13.Il paradiso prima dell'inferno

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"You could have anyone you want
Why would you want to be with me?
You know, I'm nothing special
Be with whoever you want
I don't care, I don't care
I don't wanna know"


La schiena poggiata sul muro gelido del bagno, le lacrime solcavano calde il mio viso cadendo sul pavimento formando una piccolissima pozzanghera.

Le sue mani continuavano a bussare imperterrite sul dorso della porta, pensavo che presso a poco avrebbero iniziato a sanguinare.

"Alycia apri perfavore" continuò il castano con la voce spezzata.

Il mio respiro si fece sempre più veloce e sentii il cuore esplodermi in mezzo alle costole e piano piano usciva da esse mischiandosi con gli altri organi.

Sentii dei passi che provenivano dal corridoio e poi un odore familiare.

"Stiles che succede?" era mio fratello, Stiles prese un gran respiro.

"Tua sorella si è chiusa dentro, penso si stia sentendo poco bene non lo so" mio fratello provò ad aprire la porta ma non riuscì e poi rivolto a me sussurrò sulla porta:

"Puoi aprirmi Ally? Perfavore" sentii il suo cuore iniziare ad accelerare e mi avvicinai alla porta aprendola e piazzandomi davanti ai due.

"Sto bene, va tutto bene" alzai le spalle e mi asciugai le guance bagnate iniziando a camminare verso l'aula di filosofia. Qualcuno mi prese il polso e io mi voltai, i suoi occhi color nocciola circondavano perfettamente i miei, mi persi per un secondo quasi boccheggiando per tornarne a galla.

"Possiamo parlare perfavore?" mi sussurrò allentando la presa dal mio polso, guardai dietro a lui mio fratello che mi guardò a mia volta corrucciando il viso, poi si allontanò. Il mio sguardo ricadde di nuovo su Stiles che girò leggermente la testa verso destra aspettando una mia risposta.

"Di cosa dobbiamo parlare? Non siamo più fidanzati, probabilmente per la tua capoccetta non siamo nemmeno mai stati fidanzati! Ti è entrato da un orecchio e ti è uscito da un'altro" sbottai sempre sussurrando per non ricevere l'attenzione di nessuno tranne che del sottoscritto.

"Alycia io ti amo non dire cavolate! Non capisco cosa ti prende!" continuò lui con lo stesso mio tono e io corrucciai la fronte.

"Forse è meglio se ci lasciamo, non siamo destinati probabilmente...come ti dissi quella volta, siamo due pezzi di un puzzle che hanno la stessa forma ma non lo stesso disegno" sussurrai spegnendo definitivamente la poca luce che mi era rimasta negli occhi.

"Tu non capisci, non capisci che senza di te non ci posso stare. Non ti entra proprio nel cervello, eri e sei il mio tutto.Mi stai consumando...non puoi lasciarmi. Non puoi farlo, mi odi così tanto? E poi per cosa? Per i tuoi capricci? Vaffanculo Alycia, veramente." iniziò a delirare lui mentre continuava a guardarmi negli occhi gesticolando, ogni parola che emetteva dalla sua bocca mi si allentava la presa dalle gambe.

Mi guardò socchiudendo le labbra e non riuscii a proferire parola che mi ritrovai le sue spalle in faccia, si stava allontanando da me, era finita.

Entrai velocemente nell'aula di letteratura, ancora scioccata dal suo atteggiamento, e mi sedetti al primo banco dove mi stava aspettando Malia.

"Ehi McCall! Che succede?" iniziò contenta lei poi si incupì guardandomi in volto.

"Simpatica la tua amica nuova, veramente tanto...è molto brava anche nella materia gatta morta con il fidanzato, ex fidanzato, di Alycia!" dissi ironica ridendo amaramente e lei corrucciò la fronte.

"Sta sul cazzo anche a me tranquilla" alzò le spalle e mi fece ridere, mi girai verso di lei e la abbracciai.

"Quindi ti muovi a raccontarmi o dobbiamo aspettare che arrivi la prof?" ridacchiò lei facendomi tornare piano piano il sorriso.

𝐒𝐂𝐎𝐓𝐓 𝐃𝐎𝐄𝐒𝐄𝐍'𝐓 𝐊𝐍𝐎𝐖, Stiles StilinskiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora