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Io e Josh, passeggiamo lungo la riva.

Ci sono molte persone. I bambini giocano con la palla, gli innamorati si godono il momento perfetto e tutti sembrano così... felici.

<<A cosa stai pensando?>> mi domanda Josh distraendomi.

<<No, a nulla. E' solo che non ho mai visto le persone così piene di vita.>>

<<Eh vedi da queste parti sono tutti gentili e ti accolgono bene.>> esprime.

<<Già, si capisce. Non come in quella cavolo di piccola città che viviamo noi. Dai il buongiorno a qualcuno e neanche ti risponde, sprechi fiato in pratica!>> mi lamento.

<<Allora, spifferami un po' cosa hai fatto quest'estate.>>

<<Vuoi sapere tutto di me, vero?>>

<<Ci dobbiamo conoscere visto che ora saremo compagni di banco e di classe fino all'anno prossimo.>> in effetti ha ragione.

<<Dunque, quest'estate ho lavorato. Ho fatto la cameriera in un ristorante fuori città, per tre lunghi mesi.>> rivelo.

<<E com'era?>>

<<Beh, c'erano giorni in cui facevamo più di cento coperti ed era bello perché anche se andavamo tutti di fretta, mi divertivo e poi in più prendevo la mancia. Invece altri giorni, era una noia totale. Ci sono stati giorni in cui non siamo riusciti a fare neanche più di cinque coperti.>>

<<Ah, però almeno ci hai guadagnato.>> dice.

<<Si, mi hanno pagato bene. Lo staff mi piaceva molto, avevamo tutti una buona sintonia. E poi quando arrivava un certo orario in cui la gente cominciava ad andare a casa, io e l'altra cameriera alzavamo la musica che il proprietario collegava con una cassa grande, visto che lavoravamo fuori perché avevamo la distesa per l'estate, e quindi io e lei ci mettevamo lì a ballare e alcune volte anche con un bicchiere di vino bianco in mano.>> rispondo.

<<Spero che tu non ti sia ubriacata!>> esclama lui ridacchiando.

<<No no, non mi sono mai ubriacata.>>

<<Non ci credo.>> replica.

<<Te lo giuro. Vedi, quando gli altri mi guardano pensano che io sia una persona che abbia provato tutte le esperienze adolescenziali, ma in verità non è così. Non ho fatto neanche la metà di ciò, perché poi loro si basano sulla bellezza esterna e non quella interna, che sarebbe la migliore. Non per niente hanno inventato il detto "Non giudicare un libro dalla copertina".>> concludo.

<<Wow, esatto. Però, ti devo dire la verità. Sei forte!>>

<<Davvero?>> richiedo.

<<Si, dopo ciò che mi hai detto poi sembra di aver conosciuto una parte di te, una parte un po' più nascosta che decide di stare nel suo buio angolino.>>

Dopo questa frase, mi blocco ma in modo positivo. E sorrido.

<<Perché sorridi?>> domanda.

<<Perché mi è piaciuto ciò che hai detto, ti conosco che non sono passate neanche ventiquattro ore, eppure sai più cose tu su di me che gli altri che mi conoscono da una vita.>>

<<E tu invece? Che hai fatto di bello in estate?>> aggiungo.

<<Oh io e la mia famiglia siamo andati ai Caraibi per un mese.>>

<<Davvero? Così però mi fai sentire ancora più povero!>> ribatto scherzando.

<<Nah, non era poi male. Ma l'unica cosa che mi dava fastidio in un certo senso, era che la gente era incollata ad un maledetto oggetto tecnologico. Scattavano foto, giravano i video e altre cose solo per postarli sui sociale per far vedere agli altri "Ehi guarda sono ai Caraibi", solo per competenza.>>

<<Lo sai che stai parlando come un vecchietto vero?>> contrabbatto ridendo.

<<Un vecchietto però saggio. Non mi sono mai piaciute le cose tecnologiche, i social e tutto ciò. Preferisco parlare con una persona dal vivo, vorrei guardare le azioni di quella persona, i sentimenti... tutto ciò che non riesci a intravedere attraverso ad un schermo.>>

<<In effetti, ti do ragione. Anche io con i social sono messa male. E forse, è meglio così, tanto mostrano solo la parte negativa di quello che succede nel mondo magari.>> e lui acconsente.

<<Sai, dovremmo uscire più spesso!>> confessa lui.

<<Esatto, almeno conosco una persona con cui vado d'accordo.>>

<<Bene, è stata una giornata al quanto bella, è il momento di andare a casa.>>

<<Si esatto, e poi sono le cinque di pomeriggio tra un'ora sarà già buio e riesco già a sentire i compiti che chiamano me.>> dico disperata.

Ritorniamo lì dove avevamo parcheggiato le biciclette, e menomale che non le hanno ancora rubate. Saltiamo in sella, e cerchiamo di guidare il più veloce possibile anche perché ci aspetta una bella mezz'ora di tragitto.

<<Fa un po' freschino!>> grido a Josh che ormai mi ha superata.

<<Tieni duro.>> urla a sua volta.

<<Sempre!>> rispondo secco.

Dopo qualche sacrificio tra salite e discese, arriviamo nella nostra piccola città.

<<Okay, sono arrivato a casa.>> dice lui indicando la struttura.

<<Scusami, questo palazzo gigante è casa tua?>> chiedo sorpresa.

<<Non è un palazzo, è una villa... piuttosto grande.>> canzona lui.

<<Ah beh in effetti, dimenticavo che siete ricchi!>> dichiaro in modo scherzoso.

<<Dammi il tuo cellulare.>> mi ordina.

<<Tieni...>> dico ancora guardando quella gigantesca villa.

<<Puoi trovare il mio numero nei tuoi contatti, se hai bisogno chiamami oppure mandami un semplice messaggio!>> replica.

<<Certo! Allora ci vediamo domani a scuola.>> dico.

<<Si certo, a domani Sky.>> mi saluta abbracciandomi e se ne va.

Io proseguo per la mia strada, fino ad arrivare a casa mia.

Pulisco le scarpe nello zerbino ed entro in casa.

<<Alla buon ora!>> esclama mamma dalla cucina.

<<Ciao...>> tutto ciò che so dire.

<<Dove sei stata tutto il giorno Skyler?>> domanda.

<<Sky...>> odio quando mi chiamano Skyler, e aggiungo <<comunque c'è un nuovo studente nella mia classe perciò oggi mi ero offerta per fargli visitare un po' la nostra città.>> ed è vero, più o meno. In verità è stato lui a farmi visitare un'altra città di cui non ne sapevo l'esistenza.

<<E come si chiama questo ragazzo?>>

<<Si chiama Josh.>> replico.

<<Mhh... va bene. Cambiati e scendi qui dopo che la cena è quasi pronta.>> manifesta.

<<Non mi credi vero?>> chiedo e so già la risposta.

<<Forse.>> ribatte.

<<Beh come vuoi mamma, io ti ho detto solo la verità. Sta' te a scegliere se credermi o no!>> esclamo e me ne vado in camera mia.

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