Capitolo 13: Arya

322 26 11
                                    

Il riflesso della luna è l'unica fonte di luce in questa stanza.

Haley resta al centro di essa, proprio davanti al letto, con le mani in mano, come se si sentisse fuori posto.
In realtà, l'unica cosa che stona in questo momento, sono soltanto io, con le mie inscurezze, con le mie paranoie.
Io e soltanto io.
Vorrei dirle che è perfetta, che lo sarà sempre ai miei occhi.

La guardo, illuminata dalla luce lattiginosa della luna che si schianta sulle sue lentiggini, sulle sue treccine rosse, sulla sua felpa larga, sulle sue mani strette in grembo, le cui dita si torturano, in preda ad un'ansia che la sta consumando.
La stessa ansia che avverto io, che mi fa venire mal di pancia, come se fossi sul punto di vomitare.

« Non guardarmi, cosi, ti prego.. » sussurra, quasi timorosa di rivolgermi la parola, spezzando quel silenzio assordante. La sua voce rimbomba nelle mie orecchie come un eco che va via via disperdendosi.

« E come vuoi che ti guardi, allora? .. » le domando, sfilandomi la felpa e restando soltanto con la t-shirt.
I suoi occhi vagano su di me come se mi stesse disegnando; e l'ha fatto talmente volte che non posso dimenticare il modo in cui i suoi occhi mi scrutano. È come se li sentissi in ogni parte del corpo, come se stesse bruciando ogni centimetro di pelle.

È strano averla qui, nella mia nuova stanza qui a Denver. È strano vederla tra queste quattro mura, dove ho pianto per lei, dove ho sperato di andare avanti senza mai riuscirci, dove ho creduto di essere migliorata.
Invece sono stata soltanto una codarda, una vigliacca che è scappata senza guardarsi neanche indietro, senza pensare ai sentimenti delle persone che mi amavano. Senza pensare a lei.

Ho pensato solo a me, da perfetta egoista che sono.
Ho creduto che fosse l'unica scelta ovvia, l'unica cosa giusta da fare per guarire.
E quanto mi sono sbagliata.
Perchè ora che lei è qui , davanti a me, con le sue iridi verdi nelle mie, io non riesco a fare a meno di pensare di aver sbagliato tutto.
Non riesco a non pensare che tutto quello che ho vissuto in questi mesi non mi appartiene, che non è la vera Arya quella che è venuta fuori.
Che questi vestiti, queste vita, non è mia.
Che mi è bastato rivederla per capire di aver compiuto l'errore più enorme della mia vita.

« Cosa stai pensando? » mi domanda, interrompendo il flusso dei miei pensieri.
Inclina la testa di lato, studiandomi attentamente.
Le trema il labbro inferiore e ho paura che stia per mettersi di nuovo a piangere.
E non è giusto, perchè sono io quella che piange tra le due.
Lei è quella forte, lei è la mia eterna forza.

« Penso che ho sbagliato tutto, Haley. Dall'inizio alla fine. Penso che non potrò più tornare indietro, che non potrò rimediare agli errori. Credevo che la colpa fosse solo tua, senza rendermi conto che ero proprio io a sbagliare. »

« C'è sempre tempo per aggiustare le cose, Arya.. » mi risponde con calma, infilando le mani nelle tasche della felpa.

Tiro su col naso e mi abbandono contro la parete.
« Tu dici sempre che c'è tempo. Eppure io e te non abbiamo mai calcolato nulla. Ci siamo amate dal primo istante, senza neanche sapere tutto l'una dell'altre. Siamo state due pazze che hanno pensato soltanto a viversi. Ed ora guardaci. Non ci vediamo da quasi un anno, pensandoci da due stati diversi, senza mai scriverci ne chiamarci. Ed ora che ci ritroviamo, è come se non fosse trascorso neanche un minuto. Siamo strane, Haley, non puoi negarlo. E il tempo in fin dei conti, si addatta alle nostre pazzie. Siamo noi a giocarcelo, capisci? E fin'ora io ho giocato di merda. »

Lei ascolta le mie parole, poi abbassa lo sguardo. Ma quando penso che non risponderà più, lo fa, con una calma impressionante.
« Io credo che ognuno di noi sia artefice del proprio destino. E se tu hai ritenuto giusto giocare le tue carte in questo modo, io non sono nessuno per dirti se hai sbagliato o se hai fatto bene. Posso solo confermarti il fatto che ti amo, che non me ne frega nulla se è trascorso un anno, due mesi, o un solo giorno. Io non ti ho mai dimenticata, non ho mai voluto nessun altro. E ti ho desiderata dal primo istante senza un motivo valido. Perchè le cose capitano, e quando capitano, te le devi prendere cosi come vengono, senza farti troppe domande.
E credo che ora, però, è giunto il momento che tu prenda una decisione definitiva. Perchè io sono stanca stasera, di girare su questa giostra che scende e sale, e gira a vuoto da ore ormai. Dimmi cosa vuoi fare, Arya. Dimmi cosa vuoi che faccia e io la farò. Sono qui apposta. »

Glass Dream Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora