"Ti sfiora passando per strada e tu pensi di averlo già conosciuto, forse sei stata un fiore nella sua mano, qualche secolo fa."
•Scuse imbarazzanti.
Le auto sfrecciavano alla velocità della luce, la guida di Jane non era mai stata delle più sicure al mondo, le aveva sempre fatto un po' di paura se proprio doveva ammetterlo. Meglio non farlo ad alta voce, certo, lei faceva finta di non notare il fatto che la bionda si stesse sistemando il mascara nel bel mezzo dell'autostrada, in fondo quello era niente se messo a confronto con quella volta in cui si era messa alla guida mentre ancora si stava sistemando la coda di cavallo. Dopo anni passati a rimproverarla, si era abituata al suo fare spericolato e quasi ne sorrideva in quel momento, soprattutto perché era in grandissimo ritardo per il suo primo giorno di lavoro; pessimo modo di cominciare.
Ancora non aveva capito che cosa fosse successo, come avevano fatto a scambiarla per qualcun altro e principalmente, com'era possibile che il fato le stesse regalando una gioia dopo anni di sfortuna sfacciata. Doveva ammettere che ancora non riusciva a crederci, se chiudeva gli occhi poteva ancora stupirsi per la bellezza di quei fiori che adornavano tutto l'albergo. Per un attimo, un solo e piccolo istante, si era sentita quasi una principessa arrivata al castello, quella che da bambina aveva sempre sognato di essere. Quanto le mancava avere quell'innocenza surreale, zero consapevolezze e la luce negli occhi che pian piano si era spenta sempre di più. Un po' si odiava per quell'ultimo dettaglio, aveva sempre permesso alle persone di ferirle l'orgoglio e la vanità, costringendola spesso a vergognarsi di ciò che era solo ed esclusivamente per qualche chilo in più che portava addosso. Ingenua come poche e debole come tutti, Miky continuava a sperare che prima o poi sarebbe riuscita a recuperare quell'amata luce chiara e spensierata.
«Giusto cielo!!! Non scherzavi quando hai detto che si trattava di una reggia!» l'espressione stupita sul volto di Jane la obbligò a rivolgere il proprio sguardo sul soggetto in questione.
L'albergo se ne stava ancora lì come il giorno prima, fermo e scolpito nella pietra, ancora ricco di quell'imponenza che metteva in soggezione e disagio chiunque gli posasse gli occhi addosso. Miky piegò appena il capo quando scese dall'auto, la sua visuale fu completamente diversa da quella che aveva avuto il giorno precedente; ebbe la sensazione che tutto quel luccicare, osare e mettere in mostra, fosse solo un modo per nascondere la vera natura che si celava dietro tutti quelli sfarzi, una tattica di difesa messa in atto da chi si sentiva molto meno di quanto volesse far vedere al resto del mondo. Sentì un vuoto al petto a quei pensieri, si diede della stupida da sola perché dovette ricordare a se stessa che non conosceva affatto il padrone di quell'edificio e lei che odiava tanto chi giudicava, di certo non poteva permettersi di essere ipocrita e farlo di rimando.
«Miky é tutto okay?» il tocco di Jane sulla schiena la riportò con i piedi per terra e la fece spalancare gli occhi mentre le lancette continuavano a girare.
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Love Yourself.
RomanceIl coraggio più grande risiede nell'essere se stessi; imperfetti, originali, unici. Michaela poteva dire di possedere tutti e tre gli aggettivi, ma se si parlava di amare la donna che vedeva allo specchio, allora preferiva voltare il capo ed ignorar...