My frist Love❤️

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Finalmente, dopo ben 2 settimane di via vai dall' ospedale, Kiara si è dimmessa: può tornare a casa. Metto la felpa con scritto "Finalmente", un paio di jeans vecchio stile e le solite Nike. Prendo il telefono, la borsa e la giacca, e mi dirigo correndo verso la macchina di mio padre, che sta aspettando furioso.

-Nicole, mica sei la Regina Elisabetta II, devi muoverti quando ti cambi- mi disse, ma a me non me ne fregava niente, devo solo vedere Kiara, e non voglio arrivare in ritardo, anche se non c'è un orario stabilito. La BMW di mio padre cominciò ad andare su e giù per le strade del mio piccolo paese. Arrivammo, correndo. Ovviamente c'erano molte sue amiche, alcuni suoi parenti e qualcuno che non conoscevo.

Sbadata come sono io, sono appena caduta nel bel mezzo del corridorio, inciampando contro qualcosa, e con tutti che mi fissavano, ridendo sotto i baffi. Che rabbia, la gente non può farsi i ca**i suoi?!

Vorrei che ci fosse, in qualche parte del mondo, un interruttore pe' far ammutar' a' gent
Tipo --> People= 0ff
Music= on
Ma non sarà mai possibile (**è dispiaciuta**)

Fatto sta, che io cado con la faccia per terra. Sto provando dolore, ma non per la caduta. Un dolore innato.

Mentre stavo raccogliendo le mie cose, cadute insieme a me, un ragazzo mi si avvicinò. Era il ragazzo più bello che io abbia mai visto. Aveva dei grandi occhi verdi, di cui mi innamorai subito, un piercing al labbro, e i capelli biondi e lisci. Era super-affascinante. Lo vidi per poco, perchè i miei stupidi capelli mi offuscarono la vista. Mi aiutò a prendere alcune cose, poi io dissi, molto imbarazzata:
-Gra...- non feci in tempo di finire la frase, che qualcuno lo chiamò.
-ALBERICOOO!! Vieni quiii!!!- gli dissero. Bene, bel nome. Diciamo. È ..strano. Il nome, intendo.

Mentre se ne andava verso colui che lo stava chiamando, si girò verso di me. Io urlai "Grazie" e lo salutai con la mano. Intanto, la gente era diminuita, e io corsi subito verso la stanza di Kiara. La stanza numero 18. L'infermiera mi disse che potevo dirle poco, visto che gli orari di visita erano quasi conclusi. Allora le dissi testuali parole: -Hey ciao. Mi hai fatto incontrare uno stra figo, ti ringrazio tanto❤️. Beh, come va?- e mi disse con un filo di voce: -Bene. Hai visto che la mia scienzialità colpisce anche qui, in questo lurido ospedale?-
Feci senno di sì con la testa, prima che l'infermiera mi portò fuori.

Per mia fortuna, mio padre era rimasto fuori, almeno non aveva visto la scena; non volevo che scoprisse di questo "Alberico"

Lost in a your hug » Matteo TiberiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora