A friend with weed is better

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POV TANC

L: Dai Amò, non fissarmi in quel modo...

E come facevo? Come facevo a non guardarlo quando sorrideva in quel modo e arrossiva? Provò a portarsi una mano al viso per coprirsi ma lo fermai in tempo.

T: No. Non esiste. Fatti guardare...

L: Smettila

Si lamentava ma non era credibile, perché nonostante cercasse di nascondere il volto nell'incavo del mio collo, riuscivo a sentirgli la felicità nella voce. Perciò lo lasciai fare e lo strinsi di più a me. Era tutto così giusto. Lui lì, nudo e stretto tra le mie braccia fino all'impossibile, subito dopo esser stati insieme. Esattamente dove doveva essere.

Se fosse dipeso da me, non avremmo fatto altro tutto il giorno. Avremmo potuto tranquillamente trascorrere in quel modo tutta la nostra esistenza. Nudi sul letto e stretti l'uno all'altro. Ma soprattutto, se avessi potuto decidere, lui non si sarebbe mai allontanato da me per più di un paio di metri.

T: Non posso smettere di guardarti. Non voglio. Anzi, ho appena deciso che da oggi in poi non potrai uscire dal mio raggio visivo. Mai. Voglio averti sott'occhio costantemente. Mi hai capito?

Lo costrinsi ad alzare il volto e a guardarmi in faccia perché volevo soddisfare il mio bisogno di leggergliela ancora quella felicità addosso. Era una droga. Lui rispose divertito dalle mie pretese.

L: Non è possibile.

T: Sì invece. Io ti devo controllare. Tu sei troppo bello per andare in giro senza di me.

L: Esagerato!

Era adorabile mentre cercava di fingere indifferenza, lo faceva spesso quando gli rivolgevo un complimento, ma per quanto provasse il rossore sulle guance finiva sempre con il tradirlo. Mi regalai di lasciargli un bacio sulle labbra piene prima di parlare di nuovo.

T: Non sto esagerando per niente. Sei troppo bello, se andassi in giro da solo la gente poi ci proverebbe. E io sarei costretto a ucciderli tutti e finirei in prigione. È questo che vuoi, Amore?

L: Posso sempre farmi accompagnare da Diego e Gian...

Io trasalii esageratamente davanti a tanta insolenza, prima di attaccarlo a colpi di solletico. Meritava decisamente una punizione.

T: Tu con Gian non vai proprio da nessuna parte. Anzi neanche voglio sentirtelo nominare. Da oggi per te è coinquilino 3. Sono stato chiaro?

Lo vedevo che stava cercando di rispondermi o di chiedermi di smetterla, ma rideva troppo per riuscire a parlare mentre si contorceva sul letto nel tentativo di sottrarsi a quella tortura.

T: Sai benissimo cosa devi dire se vuoi che la smetta...

Lui scosse la testa, testardo come sempre, e io continuai a tormentarlo concentrandomi in particolare sulla parte più sensibile dei suoi fianchi.

L: O..OKAY. BAS..BASTA. HAI VINTO.

Allontanai le mani soddisfatto e lo guardai in attesa.

T: Dillo

Lui riprese fiato, asciugandosi gli occhi umidi di risate.

L: Sono tuo...

Appoggiai la fronte alla sua, con gli occhi fissi su quelle labbra piene.

T: Esatto. Mio.

L: Tuo...

Lo ripeté un'ultima volta prima di baciarmi. E quella bocca, quanto mi era mancata? Avevo la sensazione che ogni secondo passato senza toccarlo, senza baciarlo fosse un secondo sprecato. Mi sentivo così forte, così invincibile con lui addosso. E dovevo dirglielo, lui doveva saperlo.

Tutte le volte che ti ho detto di noDove le storie prendono vita. Scoprilo ora