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Attenzione. Le situazioni sono frutto della mia fantasia, così come i caratteri dei personaggi citati nella storia. Presenza di scene violente, linguaggio esplicito e argomenti delicati.

Dov'è? Il mondo che ho letto nei libri dov'è? Un posto che renda felici, dov'è?

Non vedo e sento nulla. Sono coricata. Sono coricata in qualcosa di freddo. Sembra marmo, marmo freddo. Eh beh, è gennaio. È gennaio e a Milano fa molto freddo, tanto. L'acqua era bollente, ora è diventata tiepida. Non vedo e sento nulla. Vedo un fascio di luce. Provo ad aprire gli occhi. Nulla, non mi obbediscono. Provo a muovere un braccio. Non ci riesco. Sento, in quello sinistro, un ago piantato nella pelle. Ah, ora ricordo. Ora ricordo. Ricordo e piango. Piango perché ho eroina in tutto il corpo. Sento che scorre, scorre nelle arterie, nelle vene, arriva il cuore e lo sta circondando, mi sta mangiando, mi sta inghiottendo dentro. L'eroina, quella droga maledetta. Piango perché il marmo è freddo, la siringa è calda, così come l'acqua e il vapore che circonda il bagno. Piango perché io sto diventando fredda, come l'acqua, come il vapore del bagno. Urlo, ma la bocca non si apre, così come gli occhi, ma le sento le lacrime, le sento. Vorrei chiedere scusa, ma non posso. Vedo una luce chiara, di nuovo. Mi appaiono i momenti della mia vita, la mia vita miserabile e corta, l'ho tagliata io, è colpa mia. Vorrei ancora urlare, ma un ultimo fascio di luce bianca appare e mi inghiottisce, come l'eroina, calda come un abbraccio ma ora fredda come la morte.

Bandar-log//TeduaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora