È di nuovo sabato mattina. Precisamente un sabato mattina alle 7:50. Sono a scuola, e la campanella per fortuna non è ancora suonata, così posso chiacchierare con le mie care (e pazze) amiche.
La prof sta arrivando nella 3B, la mia classe. Ma la vidi solo con la coda dell'occhio, perchè arriva Tatiana, una ragazza con cui non parlo molto, ma è simpatica. È in classe con me. Viene correndo e piangendo, con le lacrime che le circondano il suo piccolo viso e ci dice:
-R-ragazze. Kiara sta molto male. Le è scoppiata una vena del cervello, e non s-scherzo. Non potrei M-AI scherzare su ques-ste cose. Ora è in coma..**piange**-Kiara, no, non lei. Era sul pullman con me, è molto simpatica. Sua madre è molto amica con la mia, lavorano insieme. Ero in preda al panico, le voglio bene. Lei è una mia compagna di classe. Il suo viso, quando lo vedi, è difficile da dimenticare. Ha dei piccoli occhi azzurri, e dei lunghi e mossi capelli biondi, è alta e magra. È una di quelle amiche che ti aiutano sempre, ci sono SEMPRE. Ancora non è suonata la campanella. La devo vedere, devo vedere Kiara. Corro in classe, prima che suoni, e per fortuna la prof era ancora con il giubbini, con la borsa in mano, era al telefono. La chiamai mentre le lacrime cominciarono a scendere. Salutò la persona con cui stava parlando, e corre verso di me. Le riesco a malapena spiegarli cos'era successo. Allora, del tutto agitata, cominciò a farfugliare qualcosa, poi lo disse anche a noi: -Andiamo, subito-.
Chiama il collaboratore scolastico (non sia mai lo chiami bidello!!) e gli dice di andare a supplire la nostra classe. Insieme a Tatiana, altre mie 2 compagne e la prof, andammo nella macchina di quest'ultima. Per fortuna l'ospedale non era molto lontano dalla scuola.
-Devo vederla- ho detto alla prof, rispondendo alla domanda: -Perchè stiamo andando da Kiara? Sicuramente non ci faranno entrare. È IN COMA!-
Quelle sue ultime parole mi fecero riflettere tantissimo.Siamo arrivati. Ma, come premesso dalla prof, non ci fecero entare. Era in terapia intensiva. Su una panchina, ci sono i genitori. Li saluto, e li abbraccio. A Kiara la conosci dalle medie, quindi più o meno 5 anni, però non eravamo nella stessa sezione. Io ero nella C, lei nella A.
Mi misi a piangere, non è bello vedere una propria amica in terapia intensiva. Anzi, neanche vederla. Solo vedere la porta della sua stanza.
Ca**o, perchè non posso entrare??!
STAI LEGGENDO
Lost in a your hug » Matteo Tiberia
Fanfiction“Quegli abbracci all'improvviso che mi fanno sentire viva” “Che ne dici di andarcene da questo posto? Siamo rondini, dobbiamo volare. Insieme” --Modifiche in corso-- P.S. Fate finta che Matt non faccia video su YouTube, come se fosse un ragazzo “no...