bottiglia 7 - la canzone da ballare

251 16 3
                                    

Sarah'pov:
19 maggio 1983

✩。:*•.───── ❁ ❁ ─────.•*:。✩

pensavo che parlare con Richie sarebbe stato tremendamente noioso, invece mi aveva fatto piacere sentire come il piccolo Tozier aveva passato la sua infanzia prima di diventare un perdente 

nonostante questo, mentre il corvino parlava senza sosta e sputava parola dopo parola dalla sua boccaccia, il mio unico pensiero era la bottiglia vuota che mi sarei ritrovata fra le mani a fine serata mentre la festa finiva, la musica si spegneva, le persone tornavano a casa e la luna smetteva di illuminare la notte buia

conoscendomi lo descriverei come un ragazzino sfigato e noioso che vuole solamente raccontare la storia della sua vita a qualcuno, ma dopo aver passato tutte quelle notti con lui iniziavo a notare troppa chimica fra noi per poterlo mandare a fanculo una volta per tutte senza ferire né lui né me stessa simulando un autogoal 

proprio per questo, volevo finire altre bottiglie piene i alcol con il quattr'occhi e, a patto di non sentirlo parlare più di mezz'ora, decisi di scegliere l'obbligo della serata basandomi su ciò che metteva in imbarazzo il piccolo Rich e faceva divertire me

Richie era in giardino con qualche bottone della camicia aperto per il caldo, immagino, e stava bevendo qualcosa insieme ai suoi amici che ridevano a tutte le sue battute incoraggiandolo ancora di più ad avere autostima e sentirsi il più simpatico del mondo 

<conosco una sarta molto brava che potrebbe aggiustarti la camicia, vedo che alcuni bottoni non riesci a chiuderli> mi avvicinai cercando di attirare l'attenzione di Richie per dirgli cosa avevo in mente e aggiungendo che non gli sarebbe sicuramente piaciuto per niente

<oppure potresti rompermi la camicia del tutto strappando i bottoni rimasti così la sarta avrà più da fare> mi fece l'occhiolino <ragazzi lei è> iniziò cercando di presentarmi al suo gruppo

<Sarah> la voce di Bev squillò interrompendo Richie e un'istinto omicida si fece pian piano strada dentro di me, lanciando schiaffi alle mie emozioni come io avrei voluto fare con la rossa

gli altri sembravano simpatici oltre che strani: Bill aveva ancora il naso rosso ed evitai di salutarlo, Eddie era carino, ma invece dei drink teneva fra le mani un buffo inalatore azzurro, Stan era altissimo e mi salutò con un semplicissimo sorriso, Ben era paonazzo e le sue guance si colorarono di un rosso acceso quando allungò la mano per stringermela e Mike era forse troppo normale per stare in un gruppo di sfigati come loro

<ora devo andare a fare cose zozze con questa bambolina, a dopo> Richie salutò i suoi amici prima di ricevere un'occhiataccia da parte mia

<bambolina?> lo guardai storto scoppiando in una risata 

<tranquilla, è solo uno dei tanti nomignoli che mi sono inventato per te> mi spedì un bacio con la mano

<ho l'obbligo di stasera!> strillai <dobbiamo ballare> 

<pff io non ballo> per una volta lui mi guardò storto, con aria sconvolta mentre si strappava le pellicine che incorniciavano le unghie corte e mangiucchiate

<Rich, se non balli non bevi> gli piaceva quando lo chiamavo così, si vedeva da come il suo respiro diventava più veloce e affannoso e i suoi denti mordicchiavano l'interno della guancia per evitare di sorridere e mostrare le sue debolezze o meglio, la sua soggezione verso di me

<non ci hai mai pensato Rich?> non riusciva più a trattenere il sorriso ed io mi stavo divertendo a stuzzicarlo <noi veniamo sempre qui, ma non balliamo mai e di solito si fa questo alle feste> 

<ma noi siamo diversi, non siamo come gli altri> aveva ragione, ma non potevo mollare e cadere ai piedi di Richie perdendo questa guerra di sentimenti

<tranquillo, non se ne accorgerà nessuno se per una volta fingiamo di essere normali> il suo bellissimo sorriso, che non riusciva più a trattenere, gli spuntò improvvisamente sulle labbra rivelando due piccole fossette e, mentre i suoi occhi brillavano, il mio cuore stava saltando la corda

gli presi la mano e iniziai a muovermi sulle note della canzone che gli tutti stavano ballando in quel momento, aspettando le sue mosse

dopo una decina di minuti mi resi conto che Rich non era in imbarazzo come avevo previsto: stava ballando in modo strano mentre agitava velocemente le braccia e urlava la canzone in sottofondo

i suoi ricci rimbalzavano continuamente sulla fronte sudata e sorrideva rischiando di far cadere i suoi grossi occhiali per terra mentre saltava in mezzo alla folla e le sue guance si macchiavano di rosso per il caldo e l'euforia

e dopo dieci minuti ancora eravamo attaccati come sempre al collo della bottiglia, stesi di schiena sul tappeto, mentre intorno ai nostri corpi immobili la festa andava avanti insieme alla musica

-spazio autrice-

eccomi qui, sono incredibilemnte tornata con nuove idee e motivazione! grazie di cuore a tutte le persone che hanno continuato a supportarmi nonostante la mia assenza.
se sono tornata, è per voi.

spero che questo capitolo vi sia piaciuto, come sempre, fatemelo sapere<3

bitter taste - richie tozier Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora