Capitolo 20.

399 60 33
                                    

"Vorrei vederti vestita di niente, scriverti addosso che sei mia per sempre."

•Carezze sul cuore

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

•Carezze sul cuore.

I primi giorni dell'anno erano sempre quelli più difficili da trascorrere, viste le feste appena passate e la poca voglia di ritornare alle proprie vite lavorative. Eppure, quella mattina, nelle cucine di uno degli hotel più famosi di Chicago, erano presenti volti sorridenti e venivano canticchiate canzonice a voce bassa tra una portata e l'altra. Che l'amore fosse nell'aria sarebbe stato evidente anche al più cinico degli esseri umani e sicuro anche quest'ultimo avrebbe sfoderato un bel sorriso se si fosse imbattuto in quello sereno di Michaela Monroe, che tra una canzone sdolcinata di Taylor Swift e una botta di adrenalina data dai Green Day, si destreggiava a decorare la sua ultima dolce creazione. Mario non ci aveva messo molto a comprendere che lei fosse solo brava in quello e contrariamente a come si era aspettata, non aveva aperto bocca con nessuno, incaricandola semplicemente di fare il suo lavoro, qualunque esso fosse stato.

Tutto sembrava girare, finalmente, per il verso giusto e a quel pensiero le venne quasi naturale alzare gli occhi al cielo e precisare ai Dio che no, quella costatazione non era stata affatto una sfida nei suoi confronti. Dopo anni passati a odiare sua madre, aveva persino smesso di provare quel rancore che l'avsva da sempre consumata dentro. Certo, non poteva ancora garantire che prima o poi avrebbe accantonato tutto quanto e l'avrebbe amata come si dovrebbe fare con una mamma, ma era un giusto punto di partenza, no? Liam le aveva risposto di sì più volte prima di lasciarla uscire dalla propria macchina, eppure lei continuava a farsi quella domanda, incapace di credere che ci fosse speranza per una situazione così tragica. Ma non c'era niente di male a fingere di crederci, anche solo per un attimo, anche solo per mettere a tacere il dolore per un poʼ e per il momento sembrava funzionare. Sembrava.

«Non c'è proprio niente da fare! Il bamboccio ti ha proprio fatto perdere la testa!» la voce annoiata di Zack la costrinse a scendere dalle nuvole e mettere di nuovo i piedi sulla terra. «Buongiorno anche a te, zuccherino. Siamo sulla terra, è iniziato un nuovo anno e siamo in albergo a sgobbare! Ci sei?» sventolò una mano per farsi notare, mostrando le sue solite manie da protagonismo.

«Ti ho sempre detto che non sei per niente divertente, Zack.» Miky gli rimediò una smorfia infantile, voltandosi poi verso suo fratello Cole. «Gliel'ho sempre detto che non è divertente.» ripeté per avvalorare la sua tesi e ignorare il verso che l'altro le aveva appena fatto.

«Io sono anni che lo sostengo!» il biondo aveva appena posato dei piatti vuoti sul bancone e si stava apprestando a prendersi da bere dopo un turno sfiancante quasi terminato. «Ma chi starebbe a sentire un gay con dei problemi di socializzazione?» alzò le spalle con un sorrisetto ironico a piegargli le labbra.

«Ergo: l'appuntamento di ieri è andato così male che alle dieci era già a casa e si è persino cucinato il pollo fritto!» Zack non riuscì a trattenere le risate, consapevole che al fratello non avrebbero fatto male, se n'era assicurato di persona la sera precedente. Come sempre.

Love Yourself.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora