5. SOLO AMICI, 2 parole , 9 lettere e tanti significati.

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                                                Febbraio 2009

Dopo l’incontro con Luca e l’intervento di Andrea in mio soccorso qualcosa di strano e incomprensibile è successo tra me e quest’ultimo. L’aver incontrato Luca con Anna nel posto più improbabile mi ha sconvolta completamente. Andrea si è immediatamente preoccupato per me. Non saprei esattamente che definizione dare al nostro rapporto, so solo che da quel giorno passiamo tanto tempo insieme. Condividiamo pranzi, cene e aperitivi. E anche oggi mi ha chiesto di accompagnarlo a trovare un regalo per suo nipote che domani compie due anni.
Indipendentemente dalla definizione del nostro rapporto passare del tempo con lui mi fa bene.
Mi aiuta a non pensare.
Mi aiuta a dimenticare le negatività.
Mi aiuta a sorridere e si sa che la risata è la migliore medicina contro i problemi del cuore. Che poi pensandoci bene io non soffro per Luca, non soffro più, semplicemente mi disgusta. E poi Anna doveva conoscere proprio lo sposo. A volte penso che il destino si sia accanito nei miei confronti.

«pronta a passare un pomeriggio con me in cerca di un regalo per un bambino di quasi due anni?» chiede Andrea fermando l’auto davanti ai miei piedi nel luogo dove ci eravamo accordati di incontrarci.

«non potrei chiedere di meglio» rispondo mentre salgo sul mezzo dove risuona “sei fantastica” di Max Pezzali. Non so se lo fa a posta a mettere queste canzoni, sapendo che mi piacciono da morire le canzoni di Max Pezzali, o semplicemente è un caso in quanto anche a lui piace.
Arrivati al negozio di giocattoli iniziamo a girare le corsie tra peluche, macchinine, costruzioni e tanti altri giocattoli. È talmente bello e semplice il modo con cui affrontiamo ogni attimo insieme che quasi mi spaventa. Ho paura di affezionarmi più del dovuto ad Andrea. Ho paura che poi da un momento all’altro esca dalla mia vita. Forse anche per questo motivo mi lascio andare ma dopo poco faccio marcia indietro perché ricordo la caduta subita. Ricordo come sono precipitata, proprio quando pensavo che la tristezza non esistesse, quando credevo che tutti fossero bravi e buoni, quando vedevo solo positività intorno a me. È proprio quando stavo all’apice della gioia che ho avuto la doppia pugnalata in un colpo unico.
Fa male.
Fa tanto male.
E in questi momenti mi rendo conto che segna per sempre.
Mentre osservavo una corsia mi sono persa Andrea che mi viene incontro con una finta rosa rossa.

«e quella?» chiedo con il sopracciglio inarcato.

«è per te!» afferma.
«un semplice ricordo per questo San Valentino un po' diverso.»
Già San Valentino! Penso in silenzio.

«non serve mica essere innamorati per fare un regalo, no?» chiede avvolgendomi tra le sue braccia.

Osservo il suo sguardo scuro e accenno un sorriso.
«no non serve» rispondo avvicinandomi a un peluche.
«questo potrebbe piacergli?» domando cambiando discorso di proposito.
È subentrata la paura che non mi permette di essere spontanea fino in fondo.

«scusa un secondo, mi sta chiamando mio padre» comunica allontanandosi con il telefono in mano.
Dopo dieci minuti ritorna con il broncio.

«che succede?» chiedo preoccupata.

«nulla Julia, devo andare a incontrare mio padre, vuole vedermi il prima possibile»

«ok, vai tranquillo io prenderò un taxi»
«vuoi venire con me?» domanda con lo sguardo supplichevole.

«così potrò liberarmi di lui il prima possibile, per favore.»

Acconsento senza comprendere la motivazione della mia presenza al loro incontro.
Arriviamo al porto, luogo dove il padre gli ha chiesto di raggiungerlo.

«ha detto che lo trovavo in fondo alla passeggiata» annuncia Andrea spezzando il silenzio che ci aveva avvolti subito dopo la telefonata. Si è completamente ammutolito e non capisco quale sia la ragione.

«sicuramente si è preso un nuovo yacht e vorrà mostrarmelo, ahimè mio padre è fatto così, un uomo legato ai beni materiali e un po’ meno agli affetti» comunica con tono malinconico unito a una nota di rabbia.
Giurerei di aver percepito rancore nelle sue parole. Io dal canto mio continuo a rimanere in silenzio per far sì che possa continuare a sfogarsi.

«eccolo lì, è lui» esordisce indicando un uomo sulla cinquantina, ben vestito in giacca e cravatta e sorridente. Lo stesso sorriso di Andrea, anche la corporatura statuaria direi che l’abbia presa dal padre.

«ben arrivato figliolo» annuncia avvolgendo il figlio in un abbraccio caloroso che lui non ricambia. Si fa abbracciare ma le sue braccia sono immobili lungo i fianchi. Ripenso al suo discorso e non mi spiego l’astio nei confronti del padre.

«papà lei è Julia» comunica staccandosi dalla presa del padre.

«però siete una coppia bellissima» annuncia il papà di Andrea.

oh no, non siamo fidanzati” comunichiamo all’unisono.

«siamo solo amici» aggiunge Andrea mentre io affermo con il capo.

«va bene ragazzi, come dite voi.»

«ti piace?» chiede rivolgendosi ad Andrea mentre indica uno yacht davanti a noi.

Per un attimo ripenso ai discorsi di Andrea prima di venire qui: “sicuramente si è preso un nuovo yacht e vorrà mostrarmelo”.

«bello, complimenti» comunica disinteressato Andrea.

«buon compleanno figlio mio, so che ai tuoi occhi sembro superficiale ma sappi che ti voglio bene, questo è il mio regalo per te.»

«papà non scherzare»

«non scherzo affatto e stasera ti porto a cena, anche se compi ventisette anni per me sarai sempre il mio piccolo.»
È assurdo vedere la dolcezza del padre e il distacco di Andrea, sono completamente confusa.

«mi dispiace papà ma avevo organizzato con Julia per stasera» comunica voltandosi nella mia direzione ed io spalanco gli occhi per lo stupore.

Non sapevo nemmeno che oggi era il suo compleanno, mi aveva detto che dovevamo trovare un regalo per il nipotino. Ora mi sto chiedendo se esiste il nipotino o semplicemente era tutto una scusa. Forse prevedeva anche l’incontro con il padre.
È un labirinto umano questo ragazzo.

«va bene Andrea, vedo l’impazienza della vostra serata dagli occhi sorpresi della tua amica.»

Abbasso lo sguardo per l’imbarazzo. Mi sento in colpa anche se di fatto non ho spiaccicato parola, non me la sono sentita di fingere e mentire, sono rimasta in silenzio. Ma si sa che il silenzio vale più di mille parole.

«almeno fammi un favore, accetta la cena che avevo fatto preparare per noi.»

Andrea mi guarda in cerca di aiuto ma purtroppo non so come fare. Non conosco il loro rapporto e di fatto mi rendo conto che non conosco anche lui.
È tutto un mistero.
Un enigma da decifrare.

«va bene papà, grazie»

«allora buona serata ragazzi e buona inaugurazione all'Amore.»

Ci osserviamo, occhi negli occhi, l’oscurità dei nostri sguardi si ritrova, l’uno nell'altra, nero su nero.

«papà ti ho già detto che siamo amici» comunica Andrea spostando il suo sguardo.

«l’ho capito figliolo, mi riferivo allo yacht, l’ho chiamato AMORE ciò che sei tu per me, buona serata.»
Mentre il padre si allontana ci spostiamo e notiamo la scritta.
                           
                            Amore

E i nostri sguardi ritornano lì dove si sono staccati poco prima.
Abbiamo interrotto lo scambio di sguardi per poter affermare che noi siamo solo amici.

Spazio autrice:

Eccoci con nuovo aggiornamento.

Grazie per le vostre letture, stelline e commenti.
Grazie!!!

Al prossimo capitolo!!!

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