Cherry
Dopo la "chiacchierata" con Anita Jones, ho deciso di tornare a casa mia. Non tanto per un mio volere o un mio bisogno ma per l'implorare imperterrito di mio fratello. Non appena ho messo piede in casa, sono stata travolta dall'uragano che è mio padre: mi ha abbracciata, baciato la fronte, stretto forte come non era mai successo. Ho visto nei suoi occhi che la paura di perdermi era reale. Abbiamo cenato tutti insieme, nonostante io mi sentissi a disagio in casa mia. Aron e mio padre non hanno fatto altro che parlare e sorridere felici del mio ritorno, mentre io sono rimasta per quasi tutto il tempo in silenzio, a parlare con la mia testa, con i miei pensieri. Le parole della Detective mi hanno sconvolta più di quanto già non fossi. Qualcuno era intenzionato a fare fuori Jonathan in modo silenzioso e insospettabile e, a quanto pare, ci è riuscito. Adesso, l'unica cosa da capire, è chi.
Mi ritrovo, alle otto e mezza di sera, a dover fare i conti con la realtà: non sono un'Agente, non sono un' investigatore, non sono nessuno che sia in grado di scoprire quello che è successo... la voglia che ho di fare giustizia, il bisogno che sento di farlo, non basta. Non ho le capacità per potare a termine una cosa grande, immensa come questa. Mio padre entra nella stanza in silenzio, facendomi spaventare. Con un sorriso mi comunica di aver bussato ma, non ricevendo risposta, si è preoccupato. Ero così immersa nei miei pensieri...
«Tesoro... odio dovertelo dire, ma i genitori di Jonathan hanno chiamato a casa e... vorrebbero vederti» annuncia dopo un po', disintegrando l'atmosfera piacevole che si era andata a creare. È successo proprio come un fulmine divide in due il cielo sereno, preannunciando un temporale. Lo guardo negli occhi con timore per un tempo indefinito.
Non posso rifiutare di vederli, dopotutto, sono i genitori del mio ragazzo. O di ciò che era, per quanto valga in questo momento. Annuisco debolmente, sperando di non aver preso la decisione sbagliata. Non sono sicura di essere pronta ad affrontare anche il loro dolore, che sarà immenso, forse più del mio. In qualche modo, sono grata che i loro occhi non abbiano dovuto vedere quelli del loro figlio, senza vita, mentre giaceva inerme sull'asfalto. Per quanto sappia le vite che conducono i coniugi Andrews, so che c'erano dei sentimenti forti quando si trattava di Jonathan, anche se non hanno fatto molti sforzi per darlo a vedere.
Il padre, Samuel Andrews, ha iniziato a drogarsi quando Jonathan aveva solamente tre anni. In città c'è chi dice che la causa è proprio la vita spericolata della moglie, Carol Andrews, donna per cui il divertimento viene prima di tutto. Altri dicono che è nato semplicemente male e che l'unico rimedio per farlo sentire un po' meglio è quello di drogarsi, piantarsi una siringa in vena finché può, finché il suo corpo glie lo concede. Eppure, stanno ancora insieme. Samuel Andrews sa perfettamente ciò che fa la moglie quando scende la sera, come lo sanno tutti quelli che abitano nella piccola e origliante città di Panaca. E, nonostante sapendolo, non riesce a lasciarla. O meglio, non riusciva. Non ha mai avuto il coraggio di farlo perché c'era Jonathan di mezzo, ragazzo che il padre amava più della sua stessa vita.
Forse, adesso che Jonathan non c'è più, riuscirà a trovare il coraggio. Oppure continuerà a sopprimere il dolore che la moglie causa continuamente dentro di lui per farle da appoggio, per aiutarsi a vicenda a superare la terribile perdita, la terribile morte del loro unico figlio. Sospiro profondamente perché ho paura, ho paura di vedere il loro dolore, di sentirlo sopra di me come degli artigli che cercano nuovamente di trascinarmi in quel limbo infinito, fatto di tristezza e disperazione. Le immagini del suo corpo non mi lasciano, ancora adesso, addormentare tranquillamente la notte. Ho sempre bisogno di qualcosa che mi faccia smettere di pensare per un po', qualcosa che mi distragga un minimo. E penso che anche per loro valga la stessa cosa.
Probabilmente Carol Andrews ha intensificato gli appuntamenti notturni con i suoi infiniti spasimanti – quasi tutti gli uomini sposati e accasati, con moglie e figli, della città. Probabilmente li ha anche spostati, andando a trovarli anche di giorno, oltre che quando cala la sera. E probabilmente Samuel Andrews si spara più dosi del dovuto per cercare di placare il dolore, con il rischio di rimanerci secco una volta per tutte. Forse, ha deciso di provare qualcosa di più forte per avere il privilegio di rivedere suo figlio, il suo volto, il suo sorriso... solo per qualche breve istante.
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Forgotten Murder
General FictionUn segreto nascosto. Nessun ricordo. Hanno tentato in tutti i modi di insabbiare ciò che è successo quella notte, così come hanno tentato di dimenticare. Hanno mentito a tutti, lo hanno fatto per proteggersi a vicenda. Non sono a conoscenza di ess...