Capitolo 11: Arya

326 31 6
                                    


Sediamo sulla riva del laghetto, ascoltando l'eco lontano del traffico. L'aria comincia ad essere più fredda con l'avanzare della notte.

Il cielo va via via diventando più scuro, ed il vento prende a soffiare tra le fronde degli alberi.

Denver non è mai stata cosi magica come in questa notte con Haley al mio fianco.

Lancio un'occhiata sfuggente nella sua direzione, e la scopro a guardare un punto fisso; il vento le accarezza la faccia, qualche ciuffo ribelle è sfuggito dalle sue treccine, e le svolazza lento davanti agli occhi.

Avverto il bisogno di allungare la mano per spostarglielo dietro l'orecchio, ed è talmente forte che mi prudono le mani.

E poi quelle lentiggini, il suo profilo delicato, quei piercing che ho imparato ad apprezzare, e tante altre cose di lei che mi hanno fatto perdere del tutto la ragione.

Questa è la mia persona.

Lei è quella persona.

Quella a cui si è legati per sempre da un filo invisibile che non si spezza mai.

Si volta nella mia direzione, arricciando il naso in una piccola smorfia.

Le sue iridi verdi mi inchiodano sul posto, ed io mi sento scoperta, vulnerabile.

« Arya... se continui a guardarmi in questo modo, finisce che ti bacio fino a toglierti il fiato. E poi se ti bacio finisce male, ed io e te non parliamo più. Quindi o lo fai ora, oppure baciami. »

Il suo tono si tinge di un'autorità che non voleva tirar fuori volontariamente.

Si morde l'interno guancia, ed io avverto un brivido percorrermi la schiena, perché so di aver sentito la mancanza di tutti questi suoi particolari, in questi mesi.

So di non aver mai dimenticato nulla di lei.

Ogni nostro ricordo è conservato come un vecchio album di fotografie.

Solo che a sfogliarlo, ora, fa molto male.

Non c'è quel sorriso malinconico che di solito accompagna quel momento.

C'è solo tanto dolore; il mio. Il suo. Il nostro.

Di un amore che avevamo costruito con una passione struggente e che ci siamo viste scivolare via. Come quando provi ad afferrare la sabbia con le mani.

Tiro un sospiro di sollievo e raccolgo le gambe al petto.

E poi inizio, lentamente, sin dal principio.

«Quando Evelyn è arrivata a Phoenix ho visto concretizzarsi tutti i miei peggiori incubi. Sin da prima che lei ti baciasse, e che io vivedessi davanti a quel pub, sapevo che ti avrebbe portata via da me. Ma, mi dicevo che non potevo farci nulla, se tu avessivoluto seguirla. Che se mi amavi abbastanza, saresti rimasta con me. Mi dicevo di essere forte, di tenere duro perché Evelyn non avrebbe mai potuto sconfiggere il nostro amore. E invece, nonostante le mie preghiere, non è andata cosi. E ti prego, non interrompermi, Haley.»le dico, notando subito il suo voler precisare la questione. Apre e richiude la bocca senza proferire parola. Mi guarda con una punta di fastidio. Ma poi torna ad osservare un punto fisso dinanzi a sé. Ed io continuo con il mio discorso.

«Sapevo di non voler soffrire nuovamente; con Ricky era già stato abbastanza difficile. Sapevo che non sarei riuscita a tornare indietro, a perdonare. E anche se ci ho provato più di una volta con te, Haley, il momento dopo, mi sentivo sprofondare nuovamente. Mi tornava in mente tutto quanto, come al rallentatore. Non riuscivo più a sentirti mia. Non riuscivo a capire se il tuo cuore mi apparteneva o no. »

Glass Dream Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora