Quel candore stava cominciando ad innervosirmi, tutto sembrava asettico in quell'ambiente ed era l'esatto opposto del mio stato d'animo. Io dentro ero un casino: arrabbiato, confuso, amareggiato. Tutto era nero dentro di me, sporco. Era come se un tornado avesse spazzato via ogni forma di speranza, nel mio cuore c'erano solo detriti. Chiusi gli occhi e cercai di concentrarmi sull'unico punto fisso che riuscivo a trovare nella mia mente e nella mia vita, l'unico puntino bianco in mezzo all'oscurità. Riaprì gli occhi e mi resi conto che quella luce che avrebbe riportato ordine nella mia vita era proprio lì, accanto a me, in quella stanza abbagliante. Dovevo assolutamente trovare una soluzione per uscire da quella prigione, dovevo riprendere in mano la mia vita e ricostruirla, ancora una volta. Erik si era appisolato, non so che ora fosse ma doveva essere notte fonda ormai. Lo toccai delicatamente, non volevo spaventarlo.
"Erik, Erik, svegliati. Ho un'idea"
"Charles, scusami non so con che coraggio io mi sia messo a dormire, non è da me, forse mi sono solo lasciato tranquillizzare dalla tua presenza"
"Tranquillo, non importa. Dunque, loro avranno tutti i dispositivi per evitare che io possa controllarli ma non credo che l'edificio sia isolato da impedirmi di raggiungere qualcun altro all'esterno"
"Amico, siamo sotto terra e attorno a noi c'è il deserto"
"Giusto ma dev'esserci un modo per amplificare il segnale e secondo me la risposta sono i condotti dell'aria"
"Ok, spiegami, non credo di seguirti"
"Userò la tecnica della propagazione per effetto condotto grazie all'inversione dell'indice di rifrazione dell'aria. Quando siamo atterrati ho visto che intorno all'edificio ci sono dei vecchi tralicci elettrici, grazie a quelli riuscirò ad amplificare il raggio d'azione e a chiedere aiuto"
"Sentiamo, chi ci aiuterà? Mi sembra che le nostre conoscenze siano oltre oceano, non saranno troppo lontane da raggiungere?"
"Infatti, raggiungerò qualcuno qui, in Europa, e ti assicuro che sarà in grado di trattare con questa gente"
Chiusi gli occhi, poggiai indice e medio sulla tempia e con tutta l'energia che avevo in corpo cercai di trasmettere il mio messaggio. Non fu così semplice come credevo, cominciai a sudare e tremare, sentì le mani di Erik stringermi forte le spalle e la sua voce che ripeteva di fermarmi, che stavo esagerando. Sentivo tutta la sua preoccupazione per me ma non potevo fermarmi, dovevo mettercela tutta e così, continuai fino agli spasmi.
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Una nuova partita
FanfictionCharles decide di trasferirsi in Europa dopo che ha affidato la sua scuola a Hank. Vuole lasciarsi la sua vecchia vita alle spalle ma Erik lo trascinerà, dopo un'inaspettata partita a scacchi, in una nuova avventura.