bottiglia 2 - il tuffo

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richie's pov:

14 aprile 1983

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era passata una settimana dalla mia caduta a terra per una battuta che non faceva neanche ridere e avevo intenzione di ritornare alla festa per scegliere un altro obbligo o almeno, passare altro tempo con Sarah

mi infilai un paio di semplici jeans e ci abbinai una maglietta rossa prima di uscire e incontrare il club dei perdenti per la strada

<buona sera coglioni, andiamo alla festa?> urlai tirando i capelli ad Eddie e un pugno sulla spalla di Bill <s-si, stasera B-Bev si è m-messa una m-maglia scollata, entreremo d-di sicuro> 

<ciao ragazze, è un piacere rivedervi> salutai con la mano le tette di Bev

Bev era una bella ragazza, aveva i capelli corti, gli occhi verdi e il volto ricoperto da lentiggini, ma anche se noi sfigati non eravamo abituati a parlare con le ragazze belle della scuola, potevo dire senza problemi che Sarah era dieci volte più bella di Bev anche se la rossa aveva il culo più grosso

la casa di Bowers era sempre piena di gente e i miei amici ci misero ben poco ad ubriacarsi mentre io cercavo Sarah, come se fosse oro, per chiederle se avesse intenzione di rifare il gioco e di ritrovarci ubriachi fradici alla cava mentre i suoi lunghi boccoli biondi si muovevano lentamente accarezzati dal vento e i suoi occhi iniettati di sangue mi squadravano

<hai già preso la bottiglia di whisky?> la sua voce si fece spazio fra la musica e le persone 

<mm stasera opterei per qualcos'altro, vodka?> ero felice di vederla, indossava un semplice jeans largo con qualche buco in qua e in la con sopra una maglietta nera e delle converse bianche

i suoi occhi non erano ancora rossi a causa dell'alcol o del fumo e mi immaginai tutti i modi per farglieli arrossare in pochi minuti quando la sua voce disturbò i film erotici che stavano girando nella mia testa

<stasera scegli tu?> mi chiese passandomi un pennarello nero

<si bellezza, e ho già pronto l'obbligo, sarà divertente> 

<oh il piccolo Richie Tozier ha pensato a che obbligo fare per tutta la settimana, scommetto dieci dollari> mi rispose di punto in bianco rivelando la verità, ma nonostante lei scherzasse, io avevo veramente passato giornate intere per scegliere un'obbligo perfetto e non avevo intenzione di perdere dieci preziosissimi dollari, così iniziai a scrivere:

"tuffati in piscina" 

<che coglione, l'hai scelto solo perché muori dalla voglia di vedermi in mutande> mi tirò un pugno sulla spalla e iniziò a togliersi le scarpe

<porca di quella miseria> sussurrai, non psicologicamente pronto a vederla in intimo bianco di pizzo, mentre si legava i capelli e mi faceva l'occhiolino con aria di sfida

tutti la guardavano, gli occhi ubriachi dei ragazzi erano puntati sul suo fisico quasi formoso ma stupendo e una strana emozione si fece strada dentro di me, come un vuoto da portare nello stomaco o un peso da tenere sulle spalle

non era gelosia, ne ero sicuro, la conoscevo da una settimana e c'eravamo solamente ubriacati una volta per uno stupido gioco

bitter taste - richie tozier Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora