Non doveva andare così

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Mi vede ed allontana la ragazza, per seguirmi, ma io me ne vado, indignata. E sconvolta.
Corro verso l'uscita con le lacrime agli occhi, mentre sento quello stronzo gridarmi da dietro di fermarmi.

Corro ancora più veloce, verso la buia strada dove era parcheggiata la mia moto. Sento la mano di Alberico sulla spalla, e mi giro di scatto, mentre le lacrime stavano per formare una fontana.

Quella strada era molto trafficata e buia, così decido di correre prima che qualche macchina mi ammazzasse (Si vede che non sono molto brava in Italiano).
Ma qualche pirata della strada, travolse con ferocia il mio vecchio primo amore. Preoccupata, chiamo un ambulanza: poteva morire. Per colpa mia.

Arrivò l'ambulanza, e mi dissero alcuni infermieri di tornare a casa. Ma io non potevo, e non volevo. Non posso credere di aver ammazzato colui che mi faceva sorridere. No, no, Nicole, NON È MORTO, per adesso.

Sono una stronza, povero Alberico.

Lost in a your hug » Matteo TiberiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora