20

5 2 0
                                    


Dopo l'episodio che secondo Josh è stato un po' eccessivo e traumatico, lo prendo per il braccio e lo conduco nella cabina delle foto.

<<Okay, ora imitiamo i fidanzatini!>> esclamo ridendo.

<<Si dai.>> almeno approva una cosa svolta o detta da me oggi.

Ci mettiamo in diverse pose e ne scattiamo molte. 

La prima posa, io tiro i capelli a Josh e ciò questo significa i litigi tra i fidanzati.

La seconda posa, sorridiamo per far vedere che dopo i litigi si fa sempre pace. Cosa che però non spesso accade.

La terza posa, con il broncio. La tristezza è il sentimento che il nostro corpo purtroppo non riesce a nascondere così bene.

E la quarta posa, Josh si gira verso di me e... mi bacia. E scatta la foto. Non era la posa che avevo scelto nella mia mente. 

Io mi tiro indietro, non perché lo rifiuto ma per il fatto che sono confusa.

<<Ehm Josh...>> inizio a dire.

<<Scusami... non dovevo farlo>> balbetta e continua <<o forse sì. Non lo so! Sono così confuso... Sky tu mi piaci ma te lo dimostrato in un'altro modo e anche in modo affrettato.>> confessa.

Sbalordita. E senza parole, ovviamente.

<<Josh non... scusami...>> sono le uniche parole che riesco a dire ma riesco ad aggiungere anche <<devo andare>>

Esco dalla cabina, e affretto il passo.

<<Aspetta! E' buio, ti accompagno io.>> urla dalle mie spalle.

<<No, stai lì! Prenderò il primo pullman.>> rispondo e voglio proprio vedere come farò a ritornare nella mia città senza conoscere nulla di questa città.

Lo lascio lì, e inizio a correre. 

Guardo il display del cellulare e sono le undici di notte. Non ho nessuna chiamata persa, certo chi è quella persona che si preoccuperebbe per me. 

Il silenzio, ha assaltato la città.

Nessun'anima viva circola per queste strade vuote.

Il cielo si oscura di nubi e la pioggia inizia a scendere.

L'acqua fredda della pioggia, accarezza la mia pelle lasciandomi una scia di brividi. 

Mi sento libera, ma allo stesso tempo imprigionata.


Dopo un po' di strada e di pensieri, riesco a trovare una tavola calda ancora aperta. Entro dalla porta d'ingresso, e inizio ad intravedere quelle poche persone rimaste nel locale.

Vado al bancone e mi siedo lì. Sposto il mio sguardo nella tv che si trova a destra, danno in onda un film vecchio d'amore. 

"The Notebook!" esclamo nella mia mente.

Non pensavo che lo trasmettessero ancora, cioè a me personalmente piace molto ma agli altri ragazzi della mia generazione diranno che è un film per anziani e noioso. Ma in verità non lo è, dicono solo questo perché mostra il vero amore che c'era una volta. Un amore che loro non potranno mai provare perché sono presi da chi veste abiti più costosi, o da chi è il più popolare o ancora meglio... dalla tecnologia. Forse ecco perché in molti mi considerano un ragazza dagli anni novanta, ma in fondo mi piace. Io trovo gradevole parlare a quattro occhi con una persona o scrivere lettere piuttosto che scambiarci messaggi tramite un cellulare.

<<Posso portarti qualcosa cara?>> domanda una donna di mezz'età di nome "Gianna" scritto sulla targhetta della sua divisa.

<<Ehm... avete per caso qualcosa di caldo da bere?>> 

<<Certo! Abbiamo thè caldo, cioccolata calda... oppure anche l'alcol trasmette il calore.>> annuncia.

<<Non posso.>> rispondo.

<<E perché non puoi?>> 

<<Sono minorenne.>> confesso.

<<Ah menomale, pensavo fossi astemia. Devi bere un po' di alcol, ne avresti bisogno!>>

<<Si nota così tanto?>> sollecito.

<<Nah solo un po'.>> mi prende in giro e ridiamo insieme. Mi sta già simpatica.

<<Non lo so...>> dico ma lei mi interrompe.

<<Oh andiamo! Tesoro io alla tue età ero una macchina dell'alcol, poi non bisognerebbe mai rifiutare il primo bicchiere.>> 

<<Eh va bene, ma solo un bicchiere.>> non so neanche perché ho accettato. O forse sì, per non farla sentire in colpa.

Porge il mio bicchiere vuoto nel tappetino del bancone vicino a me e ci versa due cubetti di ghiaccio.

<<Ecco a te, un bicchiere di whisky scozzese!>> esclama. 

Porto il bicchiere al naso per sentirne l'odore, ma non mi convince più di tanto. E faccio anche una faccia strana.

<<Dai su, bevilo tutto d'un colpo.>> suggerisce Gianna.

<<Tutto d'un colpo? Mi vuole ammazzare lei!>> ribatto, <<e va bene, ci provo.>> e cedo.

Porgo le mie labbra nell'orlo del bicchiere. 

Inizio un sorso e poi subito dopo il secondo.

L'alcol entra dentro di me per la prima volta.

Il mio corpo inizia ad accendersi. 

L'ho bevuto tutto d'un colpo e sbatto il bicchiere ormai vuoto nel bancone.

<<Brava! Così si fa.>> commenta la vecchietta.

<<Wow...è troppo alcolico. Però è buono.>> non mi lamento.

<<Whisky scozzese, dieci anni. Tanta roba!>> fa lei.


Dopo quasi un'ora trascorsa lì a parlare con Gianna e dopo aver scolato quasi 5 bicchieri di whisky, il mio corpo va a fuoco.

Ormai siamo rimaste io e lei, tutte le altre persone saranno andate a casa oppure a ubriacarsi come al solito. Però mi rendo conto che sono anche io ubriaca.

Mi sono ubriacata per la prima volta in un locale con una vecchietta. Come inizio direi ottimo! E' l'una di notte e io sono incosciente. 

Gianna mi fa sdraiare in quelle poltrone comode e grandi del suo locale e mi porge una coperta e un cuscino. 

Cedo al sonno in un'istante.

Invece lei, si siede in una sedia guardando delle foto e assaporando delicatamente il suo whisky.

Illusion.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora