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Agueda

"Devi ricordarti, cazzo!" Parlò la ragazza che mi aveva dato un passaggio.

"Ricordare cosa?" Chiesi confusa.

Questa ragazza si comportava come se mi conoscesse da sempre. Provai a guardarla un po' anche se mi imbarazzava, aveva lo sguardo di una dura, lo si vedeva dalle sue espressioni. I capelli corti mettevano in risalto i suoi occhi azzurri e...

"Questo posto non ti ricorda niente?" Continuò lei a insistere.

Secondo me, lei mi confondeva con qualcun'altro.

Cosa dovevo ricordare? Perché mi aveva portata in quel posto?

"Ti ho fatto avere un orgasmo in macchina, esattamente in questo parcheggio molti mesi fa." Sbottò all'improvviso. 

Cosa?

Stava scherzando!

"Ma come ti permetti di dire una cosa del genere? Tu sei pazza!" Esclamai furibonda.

"Agueda noi due ci conosciamo già, tu devi solo cercare di ricordare, ti prego. Quella ti sta usando." Continuò lei.

Era assurdo il suo discorso ed era assurda lei.

Arrabbiata, decisi di scendere da quella macchina e allontarmi al più presto da quella ragazza. Avevo iniziato ad avere paura, non stavo capendo più niente. Stavo camminando a passo spedito, quando poi la vidi arrivare verso di me. Iniziai a correre, ma dopo qualche metro finii a terra con un dolore alla caviglia.

"Ma si può sapere cosa diavolo ti è saltato in mente?'' Chiese arrabbiata mentre si inginocchiò per guardarmi la caviglia.

"Volevo scappare..." Riuscii a dire tremante.

Stella mi massaggiò delicatamente la caviglia, mentre io continuavo a fissarla e a chiedermi chi fosse realmente.

"Anche l'ultima volta sei scappata via da me e dopo non ti ho più rivista, fino ad oggi." Spiegò continuando a massaggiarmi la caviglia.

"Basta con queste storie, Stella..." Le dissi quasi supplicandola. Da quando  aveva iniziato a dirmi che noi due ci conoscevamo già, avevo iniziato ad avere mal di testa.

"Mi chiamo Estella! E fidati che dopo che ti sarà passata questa amnesia del cazzo, imparerai a dire il mio nome mentre sarò con la testa tra le tue gambe." Era così diretta, il suo modo di essere e di dire le cose mi piaceva, nonostante mi mettesse in imbarazzo.

Non sapevo se essere scioccata per la cosa che mi aveva appena detto o per il fatto che avevo sentito una strana sensazione nel mio basso ventre, mentre l'aveva detto.

Mi prese in braccio e mi portò alla macchina facendomi sedere sui sedili posteriori. Si mise alla guida ma la macchina non partì.

"Mi dispiace, ma temo che questa notte la passeremo qui." Disse con tono del tutto tranquillo.

Era uno scherzo, vero?

"È tutta colpa tua!" Esclamai ma lei mi fulminò con lo sguardo.

"È colpa mia, eh?" Si avvicinò pericolosamente a me.

"È colpa mia se tu hai perso la memoria, è colpa mia se tu ti fai usare da quella stronza? È colpa mia se penso al fatto che vorrei scoparti per farti ricordare chi sono?"

Estella prese una sigaretta e se la accese. La osservai mentre buttava fuori il fumo e poi i miei occhi si soffermarono sulle sue labbra. Lei se ne accorse, mi guardò per qualche secondo negli occhi e poi vidi che mi stava guardando le cosce, che erano più scoperte. Mi stava spogliando con gli occhi.

Poco dopo Estella si tolse la felpa verde della tuta e poi si tolse anche la maglietta rimanendo in reggiseno. Sgranai gli occhi sorpresa per la sua azione, poi invece la vidi strappare la maglietta e si avvicinò ancor di più a me.

Cosa voleva fare?

Mi prese la caviglia e la legò con la sua maglietta che aveva strappato. Avevo iniziato a respirare in modo diverso, inoltre, non riuscivo a staccare gli occhi da lei.

"Fatto, domani mattina metterai una pomata e ti passerà." Disse fredda.

"Grazie." Sussurrai.

"Non farlo, odio tutte queste gentilezze! " Esclamò la stronza.

Eppure quella frase mi sembrava familiare.

"Cosa dirò a Linda? Che la sua fidanzata ha dormito in macchina con una sconosciuta, in un parcheggio? "

"Non me ne frega niente di tutto questo ora.''

Estella era ancora in reggiseno ed io non persi l'occasione per osservarla meglio, quella ragazza aveva qualcosa che mi attraeva. Prese del tabacco e una cartina per farsi un'altra  sigaretta. I miei occhi andarono di nuovo sulle sue labbra abbastanza carnose e quando la vidi leccare la cartina avevo pensato a...

Dio mio, stavo diventando pazza anch'io!

"Dici che io sono pazza, ma il film porno, te lo stai facendo tu. Vero, Agueda?"

Continua..

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