La mattina dopo mi svegliai con un grande mal di testa, il mio corpo avvinghiato a quello di Mario, che era sveglio e mi guardava.
<Sei proprio serena mentre dormi> sussurrò, baciandomi a stampo. Non appena si staccò, lo baciai di nuovo, con più desiderio e trasporto. Misi le mani nei lembi della sua maglietta, ma venni bloccata. <Non ora> sussurrò, baciandomi il naso. <Quando? Mai?> ribattei isterica, staccandomi da lui. Mi afferrò il polso, facendomi girare verso di lui. <Porta pazienza amore> disse, baciandomi di nuovo con passione. <Vado a lavarmi> annunciò, sparendo in bagno.
Ne approfittai per fare una striscia di coca e per preparare l'eroina, che iniettai subito in vena, appena in tempo dal farmi scoprire da Mario. Mi sentii meglio.
<Stai meglio rispetto a prima, vedo> notò subito il ragazzo. Annuii assente: mi sentivo come se stessi fluttuando, mi sentii leggera. <Guardami negli occhi> sentenziò, duro. Mantenni lo sguardo basso. <Guardami> ribattè, sollevando il tono della voce. Dopo che sollevai lo sguardò, notò le pupille dilatate. <Aurora, ti riporto dagli assistenti se non la pianti con questa merda, te lo giuro sul mio disco> sbottò. Annuii assente. <Non so neanche come gestire ste cose. Senti, ora vado a prenderti qualcosa da mangiare e da bere, rimettiti a letto>