Cherry
E' appena passata la seconda ora di interrogatorio. Non ho idea di come stia andando là dentro e nessuno sembra essere disposto a parlarne con me, per questo motivo mi avvio verso le macchinette automatiche, posizionate in uno stanzino leggermente più piccolo e freddo rispetto alla sala d'aspetto. Inserisco le monete nell'apposita fessura dopo aver selezionato una bevanda calda totalmente a caso, senza neanche guardarla. Continuo a fissare l'ora sul mio cellulare sperando che Wesley se la stia cavando e che possa uscire in fretta da questo inferno. Il suono che avvisa dell'avvenuta erogazione mi risveglia dai pensieri, facendomi abbassare quanto basta per aprire lo sportello e tirare fuori il bicchiere fumante. Non appena mi rialzo, soddisfatta del the al limone che ho selezionato senza volerlo, una donna bionda mi si posiziona davanti, rischiando di farmi cadere la bevanda dalle mani.
Spalanca improvvisamente gli occhi esageratamente truccati, allungando le braccia per ripararmi da una possibile caduta. Mi sorride subito dopo, mettendo in mostra le labbra carnose e tinte da un rossetto rosso acceso.
«Perdonami, non avevo intenzione di spaventarti» annuncia con tono cordiale, porgendomi comunque la mano. La stringo piuttosto diffidente, tenendo ben saldo il bicchiere bollente nell'altra mano, cercando di non pensare al dolore causato dal caldo della bevanda. L'agente, il cui distintivo luccicante è messo ben in mostra sopra al suo petto, mi sorride nuovamente invitandomi a seguirla nella stanza d'aspetto. Il rumore dei suoi tacchi risuonano per tutto il tragitto, facendo girare qualche agente interessato a tale frastuono.
«Tu sei Cherry Piper, vero? Ho visto che sei arrivata qui insieme all'interrogato, Wesley Thompson» annuncia nuovamente, sedendosi su una delle poltrone rossicce piuttosto datate.
Annuisco solamente, prendendo un sorso del mio the e mostrandomi il più tranquilla possibile. L'agente sembra reagire bene al mio comportamento, tanto da appoggiarmi una mano sulla spalla in modo amichevole. Cerco di regalarle un sorriso gentile, nonostante la mia anima stia scalpitando per esplodere, devastando qualsiasi cosa. È un peso troppo grande da reggere, dover far finta di essere innocente, di non sapere nulla...
«Io sono l'agente Anita Jones e mi occupo dell'omicidio di Jonathan Andrews insieme al Detective Green» La sua voce mi strappa violentemente dai pensieri. Mormoro qualche parola di presentazione, ma nulla di più. «Avrei solo bisogno di farti qualche domanda in merito al suo omicidio. Eri la sua ragazza, dico bene?» domanda con formalità, tirando fuori dalla tasca anteriore della giacca un piccolo taccuino nero e una penna. I suoi occhi sembrano cambiare, diventando da curiosi a indagatori.
Deglutisco e appoggio il bicchiere sulla poltrona al mio fianco, cominciando successivamente a guardarmi le unghie con imbarazzo. Annuisco soltanto in risposta alla sua domanda e la guardo con la coda dell'occhio, sentendomi subito sollevata quando, con un'alzata di spalle, comincia a scarabocchiare sulla pagina bianca del taccuino, soddisfatta della mia risposta. Lancio una veloce occhiata all'orologio appeso al muro, che segna ancora le undici. Molti agenti stanno uscendo dal Commissariato vestiti in modo normale, probabilmente è arrivata la fine del primo turno. Un finto colpo di tosse proviene da Anita, la quale richiama la mia attenzione. Alza la penna verso l'alto e socchiude gli occhi, probabilmente facendo finta di pensare alla prossima domanda da pormi. Io sento che le abbia già tutte preparate e che le conosca a memoria, ma rimango composta e trepidante nell'attesa.
«Bene. Dico qualcosa di sbagliato se accomuno te e Wesley Thompson in una relazione nascosta agli occhi di Jonathan Andrews?» domanda ancora, risultando ancor più professionale del previsto. Socchiudo lievemente le labbra, presa completamente in contropiede dalla domanda dell'agente. Sembra accorgersi del mio momento di titubanza, al che comincio a prendere tempo, ingannandola con un finto starnuto.
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Forgotten Murder
General FictionUn segreto nascosto. Nessun ricordo. Hanno tentato in tutti i modi di insabbiare ciò che è successo quella notte, così come hanno tentato di dimenticare. Hanno mentito a tutti, lo hanno fatto per proteggersi a vicenda. Non sono a conoscenza di ess...