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Estella

"Ma ti vuoi muovere?" Chiesi una volta arrivata nella camera da letto.

La principessina si era presa una mia felpa, che a lei stava piuttosto larga. Certo però, che aveva un bel culetto, l'avevo osservato ieri di nascosto mentre ci dirigevamo verso casa.

"Si scusami ma è che..." Non la lasciai finire di parlare che la interruppi.

"Ti ho detto di sbrigati, cazzo! Ho fame." Alzai la voce fulminandola.

Non disse una parola, si limitò a guardarmi per pochi secondi dopo di che, si incamminò verso la cucina. Stava camminando pianissimo e sentivo che era agitata, forse aveva paura, forse...i miei pensieri furono interrotti dalla vista di numerosi segni viola sulle sue gambe. Aveva le gambe piene di lividi.

Chi le aveva procurato ciò? E sopratutto perché?

"Cosa sono quelli?" Chiesi alle sue spalle.

"Ehm...niente sono caduta dalla moto." Rispose a bassa voce, ma non ci credeva neanche lei a quello che aveva appena detto.

"Si certo ed io sono etero. Ascoltami little bum, non voglio farmi i cazzi tuoi, ma chiunque sia stato dovresti andare a denunciarlo."

"Non è niente, davvero..." Disse di nuovo cercando di coprirsi di più con la mia felpa.

Ci mettemmo a tavola ed iniziammo a mangiare del riso freddo, stava mangiando pianissimo ed evitava il contatto visivo. Era così carina, i capelli neri leggermente umidi le ricadevano sulle spalle, era molto pallida. Prese ancora una forchetta di riso per mangiare, ma il riso cadette sulla tovaglia. La vidi mordersi le labbra per l'accaduto, era impaurita forse per una mia possibile reazione.

"Vuoi stare più attenta?"

"Scusami davvero è che..." Non riusciva mai a rispondermi completamente, le parole le morivano in bocca quando le parlavo.

Si vedeva che era timida, innocente e forse anche un po' ingenua. Aveva un bel fisico, ma quello che notai primo furono i suoi occhi grigi. Aveva un viso angelico e i suoi occhi erano il tocco perfetto. Vidi le sue piccole mani prendere il tovagliolo e cercare di pulire dove era caduto il riso, era sotto pressione e aveva la consapevolezza che la stavo guardando. In effetti la stavo osservando, era divertente vederla così impacciata e buffa.

"Finisci di mangiare e lascia stare la tovaglia." L'amonii cercando di intravedere i suoi occhi.

"Non ho più fame, scusami, il riso era molto buono però non mi va più..." Stava parlando con una voce bassa, sembrava mormorasse. La vidi alzarsi dalla sedia e fece per andarsene, ma io mi alzai e l'afferrai per un braccio attirandola a me. In pochi secondi la luce si spense a causa del temporale, un tuono fortissimo fece spaventare Agueda ed io cercai di non ridere ancora. Sentii che respirava in modo affannoso e notai tremare le sue piccole mani.

"Ti faccio paura?" Domandai sussurando al suo orecchio.

La luce del cazzo, che si era spenta pochi minuti fa, fece creare una bella atmosfera, se la ragazzina non fosse stata così spaventata, avrei tolto le posate dal tavolo e me la sarei scopata lì, senza pensarci due volte.

"Cosa...no." Rispose tenendo bassa la testa.

"Guardami quando ti parlo! Non mi guardare il collo o i capelli. Guardami negli occhi."

La presi per mano invitandola ad andare nella camera da letto, avremmo dormito insieme e questo sarebbe stato strano. Non l'avrei fatta dormire per terra, ero stronza sì, ma non fino a questo punto. La luce tornò ed io andai in bagno a cambiarmi, presi una vestaglietta per vestirmi e poi presi una maglietta di cotone abbastanza larga e la diedi ad Agueda per usarla come pigiama.

"Posso andare in bagno a cambiarmi?" Domandò mentre le guance si tinsero di rosso.

"Non mi dire che ti vergogni a cambiarti di fronte ad una ragazza." Scherzai mentre mi tolsi l'elastico dai capelli.

Non rispose, bensì all'improvviso si tolse la felpa buttandola sul letto. Rimase in reggiseno e mutandine, ma la sua faccia sembrava fosse stata appena colorata da un pennarello rosso fuoco. Era stata coraggiosa a togliersi così d'istinto la felpa, nonostante la sua timidezza, era riuscita a farlo. I miei occhi vennero catturati dai grandissimi lividi sulla schiena, sul sedere e sulle gambe.

Chi era l'animale ad averle fatto quell'orrore sul corpo?

Mentre si stava per mettere la mia maglietta, andai da lei e mi avvicinai alle sue spalle. Ero vicinissima a lei, sentii il profumo di miele provenire dai suoi capelli color pece e dalla sua pelle vellutata. La sentii deglutire e riuscii a sentire il battito del suo cuore accelerare. Avevo le mani fredde, ma nonostante ciò, le sfiorai piano i fianchi in modo dolce e sensuale e lei rabbrividì.

"Ti fanno male i lividi?"

"Un po'..." Rispose mentre era ancora girata di spalle.

Quella ragazza l'avevo conosciuta da poco, ma nonostante ciò mi attraeva, il suo modo di essere timida ed impacciata mi piaceva. Mi stava salendo una voglia matta di provare a baciarla, avrei voluto sfiorarla, toccarla, un momento....

Ma che cazzo stavo pensando? Estella, smettila!

Mi allontanai da lei cercando di tornare in me e pensare a cose decenti. La invitai a mettersi a letto e lo fece, dopo di che, mi misi anche io coprendo entrambe con il piumone verde acqua.

"Buona notte Estella." Sussurrò e si girò su un fianco.

"Notte." Risposi fredda.

Mi girai parecchie volte nel letto, perché facevo fatica a trovare la giusta posizione, quando all'improvviso sentii dei singhiozzi. Agueda stava piangendo e cercava di farlo in silenzio, mi si spezzò il cuore a sentirla così. Mi avvicinai pianissimo a lei e l'abbracciai.

"Calmati pequeña."

Continua...

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