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Agueda

Ma che diavolo mi era saltato in mente?

L'avevo baciata, si l'avevo fatto.

Non sapevo cosa mi fosse preso, ma in quel momento avevo perso il controllo e avevo premuto le mie labbra sulle sue. Non mi aspettavo che rispondesse al bacio, mi aveva baciata con la stessa passione e la stessa voglia che avevo anche io. Quella ragazza mi faceva perdere la testa ogni volta. Mi ero staccata dalla sua bocca e le avevo chiesto scusa per poi scapparmene come una codarda in bagno.

Ma perché doveva essere così maledettamente attraente?

Più passavano i giorni e più mi accorgevo di essere innamorata...

Ho detto innamorata?

No, no, no! Non potevo innamorarmi di quella stronza. Non potevo permettere questa cosa.

Dovevo fare qualcosa per dimenticarla, ma era difficile e molto. Nonostante il suo carattere di merda, il suo essere fredda e stronza, lei mi piaceva, la desideravo, ma dovevo smettere di avere quei pensieri su di lei, perché altrimenti sarebbe andata a finire male.

Mi aveva urlato contro solo perché avevo rotto una stupida tazzina, però poi aveva cercato di essere ''gentile " a modo suo quando mi aveva bendato la mano.

Mi trovavo ancora in bagno a ripensare alla grande cavolata che avevo fatto. Mi sciacquai il viso con l'acqua fredda, mi asciugai il viso e pensai a come uscire dal bagno facendo finta che non sia mai successo nulla.

"Principessina, esci da quel cazzo di bagno!" Urlò dall'altra  parte della porta.

Affrontala, Agueda! Non essere codarda.

Aprii la porta e mi ritrovai lei davanti a me che mi guardava, stava studiando il mio corpo, il mio viso. Solo poco dopo mi ricordai che ero ancora in intimo. Iniziai ad avere caldo e sentii il mio viso andare a fuoco.

Dovevo calmarmi!

Decisi di uscire dal bagno e allontanarmi da lei il prima possibile, ma all'improvviso mi sentii afferrare per un braccio e spingermi contro l'armadio freddo.

"Perché mi hai baciata?" Chiese avvicinandosi di più al mio viso.

"Ti ho chiesto scusa e..." Estella invece mi interruppe.

"Perché?!" Esclamò.

"Perché volevo baciarti, okay?" Risposi guardandola negli occhi.

Erano così azzurri e così belli...

Mi stavo graffiando un palmo con le unghie per l'agitazione, dato che non potevo farlo anche con l'altra mano essendo bendata.

"Smettila di torturati le mani, Agueda..." Sussurrò con quella voce eccitante.

Perché? Perché mi sentivo così quando era vicina a me, perché non riuscivo a parlare in sua presenza?

Lei sembrava sempre così sicura di sé stessa, sembrava avesse il controllo su tutto.

"E cos'altro avresti voluto fare?" Continuò ancora a torturarmi con quella voce.

Sarei svenuta se avesse continuato ancora con quel tono di voce.

Estella iniziò a lasciarmi dei piccoli baci sul collo, mi venne istintivamente chiudere le gambe, lei invece non me lo permise e mise la sua gamba tra le mie per separarle.

Estella ci sapeva fare, eccome se sapeva far impazzire una donna.

Mi sfiorò il seno e il ventre, mentre il mio corpo reagiva ad ogni suo tocco. La sua mano andò sul mio punto sensibile, mosse la mano sopra la stoffa delle mie mutandine ed io non riuscii a trattenere i gemiti.

Era tutto così bello finché...

"Qualsiasi cosa tu ti sia immaginata con me, toglitela subito dalla testa!" Sbottò all'improvviso.

"Si, hai capito bene, non voglio che mi pensi e che tremi dall'eccitazione per me, non sono quella giusta per te! Chiaro?" Ribadì ancora.

Non avevo parole!

Ci ero cascata di nuovo come una stupida.

Ma perché cadevo sempre nel suo gioco? Perché era sempre così diabolica e stronza con me?

"E ora copriti, i riscaldamenti sono spenti!" Continuò ancora.

Ero scioccata, delusa e arrabbiata perché per un attimo avevo creduto che potesse succedere qualcosa fra di noi. Dovevo arrendermi, Estella non era la ragazza giusta per me, non ero alla sua altezza, lei aveva bisogno di ragazze diverse, come Linda ad esempio e non una stupida ragazzina che l'aveva conosciuta mentre si voleva buttare giù da un ponte. Forse mi ero fatta troppi film su di lei e pensavo che tra di noi potesse esserci qualcosa, invece mi sbagliavo. Era tutto frutto della mia fantasia.

Non le dissi niente, Estella mi lanciò un ultimo sguardo e scomparse dalla stanza.

Sua nonna mi aveva detto di starle vicina, perché aveva solo bisogno d'aiuto, ma Estella rifiutava ogni mio aiuto e si comportava da stronza ogni volta.

Sentii le lacrime agli occhi, mi sentivo soffocare ormai in quella casa. Pronta e decisa mi vestii con dei jeans e una felpa pesante, presi il mio cellulare e decisi di lasciare la casa.

Avevo solo una certezza però, io ed Estella non ci saremmo più incontrate.

Continua...

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