"Sì, Yamaguchi" sentenziò, il rossiccio, mentre camminava sul marciapiede, reggendo il telefono accanto all'orecchio.
Posato e piegato sull'avambraccio, Hinata trasportava il suo kimono per la città, recandosi verso la lavanderia di Miyagi.
Difatti, dopo il bagno serale durante il mercatino di Yokohama, si era seduto ingegnosamente sul suo kimono, rendendolo fradicio.
Inutile dire che dovette tornare a casa con la chiazza bagnata posizionata proprio dinanzi il suo ventre, donando un'impressione tutto fuorché veritiera ai passanti che lo osservavano durante la strada di ritorno.
Addirittura la signora Oikawa gli aveva proposto di indossare uno dei suoi kimono fatti a mano per tornare a casa, e che, per di più, glielo avrebbe regalato.
Ma decisamente preferiva dare l'idea di essere incontinente, che girare con quel kimono.
Aveva, quindi, preferito portare a lavare il kimono in lavanderia, che ottenere una ramanzina da Maya, la quale gli avrebbe rinfacciato per la milionesima volta la sua sbadataggine.
E proprio non sopportava che gli si venisse rinfacciato qualche suo difetto, tanto già sapeva di essere stupido.
"Allora ci vediamo domani a casa tua, così mi spieghi l'argomento che non ho capito" dichiarò, il centrale, facendo passare lo sguardo sulla vetrina di una panetteria, dalla quale fuoriusciva un profumino da acquolina in bocca di pane appena sfornato e che Hinata odorò con un'inspirata a pieni polmoni, inebriando il suo cervello e provocandogli un sorriso compiaciuto.
Shoyo terminò la chiamata, riponendo il suo telefono nella tasca dei pantaloni, per poi fermarsi sul posto ed alzare il capo, notando l'insegna color petrolio, ornata da una cornice ed una scritta di legno bianco, segno che fosse arrivato a destinazione.
Entrò nella lavanderia, facendosi strada verso le lavatrici ed occupandone una, dentro cui inserì il suo kimono, iniziando poi ad impostare ed azionare l'elettrodomestico.
Si sedette sulla panca posta di fronte la lavatrice, lasciando cadere le mani tra le sue ginocchia e sospirando con stanchezza.
Estrasse il suo telefono dalla tasca, scorrendo le notifiche dei messaggi.
Nulla di inconsueto o inusuale, una cinquantina di messaggi stupidi provenienti dai suoi senpai Tanaka e Nishinoya, probabilmente riguardanti qualche ragazza o videogioco.
Continuò a scorrere lo schermo con il dito, notando un messaggio da parte della madre che gli chiedeva di prendere del pane; ottimo, almeno aveva una scusa di cui usufruire per entrare in quella panetteria.
Notò poi un messaggio da parte di Sugawara, che gli ricordava che, il giorno dopo, gli allenamenti si sarebbero svolti un'ora prima del solito.
Ed infine i suoi occhi si posarono sul messaggio che recitava 'Come va? Tutto bene? Vuoi che ti accompagni in lavanderia?' inviatogli da Kageyama.
Ricordava infatti come, il pomeriggio precedente, si era lamentato per quasi un'ora di come si annoiasse di dover scendere per andare in una lavanderia e che quasi sembrava una casalinga disperata -e tale paragone quasi lo spaventava-, con in sottofondo dei risolini divertiti ed inteneriti da parte del suo ragazzo.
Eh già, il suo ragazzo.
Era così strano sentirsi rimbombare quella frase in mente, eppure gli pareva impossibile ed inimmaginabile il contrario.
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My Little Sunshine~ KageHina ||Completata||
Fanfic'Voglio assolutamente alzare a quelle schiacciate' si ritrovò a pensare, stupendosi poi di se stesso. In realtà c'era molto di più del semplice voler alzare a quel ragazzino. C'era un motivo più profondo se il cuore per un attimo si era fermato per...