Capitolo 14: Arya

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Io non so se quello che sto facendo è la cosa giusta o meno. 

Nella mia vita non sono mai stata sicura di nulla. 

Sin da piccola quando dovevo lanciarmi dallo scivolo dell'acqua park, ed avevo una fottuta paura dell'altezza. 

Ero indecisa persino nello scegliere il gusto di un gelato, nello scegliere un qualsiasi libro da leggere. 

Un'eterna indecisa con problemi gravi di autostima. 

Questa è l'Arya di sempre. Questa è l'Arya che ho tenuto nascosta per tutto questo tempo qui a Denver. 

Questa è l'Arya a cui la mia famiglia, le persone che amo di più, sono abituati. 

« Perchè stai reprimendo quella parte di te che tutti amiamo? » mi ha domandato Haley, l'altro giorno, mentre ce ne stavamo sedute in riva al laghetto, a dar da mangiare alle anatre.

Abbiamo deciso di trascorrere del tempo insieme, per capire, per parlare, per riprenderci lentamente. 

I suoi occhi sembravano malinconici, e i miei vagavano per i tetti della città, perdendosi all'orizzonte, senza soffermarsi su nulla in particolare. 

« Non lo so, Haley. » le avevo risposto, del tutto sincera. 

Lei aveva sospirato e poi mi aveva abbracciato forte. Ed io mi ero persa nell'odore della sua felpa, sul suo collo, con ancora i segni viola dei morsi che le avevo lasciato la notte precedente. 

Ho provato emozioni contrastanti in questo periodo. 

Era come su un tagadà in movimento, su e giù, col mondo che ruota intorno, e quel senso di nausea che non ti abbandona, che non ti lascia mai sola. 

Mi sono sentita sempre ferma ad un incrocio. Ed ora sono stanca. Ora non ho più le forze per andare avanti. 

Io sono rimasta la ragazza fragile di sempre. La mia malattia non guarirà mai, la mia vita non cambierà mai. 

Io non cambierò mai. 

Ed è questo che la gente non capisce. 

Non cambierà mai la mia eterna indecisione su tutto, il mio non fidarmi di nessuno, il mio autodistruggermi da sola, il mio essere perennemente in bilico tra il dolore e la felicità. 

Non basterà fare boxe, non basterà conoscere nuova gente, cambiare aria.. non basterà nulla di tutto questo. 

A volte nascondersi dietro una maschera che non ci appartiene, che non è il riflesso della nostra anima, finisce soltanto per ucciderci giorno dopo giorno. 

Ed è per questo motivo che ho guardato Haley, oggi, mentre eravamo in camera e avevamo appena ordinato da mangiare su Just Eat, che le ho detto « Torniamo a casa. » 

Mi ha guardata come si guarda il sole dopo una tempesta, come se mi avesse aspettata per tantissimo tempo. 

Mi ha stretto forte, ed è crollata a piangere sulla mia spalla. 

La stavo distruggendo, e non me ne stavo neanche rendendo conto. 

Ed ora sono qui, ad infilare tutta la mia roba a casaccio, in una valigia troppo piccola,la stessa che mi sono portata dietro da Phoenix. 

Haley ha provato ad aiutarmi, invano.

Ho troppa roba e poco spazio. 

E quando ormai ci siamo arrese, Dane e Leslie si presentano alla porta della mia stanza. 

« Possiamo parlarti? » mi domanda Leslie, poggiata ad essa con una sola spalla. 

Haley si fa da parte. « Aspetto fuori. » dice, uscendo dalla mia stanza senza neanche guardare le altre due. 

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