15. Il nostro destino è guidato dalla nostra volontà..

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È passata una settimana dal ritorno a Genova.
Arrivare in ufficio il primo giorno è stato traumatico in quanto ho trovato un post-it che ancora conservo.

"Ben tornata!


Questa settimana non ci sono, ma lunedì prossimo, non prendere impegni, in pausa pranzo sei impegnata con me.

A."

Con le mani tremolanti e il cuore in gola continuavo a leggere quel foglietto e a domandarmi che razza di scherzo fosse quello.
Ovviamente la mia testa era fissa su lui, Andrea.
Lui mi lasciava post-it firmati con la A.

Per fortuna in mio soccorso venne una collega dicendomi che il figlio del titolare, con il quale dovrei lavorare, era fuori Genova questa settimana.
Ho sempre avuto un contatto telefonico con Alessio, ma non mi aspettavo un bigliettino. Forse perché io quei post-it li vorrei ancora ricevere da Andrea.

La mia testa e il mio cuore sono bloccati su noi, qualunque cosa mi accada la collego a lui come se il resto del mondo non possa: scrivere un post-it, avere il nome con la sua iniziale o ascoltare una canzone che ascoltavamo noi.

Lo so che dovrei andare avanti, dare una possibilità in più alle persone che si avvicinano a me, superare il blocco dentro di me, distruggere il muro che ho costruito in tutto questo tempo. A parole riesco a fare tutto, ma poi dopo il primo appuntamento inevitabilmente ritorno a lui, mi sento di fare un torto a noi.
So bene che lui ha rinunciato da tanto a noi e vorrei riuscirci anche io.

«sei pronta?» domandano due occhi verdi affacciati alla porta del mio ufficio.

«ciao, sono Alessio» comunica avvicinandosi.

Stringo la sua mano e gli occhi, inevitabilmente, squadrano ogni parte del suo corpo perfetto.

Le spalle larghe, il petto scolpito che intravedo dall'apertura della camicia e un sorriso mozzafiato mi fanno perdere la conoscenza della mia lingua madre.

«Julia» pronuncio con un filo di voce e la mano ancora attaccata alla sua.

«andiamo?» domanda staccando la presa della mia mano.

Mi sento completamente stordita e confusa.

Erano anni che non provavo una scossa simile.

Erano anni che non incontravo qualcuno che potesse suscitare anche la minima attenzione da parte mia.

Erano anni che non sorridevo come una deficiente senza capirne il motivo.

Erano anni che non perdevo l'autocontrollo.

Erano anni che non sentivo il mio cuore.

Mi sono sempre confrontata telefonicamente, per lavoro, con Alessio ma non lo immaginavo così attraente. Anzi, non lo immaginavo proprio!

«prendo la borsa e ci sono» comunico.

***

Dopo il pranzo con Alessio sono rientrata in ufficio. Ho scoperto che l'urgenza del mio rientro è dovuta all'arrivo della sorellina, Silvia, che sta tornando dall'America con il fidanzato. Entrambi hanno ideato un progetto di azienda che vorrebbero sviluppare qui e io dovrò collaborare con loro. Alessio non mi sembrava molto entusiasta del fidanzato di sua sorella, ma era molto contento del ritorno di lei che ormai vive in America da troppo tempo.

"Pensa che ha provato di tutto per conquistare quello stupido, si è fatto desiderare come una donna."

Disse mentre parlava del cognato.


In quell'istante non riuscii a trattenere la risata e lui fu sorprendentemente dolce.

Mi spostò una ciocca di capelli, che mi copriva l'occhio sinistro, mentre io mi immobilizzai di fronte alla sua leggera carezza.

Mille domande si fecero strada nella mia testa.

Chi era questo ragazzo?

Perché era apparso proprio adesso?

Che domanda stupida!

Non ci sono tempistiche precise in cui qualcuno deve apparire nella nostra esistenza, le persone arrivano senza preavviso, entrano nella nostra vita e la stravolgono.
A volte arrivano come un uragano, quella potentissima perturbazione che stravolge tutto di noi. Quella potenza che ci cambia nell'esatto istante in cui si interfaccia con la nostra esistenza. Altre volte invece arrivano dolcemente e quasi senza accorgerci, quasi come la primavera che arriva piano piano, addirittura a volte si fa anche desiderare. Arriva piano la primavera, ma comunque il cambiamento avviene e così anche le persone in qualsiasi modo possano giungere nella nostra vita dopo il loro passaggio la nostra esistenza non è più quella di prima. Senza volere i pensieri e i modi di fare ci influenzano. All'inizio non ci rendiamo conto, pensiamo di essere intoccabili, ma in fondo siamo delle spugne, assorbiamo da chi ci sta accanto.
Siamo fatti così, abbiamo bisogno della presenza delle persone intorno a noi, per poter assorbire, per poterci sentire vivi. Può anche succedere che con il passare del tempo noi diminuiamo il numero delle persone intorno a noi, quelle amicizie che in realtà tali non erano le eliminiamo, quasi da sembrare associali. Ma non siamo associali.
Siamo maturi, concreti e decisi. Scegliamo le persone giuste e adatte da farci sentire vivi.

Esattamente!

Il nostro bisogno è quello di essere vivi, quella vita fatta di gioia pura, persone vere, emozioni reali.

Arriva un momento della nostra vita dove conta solo l'essenziale, quell'istante in cui capiamo il tempo perduto per questioni futili, quell'attimo dove regna la semplicità e che diventa ragione della nostra serenità.
Perché alla fine di tutto, al termine di una relazione o di un'amicizia ciò che più vogliamo è la serenità. Non cerchiamo altro che un po' di pace che ristabilizzi la nostra mente confusa. Quella confusione che mi porto dietro da troppo tempo, il problema è che non sempre si ritrova la serenità perduta, non sempre ci si rialza immediatamente dalle cadute, non sempre si cambia pagina immediatamente. Certe storie, alcuni accaduti ci vuole più tempo per elaborarli, a volte anche tutta la vita.

È il nostro destino guidato dalla nostra volontà.

È lui il motore delle nostre azioni.

È il nostro volere a instradare le nostre decisioni, le strade da prendere, i luoghi dove fermarsi e quelli da scoprire.

E, forse, la mia volontà ora mi sta mostrando la strada da lasciare e quella da intraprendere.



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