Come ti trovi a Berlino Est?

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L: MA IO LO FACCIO FUORI!

Oh, non potevo crederci. Che totale faccia da culo. Nervosetto? Io gli sembravo nervosetto? Glielo davo io il nervosetto! Razza di coglione.

No, no. Il ritratto della tranquillità, proprio.

GL: Che è successo?

Gian Luca si affacciò in camera, evidentemente allarmato a causa delle mie urla. E io, al solito, risposi prima di riflettere.

L: TANCREDI È SUCCESSO

Lui sollevò un sopracciglio mentre io continuavo a guardare il telefono come se mi avesse fatto un torto personale.

GL: Strano...

L: Che vorresti dire?

GL: Che è sempre lui, in un modo o nell'altro

Probabilmente, in qualsiasi altro momento, mi sarei sentito in colpa. Al posto suo sarei stato furioso, Giallo invece mi parlava in modo estremamente calmo, con un'espressione rassegnata sulla faccia. E io, in tutta risposta, mi imbronciai.

L: Non è vero!

GL: Lele...

Iniziai a provare a spiegarmi, gesticolando come un pazzo.

L: Sta raccontando i fatti nostri al mondo, ha scatenato una caccia alle streghe nel fandom, e ha il coraggio di dire che sono nervoso! Ti sembro nervoso?

Lui sembrava titubante.

GL: Un p-

L: NON SONO NERVOSO. Io sono una persona calma. È lui che mi fa uscire di testa!

Gian Luca scosse la testa ma alla fine mi sorrise. Si avvicinò e mi mise un braccio intorno alla vita per tirarmi a sé, dopo mi lasciò un bacio sulla fronte.

GL: Ora devo scappare, ma che ne dici se quando stacco facciamo un giro? Così ti rilassi un po', okay?

Io mi irrigidii impercettibilmente, e mi allontanai un po' da lui che probabilmente interpretò il mio comportamento con un segno di nervosismo ma la realtà era che non ero a mio agio quando mi toccava o si prendeva certe confidenze. Non mi piaceva sentirmelo addosso, mi faceva sentire sbagliato. Perché ero un coglione evidentemente.

Quando registrai bene le parole che mi aveva detto, lui aveva già raggiunto la porta ed era sul punto di uscire.

L: NON HO BISOGNO DI RILASSARMI

Lo sentii ridacchiare prima di chiudere la porta.

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Dopo un po' che ero rimasto solo in casa mi resi conto che non sarei mai riuscito a pensare ad altro lì dentro, quindi decisi di approfittare della mattinata per fare un altro giro per la città.

Purtroppo, quella mattina non c'era verso che riuscissi davvero a godermi niente.

Ogni tre minuti perdevo rovinosamente contro la voglia di andare a controllare se avesse aggiunto qualche storia. Dopo aver visto quell'appello, ero stato costretto a sbloccarlo perché avevo bisogno di tenermi aggiornato su cosa postasse e su quello che stesse facendo.

Non avevo davvero paura che mi trovasse, non ero abbastanza famoso da essere riconosciuto in Germania, ma meglio prevenire che curare, giusto? Dovevo essere vigile. E, ad essere onesti, non ero per niente tranquillo.

Quella mattina aveva pubblicato una storia sola. Era un selfie e aveva la faccia stanca, ma non riuscivo a capire dove si trovasse. Non riconoscevo le pareti intorno a lui e questo sicuro non significava che mi avesse trovato ma non mi tranquillizzava affatto. E poi c'era la scritta che aveva aggiunto alla storia a mettermi in allarme perché, non volevo essere egocentrico, ma era palese che fosse una frecciatina nei miei confronti. 

Tutte le volte che ti ho detto di noDove le storie prendono vita. Scoprilo ora