L'apoteosi del Chaos pt.1
Lì, sull'orlo del baratro non ero più tanto convinto che essere arrivato alla fine fosse un bene; insomma, davanti a noi si estendeva uno scenario da anime horror, e al mio fianco c'era un micio troppo cresciuto dai denti a sciabola pronto ad azzannare a morte qualcosa. Altro che skellingatto innocuo.
«Come...» mormorai rimanendo con lo sguardo incollato al tempio. «Come sapevi cos'era questo posto; come sapevi dove andare?» quando voltai la testa trovai i suoi occhi giù su di me. Sorrise appena, con le labbra screpolate tirate nel fantasma sbiadito del suo sorrisetto enigmatico. «Sapevo dell'esistenza del tempio grazie ai racconti più dettagliati che Annabeth mi ha fatto sul Tartaro, mi ci è voluto poco per fare il collegamento tra questo e il consiglio di Ermes. In questo luogo un po' della magia del soprassuolo funziona.» mi pervase come il presentimento di star dimenticando una cosa di vitale importanza, ma il pensiero durò il tempo di un battito di ciglia.
Quando riaprii gli occhi non ero più io. La visuale era cambiata e mi sentivo incorporeo come uno spettro. Ansimai per nessuna ragione, i polmoni non erano i miei, il corpo nemmeno; una cascata di boccoli scuri e sporchi mi occludevano la vista come una tendina. Il mio non-corpo si mosse con un movimento secco del collo liberandomi appena la visuale: le non-mie braccia erano trattenute aperte da catene spesse di ferro dello stige, istoriate da rune il cui potere mi pizzicava gli occhi -i miei-. Ero in quella che un tempo doveva essere la Naos, con stranamente un altare alle mie spalle e fiaccole di fuoco greco appese ai ruderi delle colonne. Misi a fuoco una sagoma ringhiante ciondolare vicino all'ingresso. Un'altra presenza mi strisciò sulla schiena e una puzza nauseante mi appestò il naso. Anche se non era il mio corpo le sensazioni erano più che reali. «Mia signora, il moccioso sta arrivando.» voltai lo sguardo e quando incontrai gli occhietti neri della donnola questa piegò il muso come se sorridesse. «Il vostro moccioso è già qui.»
Sbattei le palpebre ed ero di nuovo sull'altopiano; le mani sulle tempie e lacrime color sangue a sgorgarmi dagli occhi. Coco era in panico, al mio fianco a stringermi a se. Arrivai dopo alla conclusione di essere caduto in ginocchio. La testa mi girava e tutto il mio corpo formicolava, persino gli organi interni sembravano pizzicare e contrarsi come se fossero stati frollati in un'asciugatrice. La magia turbinava dietro le palpebre riverberandosi all'esterno tramite le gocce vermiglie che mi rotolavano sulle gote. Plume fece per accovacciarsi davanti a me per poi desistere con una smorfia. «Cos'è successo?» tossii e mi feci aiutare da Coco a rimettermi in piedi. Le corde vocali fremettero per mandarlo a quel paese dicendogli che solitamente era lui quello con tutte le risposte, ma qualcosa -forse l'inconscia consapevolezza di avere poco tempo- mi fece desistere tanto da esprimermi prima che il mio cervello ancora annebbiato potesse lasciarmi il tempo di riflettere su quello che la mia bocca pronunciava. «Mia madre voleva farci presente della sua presenza.» mi asciugai alla bene in meglio la faccia, con il solo risultato di impiastricciarmi la pelle che iniziò a tirarmi per il sangue secco. Sbuffai irritato. «Ecuba è sotto incantesimo e sorveglia l'ingresso.» Ko mi guardò apprensivamente per ancora altri secondi prima di stringermi appena la spalla sulla quale non mi ero accorto prima tenesse ancora una mano e guardare poi la distesa di nebbia fumosa e vorticante all'interno della conca. «Sarà sicuramente zeppa di mostri.» Pixie ringhiò e Candyman gli accarezzò il garrese arruffato. «E' possibile che incontreremo alcuni Terrori alla guardia di Ecate.» io e la mia migliore amica lo guardammo perplessi ricevendo uno sguardo speculare prima che la sua espressione si rilassasse nello sbuffo soffice di una risata. «I Terrori sono i figli della Notte eterna.» aggrottai le sopracciglia. «Per Notte intendi Ny-» non finii di parlare che mi zittì poggiandomi una mano sulla bocca, un dito alla sua in segno di silenzio. «Shh. Non pronunciare il suo nome in un posto come questo, sono potenti. I suoi figli potrebbero esserne attratti; così come lei stessa, e non la vogliamo incontrare.» schockato annuii e lui si allontanò. Mani munite di coltelli che li carezzavano in rotazioni eleganti e esperte. «Bene allora, buttiamoci nella mischia.»
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Dark side of the Moon
FanfictionPrimo libro della trilogia History repeats Itself: Cole Morris non è un tipo molto espansivo. Evita accuratamente il contatto umano ed è sicuro che nella sua vita abbia bisogno solo di Coco McQueen -la sua migliore amica- e di suo padre Steven Morri...