava per la corsa, per poi spalancarla ed entrare.



"Scusate il ritardo!" esclamò, per poi notare che il professore non era ancora arrivato, con in sottofondo il vociare dei suoi compagni.



"Ancora deve arrivare. Probabilmente è andato a prendere un caffè con la prof d'inglese" lo avvisò, un suo amico, vedendo la sua espressione confusa.



"Scusa, ma che ore sono?" domandò il rossiccio, inarcando un sopracciglio.



"Le 08.10" rispose il suo compagno di classe, guardando lo schermo del telefonino, per poi riporlo nello zaino.



'Pensavo di aver fatto più tardi. Fortuna che sono molto veloce' pensò, tirando un sospiro di sollievo e sedendosi al suo posto.



"Ciao" sentì dire, da una voce familiare.



Hinata si pietrificò, sbarrando gli occhi mentre deglutiva rumorosamente.



Si voltò lentamente verso il proprietario di quella voce, profonda e mascolina.



Quando incontrò quelle iridi simili a dei mirtilli, percepì il suo cuore saltare un battito.



Le sue labbra tremavano leggermente e, per l'imbarazzo, le sue gote si erano lievemente imporporate.



"C-ciao, Kage-" lo salutò, venendo sovrastato dalla voce del professore di letteratura giapponese che, alla buon ora, aveva deciso di fare la sua comparsa nella classe.



Hinata, durante quelle ore, si sentiva decisamente a disagio, sapendo che il corvino fosse accanto a lui e sentendosi osservato.



Insomma, dopo tutte le cose che si erano dette -e che soprattutto gli aveva urlato- si sentiva leggermente fuori posto lì, accanto all'alzatore.



My Little Sunshine~ KageHina ||Completata||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora