18. Cuore incatenato

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Arrivata davanti alla struttura noto subito lo sguardo sorpreso di Daniel dovuto alla presenza di Alessio e alle nostre mani unite.

«Daniiiii» annuncio euforica mentre gli avvolgo le braccia al collo.

«quanto mi sei mancata Julia!»
Dopo un tempo infinito ci stacchiamo e lui porta lo sguardo su Alessio che si sta godendo la scena del nostro incontro.

«non mi presenti il tuo fidanzato?» chiede.

«veramente non.. » cerco di negare che lui sia il mio fidanzato, ma non faccio in tempo.
«piacere Alessio, Julia mi ha parlato molto di te.»

Osservo Alessio sorpresa dalla sua affermazione.

«ragazzi vi lascio soli, Julia se hai bisogno di un passaggio chiamami. Daniel è stato un piacere, ci vediamo!»
Lo guardo mentre si allontana e mi chiedo perché è venuto fino a qui a presentarsi per poi andarsene.

«ti sei fidanzata e non mi dici niente. Bella amica che sei!»

«Dani non è così»

«non inventarti giustificazioni, non ne hai bisogno con me, piuttosto tieni le chiavi vai a recuperare l’ultima corrispondenza che è arrivata, l’ho appoggiata all’ingresso.. Io faccio due telefonate di lavoro e poi ci sono!»

Afferro il mazzo di chiavi e mi incammino verso l’appartamento, con il tremolio che avanza insieme ai miei passi. Arrivo alla porta, inserisco la chiave e mi soffermo con gli occhi chiusi.


Flashback

«sei pronta Juli?»
«ho acquistato questa casa per noi, d’ora in poi e per l’eternità passeremo la nostra vita qui»
«sono pronta amore mio»

Giro la chiave e la porta si apre, non vedo l’arredamento i miei occhi osservano il vuoto del primo giorno.

Flashback

«non mi sono permesso di arredarla da solo, voglio che ogni pezzo sia nostro, che parli di noi, del nostro vissuto qui dentro.»

Asciugo le lacrime che mi impedisco di guardare e appare il mobiletto dell’ingresso che abbiamo dipinto insieme. Lo abbiamo comprato nuovo ma ci piaceva l’idea del mobile vecchio, vissuto, così lo abbiamo trasformato. Accarezzo il legno come fosse un pezzo prezioso e la memoria ritorna a quella giornata, alle risate e ai momenti indimenticabili nella mia memoria.

Flashback
«Julia mi hai schizzato la pittura addosso?»
«hai osato farlo?»
«sì signore! Quale sarà la mia punizione?»

Accenno un sorriso osservando l’angolo in cui ci siamo uniti per la prima volta in questa casa. Coperti di pittura siamo diventati una cosa unica. Abbiamo fatto l’amore in ogni angolo di questa casa e ogni volta è impressa nella mia memoria.
Porto lo sguardo sull’appendiabiti e la sua giacca è ancora lì, impolverata, ma intatta come l’ha lasciata lui.
Poi lo sguardo si sposta sul mio post-it, attaccato allo specchio.

è il 1/1/2011 e io me ne sto andando perché lo hai voluto tu.. Qualunque sia il giorno, il mese o l’anno in cui farai ritorno sappi che sarai ancora nel mio cuore e nella mia mente. Sempre tua J.”

Afferro un post-it dal blocco e scrivo:

siamo nel 2021 e rinnovo quanto detto nel 2011. Manchi da morire, tua J.”

«penso che non sia rispettoso nei confronti di Alessio» annuncia Daniel facendo il suo ingresso nella casa.

«Alessio sa tutto, non ti preoccupare  e comunque è solo un promemoria per me tanto Andrea non lo leggerà mai.»

Asciugo il volto e cerco di ricompormi.

«è indubbio che tu non lo hai proprio cancellato dalla testa e dal cuore, pensavo che fossi andata avanti quando ti ho vista con Alessio.»

«vieni, usciamo da qui.»

Lasciamo l’appartamento e anche il palazzo e ci ritroviamo in strada, entrambi silenziosi.
Non abbiamo nulla da dire, i nostri volti esprimono tutto, i nostri sguardi si sono compresi in silenzio.
Parlare non serve a niente, ci pensa già la mia testa a farsi i discorsi silenziosi.
Grido tante cose dentro me, tutte rivolte ad Andrea.
Se sapessi che mi sta ascoltando gli chiederei di non lasciarmi a terra.
Gli direi che la sua assenza mi uccide ogni giorno.
Gli chiederei di fermarsi e pensare a me per una volta. Solo ed esclusivamente una volta, gli chiederei di rivolgere i suoi pensieri a me e al modo in cui mi ha lasciata.
Gli chiederei di raccogliermi dove mi ha lasciata e stringermi a sé.
Gli chiederei di non lasciarmi così.
Gli chiederei di riportarmi in vita.

«quindi da quanto va avanti con Alessio?» chiede Daniel spezzando il silenzio che ci avvolgeva.

«da ieri sera!»

«sul serio? Per essere praticamente al vostro primo giorno di storia siete molto in sintonia.»

Sintonia!
La parola sintonia ricordo di aver letto che deriva dal greco syntonia e significa “accordo di suoni” e forse sì, io e Alessio, raggiungiamo l’accordo perfetto, ma ciò non significa che possiamo essere una copia. È semplicemente una caratteristica che ci accomuna, ma non l’evidenza incancellabile di un grande amore. Io ci provo ad avanzare, ci metto tutte le mie forze. Mi pongo le regole da seguire, ma puntualmente i pezzi di Andrea invadono il mio cammino e tutti i discorsi che mi faccio, le regole che mi pongo, i buoni propositi che decido di seguire svaniscono nel nulla.

«sono contento che ti stia dando un’opportunità, te lo meriti!»

Osservo Daniel in cerca di una spiegazione di quanto da lui affermato.

Me lo merito!

Esattamente cosa mi merito?
Di stare con un ragazzo per cercare di dimenticarne un altro?
Di costruire una relazione con la mente, perché il mio cuore è fuori uso, è questo che mi merito?
L’eterna infelicità mi merito?

A volte si cerca di dire frasi ad effetto per poter in qualche modo sopperire una mancanza altrui, ma forse basta un abbraccio, un silenzio in compagnia, un gelato o una cioccolata calda. Qualunque cosa va benissimo, basta non affrontare la motivazione di malumore altrui.
Perché nemmeno io so cosa mi merito.
So solo cosa non mi meritavo.
Non mi meritavo tutta questa sofferenza.
Non mi meritavo l’assenza di Andrea.
Non mi meritavo il cuore incatenato.

«e poi mio cugino è un cretino, sparire così nel nulla senza dare notizie per tutto questo tempo.
Non si merita così tanto da parte tua!»

«Daniel parliamo d’altro?» chiedo esausta.

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