Diventammo di nuovo amici, inseparabili. La sua nuova ragazza, Cecilia, non era gelosa, anzi spesso era la prima a dirci di uscire insieme da soli. Tentai di legare con lei, senza successo. In realtà, sapevo che mi odiava, sapevo che sapeva che io ancora volevo Mario.
Iniziò a fare i primi concerti, scrivere i primi pezzi, io e lei eravamo in prima fila in tutto e per tutto. Ma io rimanevo sempre in ombra, un po' fuori dal suo quadro perfetto: la sua vita stava nettamente migliorando, la mia, invece, stava riprecipitando.
In particolare, ci fu l'episodio della gita: con un gruppo di amici, che Mario etichettò come pericolosi, decidemmo di andare un fine settimana in un campeggio vicino a Genova. La prima notte, c'era di tutto. Ricaddi ancora, ma quella notte stetti veramente male: avevo perso ogni contatto con la realtà ed iniziai a vagare nel bosco, dove ci rimasi tutta la notte. Il giorno dopo, un ragazzo biondo mai notato prima di nome Giacomo, mi recuperò. Non mi ricordo come arrivai a casa, né come Mario venne a saperlo. Ma ricordo la sua rabbia, la sua preoccupazione ed infine il suo pianto isterico: fu quello che mi svegliò. Era seduto accanto al letto dove dormivo, la testa tra le mani, il viso chino. Ricordo che aveva avvisato Cecilia, ricordo che si era sfogato anche con lei e che avevano litigato: a causa mia soffriva, non viveva una vita sana e normale, non poteva essere felice. Piano piano, mi si risvegliarono gli arti addormentati e riuscii ad aprire gli occhi, che si infastidirono immediatamente per la luce pomeridiana che entrava dalla finestra, ma a poco a poco si abituarono. Gli afferrai la mano e con tutto il coraggio del mondo gli dissi: <Vattene da me, allontanati da me e dai miei problemi e sii felice, amore mio: starò bene>. A quelle parole, mi guardò e mi prese il viso tra le mani, baciandomi. Continuava a piangere, mentre cercava di parlare. <Perché non ti lasci salvare eh? Perché? Lo vuoi capire che ti amo e sto male per te? Sto cercando di andare avanti ma non riesco. Sei l'amore della mia vita, sei amata. Lo capisci? Eh?> urlò, continuando a singhiozzare. Gli diedi un bacio in fronte, poi mi guardò e se ne andò.
Il giorno dopo, Mario partì a Milano. Non l'ho mai più rivisto.