"Ognuno di noi ha un paio di ali, ma solo chi sogna impara a volare."
La primavera era il periodo dell'anno che Michaela amava di più dopo il Natale. I fiori erano sbocciati già in tutta la città e il sole aveva finalmente iniziato a scaldare ogni angolo della sua bellissima Chicago. Seduta su una delle sedie della sua pasticceria, osservò i passanti con un sorriso in volto e la bocca piena della sua torta preferita, quella che non aveva esposto davanti a tutte nella vetrina appena allestita per l'inaugurazione di Miky House, al contrario delle aspettative di Jane. Ma che aveva preferito tenere in un piccolo angolino, convinta che chiunque l'avesse scelta lo avrebbe fatto con la convinzione che fosse davvero buona e non perché era la prima su cui cadeva l'occhio. Un po' come lei.
Mancava ancora un po' all'apertura definitiva delle porte, così riuscì a concedersi qualche altro minuto di spensieratezza e persino qualche sorso del suo cappuccino. Aveva passato così tanti anni nella certezza di non essere abbastanza che in quel momento non era per niente nervosa, tutt'altro. Era l'unica a starsene con un sorriso stampato sulla faccia, sicura finalmente di potercela fare, di riuscire a conquistare il cuore dei clienti con la dolcezza più assoluta, la stessa che lei impregnava in ogni creazione. Si era dichiarata stanca di credersi incapace, aveva messo tutta se stessa in quegli ultimi mesi e per niente al mondo si sarebbe lasciata scoraggiare da insicurezze inutili, o almeno era quello che si ripeté di nuovo in mente, prima di lisciarsi le pieghe del vestito che indossava e di riportare il piattino nella piccola cucina, di cui si era totalmente innamorata al primo dolce.
«Come diavolo fai a non essere nervosa?!» fu la domanda che le venne posta non appena ci mise piede e che la fece sobbalzare. «Apriamo tra dieci minuti e tu sembri camminare nel bosco con la stessa tranquillità di cappuccetto rosso!» Zack alzò un sopracciglio, pulendosi distrattamente le mani sul grembiule bianco che indossava. Miky ridacchiò nel sentirlo.
«Credo che tu abbia appena sporcato il tuo grembiule nuovo, biscottino!» lo prese in giro, imitando la sua voce al nomignolo che lui stesso le affibbiava sempre. «E cappuccetto rosso é una delle storie che più adoravo da bambina!» ci tenne a precisare, lanciando qualche occhiata alla torta in forno che cresceva in tranquillità.
«Peccato che viene mangiata dal lupo.» storse le labbra e alzò gli occhi al cielo nel vano tentativo di ripulire la macchia appena creata, perdendo quasi immediatamente le speranze.
«Sì, ma poi esce!» puntualizzò, avvicinandosi a lui con uno straccio bagnato, in suo soccorso. Poi sorrise e lo guardò dritto negli occhi. «Andrà bene, Zack! Ci siamo impegnati tanto in questi tre mesi, nulla può andare storto e sai perché? Siamo bravi! Eccome se lo siamo! Vedrai che chiederanno i nostri dolci in tutta Chicago!» lo rassicurò con dolcezza, lasciando scivolare via il tono ilare dapprima usato. Niente prese in giro, Michaela ci credeva davvero nelle loro capacità.
Quando Zack aveva deciso di lasciare il Dalthon Hotel e aiutarla in cucina, lei non aveva esitato un attimo ad accettare la sua offerta. Certo, a volte bruciava ancora qualche impasto ed era un vero e proprio trapano per le sue povere orecchie ma si fidava di lui e della sua collaborazione; della certezza che non l'avrebbe abbandonata mai in quel viaggio. L'aveva aiutata a dirigere i lavori per trasformare la vecchia caffetteria in quella che era diventata una pasticceria a tutti gli effetti e non si era assentato nemmeno un giorno, anche se l'abitudine di arrivare in ritardo non l'aveva ancora persa, nonostante le tante ramanzine subite da lei e da Jane, ormai rassegnate.
«Magari cerca di non bruciare niente almeno oggi!» la voce spensierata di quest'ultima proruppe all'improvviso. La ragazza piombò nelle cucine quasi saltellando e lasciò andare un sospiro felice subito dopo essersi seduta sul bancone, con le gambe a penzoloni.
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Love Yourself.
RomanceIl coraggio più grande risiede nell'essere se stessi; imperfetti, originali, unici. Michaela poteva dire di possedere tutti e tre gli aggettivi, ma se si parlava di amare la donna che vedeva allo specchio, allora preferiva voltare il capo ed ignorar...