ALONE AGAIN- sola ancora

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«Hilary...»

La ragazza sentì la voce del compagno, che nel mentre la scuoteva gentilmente.
Quando si riprese fu investita dalla luce accecante del sole dietro le palpebre e si accartocciò gli occhi per il fastidio.

«Dove siamo...» sussurrò poi aprendo gli occhi e alzandosi sullo schienale di quello che pareva un letto.

Tom era davanti a lei, e la fissava con i suoi occhi verdi. Erano in una stanza di quella che sembra essere una casa fatta interamente con il legno, in una camera da letto luminosa, che ospitava al suo interno una specchiera, un armadio, due comodini e ovviamente il letto su cui Hilary era sdraiata.

Guardò fuori della finestra, e la riconobbe subito dal vento dolce che accarezza i fili d'erba dei campi; era Little Hangleton, la piccola cittadina in cui i due giovani avevano posto fine alla vita dell'unico ceppo di famiglia di Tom.

«Nella catapecchia dei Gaunt» fece lui guardandosi intorno.

Idenas si passò una mano in fronte esausta e sospirò.
«Che cosa mi è successo? Non ricordo nulla»

Ed effettivamente era davvero così, l'ultima cosa che si ricordava di aver visto prima di avere un vuoto di memoria totale, era il corpo di Hepzibath Smith sul pavimento del suo salottino. Cos'era successo dopo? Perché non si ricordava più nulla? Ovviamente non tardò a tempestare di domande il fidanzato che dettava per filo e per segno ogni cosa che era successa dentro reggia Idenas.

Il cuore di Idenas mancò qualche battito, e per un momento si sentì molto euforica ed esaltata, ma come sempre quel momento durava troppo poco, perché subito nella sua mente iniziarono a farsi strada le paranoie di aver sbagliato qualcosa con il rituale, oppure che Voldemort non avesse cancellato per bene la memoria degli elfi domestici della famiglia Idenas, ma su questo punto era quasi certa che almeno lui aveva fatto un buon lavoro.

«Dov'è l'orologio da taschino di Aloysius» parlò lei osservandolo fisso negli occhi.

Il ragazzo le iniettò uno sguardo schifato, e poi si passò la bacchetta tra le mani per evocare l'horcrux della Idenas.

L'oggetto fluttó a mezz'aria, e la luce del sole ci si specchiava sopra, sparpagliando qualche raggio qua e là.
Gli e lo porse con fare seccato, come se quello che stesse tenendo in aria fosse un vestito proveniente dalla cesta dei panni sporchi.

L'orologio ricadde sulla pancia di Hilary e lei lo prese delicatamente tra le mani sotto lo sguardo autoritario di lui.
«Non potrai prendertela per sempre...» insinuò lei scoccandogli un'occhiata decisa, ma Voldemort pareva irremovibile dal suo pensiero.

«Dico solo che la tua famiglia possiede una ricchezza molto vasta e quindi potevi permetterti un horcrux molto più...presentabile!»

«Sei geloso solo perché me lo ha regalato Al...» ribatté decisa Hilary, ma Tom non voleva starla a sentire, non gli interessava.

Lui roteò le palle degli occhi e la fissò di nuovo freddo.
«Alquanto patetico da parte tua pensare che io possa provare gelosia per un essere nettamente inferiore a me e ai miei standard»

«Tu non hai paura di lui, tu hai paura che Aloysius mi porti via da te! Ecco»

Voldemort si mise a ridere sarcastico, guardandosi poi le unghie con aria menefreghista.
«Non ho mai detto nulla di tutto questo Hilary cara...»

Hilary si alzò dal letto e andò traballando verso la finestra per rilassarsi e guardare il panorama.

«...nessuno ti sta trattenendo qui da me, puoi andare se desideri» finí con fare persuasivo, e Idenas non capiva perché, ma quando entravano in un discorso del genere si sentiva ancora più attratta da Voldemort, come due calamite che si stanno per toccare.

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