Cherry
Guardo l'ora per l'ennesima volta; 18 settembre – 02:17. Sono passati pochi minuti da quando Jonathan è andato al bancone e io non so come passare il tempo per aspettarlo. Questa festa è dannatamente affollata, fin troppo per i miei gusti. Decido di alzarmi per andare a prendere una boccata d'aria perché, ormai, sono più che sicura che Jonathan ci metterà ancora più tempo del previsto a tornare. Scuoto la testa con un piccolo sorriso; è un ragazzo così socievole e amichevole che, quando inizia a parlare, nessuno più riesce a fermarlo. Con ancora un piccolo accenno di sorriso, trovo posto nel retro della casa, su una datata panchina in legno completamente circondata da fiori colorati di ogni tipo. Se non ci fosse la musica sparata a tutto volume nelle casse, il silenzio di questo posto farebbe da padrone in questa meravigliosa notte. Certo, non vivrei mai da sola in questa casa circondata solamente da boschi e, probabilmente, cinghiali e lupi. Non so che fegato ha Collin Brown, il padrone di casa e festeggiato di questa sera, a vivere qui. Sbuffo spazientita.
«Scusami, posso sedermi qui?»
Sobbalzo in modo poco elegante non appena una voce, fin troppo vicina, sopraggiunge alle mie orecchie. Mi volto di scatto, ritrovando davanti a me un ragazzo sconosciuto e vestito completamente di nero. Una bandana gialla è l'unico indumento colorato che indossa. Non riesco a distinguerlo del tutto, data la scarsa luce che raggiunge questo posto, ma riesco a vedere subito il suo sorriso amichevole. Forse complice anche quello, annuisco, facendogli spazio sulla panchina. Il ragazzo si siede subito, allungando la mano verso la tasca per estrarne un accendino. «Tu sei la ragazza di Jonathan, vero?» domanda cordialmente, accendendo velocemente la canna che si porta tra le labbra.
Non mi preoccupo per la sua domanda; Jonathan è talmente conosciuto e amichevole che chiunque lo conosce, così come conoscono le persone con cui gira. Mi è capitato già altre volte che mi ponessero questa domanda, perciò sorrido. «Sì, dai, diciamo di sì»
Il ragazzo si volta verso di me. Non lo vedo, ma percepisco il suo sguardo pesante. «Che intendi?» domanda ancora, lasciando uscire una piccola nube di fumo dalle sue labbra. Scuoto la testa con un piccolo sorriso.
«Non è ancora del tutto ufficiale, sai... è un po' timido, su certe cose» ridacchio spensierata.
Complice forse anche l'alcol, rivelo quest'informazione a un perfetto sconosciuto. Non sarà niente di emozionante ciò che ho detto, comunque non potrà di certo usarlo contro di me: tutti sanno che siamo nel pieno di una specie di relazione, ma che le cose non si sono ancora ufficializzate. Il ragazzo borbotta qualcosa prima di rimanere in religioso silenzio per qualche istante. «Dai, allora non si offenderà se fumi con uno sconosciuto, dico bene?» chiede allegro, infilando nuovamente la mano in tasca.
Pochi attimi dopo, mi ritrovo una canna perfettamente rollata e chiusa ad attendermi davanti al viso. La prendo con piacere, senza troppe cerimonie.
Devo dire che l'alcol mi rende decisamente più coraggiosa.
Passiamo il resto del tempo a fumare tranquillamente, rimanendo in silenzio. Io mi godo l'atmosfera di questa serata, assaporando il gusto dell'erba forse un po' troppo forte per i miei gusti, ma estremamente piacevole. Piacevole, almeno finché una fitta alle tempie mi costringe a chiudere gli occhi. Il ragazzo, senza troppi giri di parole, si alza e mi saluta velocemente, scomparendo subito dopo nel nulla. Mi ritrovo da sola in qualche secondo, con ancora mezza canna tra le mani e la testa dolorante. Decido di buttarla sul ciottolato e di schiacciarla con la punta del piede, sperando di riuscire a sopportare il dolore almeno per la fine della serata.
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Forgotten Murder
General FictionUn segreto nascosto. Nessun ricordo. Hanno tentato in tutti i modi di insabbiare ciò che è successo quella notte, così come hanno tentato di dimenticare. Hanno mentito a tutti, lo hanno fatto per proteggersi a vicenda. Non sono a conoscenza di ess...