Milano
Oggi
Sono le venti e io sono appena rientrata a casa, è stata una giornata faticosa e abbastanza stressante.
Avanzo verso la mia stanza ma la voce inconfondibile di Anna mi blocca alla porta:“Povera amica mia, dal mio stupido comportamento si ritrova a vivere questa grande sofferenza.”
Scosto leggermente la porta e la vedo con il mio quadernone tra le mani, quell’oggetto a me caro, dove ho raccontato tutta la mia vita a partire dal tradimento di Luca con Anna fino all’abbandono di Andrea.
“Se avessi usato la testa, se non fossi stata egoista, se non mi fossi buttata tra le braccia di Luca lei non sarebbe in questa situazione, non soffrirebbe da oltre dieci anni..”
«la vita non è fatta di se cara Anna» comunico interrompendo i suoi pensieri.
«Julia ciao… scusami per .. » balbetta mostrando il quaderno.
«tranquilla»
«tua madre mi ha detto che potevo aspettarti qui e mi ha incuriosito, scusami»
«non preoccuparti Anna.»
Ho smesso di arrabbiarmi per cose inutili e stupide. Non ne vale la pena sprecare il tempo per ciò.
La vita è talmente breve che nemmeno ce ne accorgiamo.
Non si può sprecare questo dono.
Sì è un dono la vita.
Abbiamo avuto questo bellissimo regalo.
Immenso.
Lo abbiamo e nemmeno ci accorgiamo, sprechiamo le giornate senza valorizzarle, perdiamo ore dietro ad attività inutili e impegniamo minuti preziosi su pensieri inutili.«è tanto che aspetti?» chiedo mentre cambio l’abbigliamento.
«da stamattina» afferma quasi sottovoce.
Mi volto a osservarla visibilmente sorpresa dalla sua affermazione.
«sì è da stamattina che leggo il tuo quaderno, sono arrivata al momento dell’abbandono» comunica avvolgendomi in un abbraccio.
Rimango rigida tra le sue braccia mentre le lacrime iniziano a rigarmi il volto. Cerco di non pensare a quel momento in cui Andrea mi ha abbandonata ed è sparito.
«mi dispiace che tu stia soffrendo così tanto, vorrei poter fare qualcosa per.. »
«nessuno può farci niente Anna, io devo uscirne da sola»
È proprio così, gli artefici del nostro destino siamo noi. Se decidiamo di piangerci addosso non possiamo pretendere che siano gli altri a tirarci su il morale. Nessuno può fare i conti con i nostri pensieri e nemmeno con i nostri sentimenti. Per quanto io abbia provato a lasciare Andrea nel passato lui continua ad esserci nel mio presente. Lui c’era negli occhi di quello che ho frequentato per quasi un anno, c’era nel profumo dell’amico di Anna che dopo pochi mesi ho liquidato e anche nei modi di fare del ragazzo che ho incontrato la scorsa settimana. Lui c’è sempre e io non riesco a lasciarlo andare, la mia testa non ci riesce. Vorrei avere la sua freddezza, i suoi modi di fare, schiacciare il tasto e spegnere ogni emozione ed andare avanti come se non fosse esistito. Proseguire la mia vita senza essere travolta dal passato, senza farlo apparire in ogni occasione, in ogni pensiero.
Anche nelle situazioni di lavoro lui appare nella mia testa. Come stamattina, quando il responsabile del personale mi ha chiamato dicendomi: “ci dispiace ma deve assolutamente rientrare a Genova, abbiamo questioni urgenti e ci serve qui.”Dopo la partenza di Andrea ho chiesto il trasferimento nella sede di Milano, era l’unico modo per sentire un minimo di distacco. Dico minimo perché lui è costantemente nei miei pensieri e ora dover ritornare lì dove regna il nostro vissuto non mi rende per niente felice, anche se lo so che lui non è lì.
“deve assolutamente rientrare a Genova”
Queste parole mi risuonano in testa da stamattina e in particolare una, la parola Genova. Ormai sono dieci anni che cerco di ignorare quella città, ho anche provato a toglierla dalla mia testa senza riuscirci purtroppo. Quel gennaio del 2011 non ho solo perso Andrea, ho lasciato tutto come ha fatto lui con me, ho cercato il distacco totale da tutto ciò che mi ricordava lui. Volevo dargli una lezione, così nel caso lui fosse tornato, ma Daniel mi ha sempre aggiornata e di Andrea nemmeno l’ombra. È sparito come non fosse esistito, l’unico con cui si sente è suo padre. Ovviamente questo me lo ha detto Daniel perché io non ho contatti con la sua famiglia, non ha mai voluto presentarmi a loro come la sua fidanzata.
«mi dispiace averti ricordato il passato» annuncia Anna irrompendo nei miei pensieri.
«tranquilla, non hai fatto nulla»
«usciamo a bere qualcosa?
Così ti svaghi!»La guardo in silenzio e penso al giorno che ritornai a Milano. Lei venne a prendermi alla stazione centrale, in quanto mia mamma non si era sentita bene e le aveva chiesto questo piacere. Ero molto arrabbiata con lei, ma dopo la pugnalata di Andrea quella di Anna in confronto era una carezza.
Così, come stasera, ci osservammo, occhi negli occhi, e senza aggiungere altro ci unimmo in un abbraccio.
La nostra amicizia riprese il suo cammino lì dove si era interrotto. È proprio alla stazione che avevo chiuso il capitolo Luca e Anna, ma poi il destino mi ha dimostrato che nulla era finito. La nostra amicizia era solo rimasta sospesa nell’aria per poi ritornare sulla terra. Nulla finisce veramente finché c’è vita. Le cose, le persone, le situazioni che classifichiamo come perse in realtà sono rimaste ferme dove le abbiamo lasciate. Sono rimaste proprio dove noi abbiamo deciso di lasciarle perché in quel momento non andavano bene per noi. So che Anna mi aveva ferita molto, ma in quell’istante in lei ho trovato l’appoggio di cui avevo bisogno per non crollare. Ho trovato quel sostegno che mi appoggiava senza chiedere. Lei non voleva sapere e non ha mai fatto domande e la maggior parte delle cose che mi tenevo dentro le ha scoperte leggendo il mio quaderno.«devo preparare le valigie» comunico distogliendo lo sguardo.
«le valigie? Dove vai?» chiede sorpresa.
«a Genova»
«è tornato Andrea?»
«no Anna, è per lavoro non per lui.. Sai che non andrei per lui, per me è morto» affermo rabbiosa.
Porto la mano sul cuore e cerco di tamponare il dolore che provo quando sento il suo nome, quando parlo di lui e quando lo definisco morto nei discorsi con gli altri.
So che farei di tutto per averlo davanti a me e chiederli perché?
Perché è sparito?
Perché mi ha lasciata così?
Perché mi ha cancellata dalla sua vita come fa la gomma con la matita? Eravamo questo? Io una matita e lui la gomma che mi cancella quando vuole?
Solo questo eravamo?
I miei perché sono infiniti eppure basterebbe la sua mano che avvolge la mia per alleggerire la tristezza. Basterebbe la sua mano appoggiata al mio cuore per tamponare ogni forma di dolore.
Basterebbe la sua mano per togliere i perché.
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© L'amore è
RomanceINIZIO PUBBLICAZIONE 10/03/2021. L'AMORE È nasce da piccoli attimi di felicità che unendoli creano la gioia immensa di amare ed essere amati. Perché dalle piccole cose si raggiungono i grandi traguardi. L'AMORE È non vuole insegnare cos'è l'amore...