Capitolo 5.

508 83 207
                                    

"A volte, un momento, restituisce tutto quello che molti anni hanno tolto."

•Lucifera all'azione

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

•Lucifera all'azione.

Una mattinata piuttosto stressante era volata in un tempo pari a un secondo e Liam proprio non riusciva a spiegarselo. L'attimo prima aveva aperto gli occhi nel suo enorme letto mezzo vuoto e l'attimo dopo si era ritrovato pieno zeppo di contratti che cercavano la sua approvazione. Stanco, era decisamente stanco di affrontare quella monotonia che lo stava trasportando sempre di più a una crisi di nervi. Anche in quel momento, mentre camminava nella hall con assoluta risolutezza, il suo cipiglio alzato non mancava occasione d'imbattersi nei dipendenti più sfaticati e farli scattare come una molla. A volte si perdeva a guardarli, non capiva come riuscivano a buttare la loro vita in qualcosa che non li rappresentava, che li rendeva infelici e frustrati. Certo, lui era stato agevolato dalla propria famiglia che non gli aveva mai negato niente, ma quello che aveva costruito negli anni era nato tutto dalle sue mani; nessun aiuto speciale, nessuna quota investita dalla sua famiglia. Semplicemente aveva usato tutto il suo potenziale per diventare il burattinaio più bravo del circo, muovere i fili e creare uno spettacolo favoloso. Poi, però, c'era il lato di se stesso che lui non lasciava mai vedere a nessuno. Nessun dramma che gli complicasse troppo la vita o il modo di porsi alle persone, semplicemente la brutta sensazione che gli prendeva allo stomaco ogni volta che raggiungeva l'ultimo piano di quel castello dorato, da solo. Svegliarsi presto la mattina nel silenzio più assoluto e nel freddo delle lenzuola di raso nere, sistemarsi la cravatta senza neanche aver pensato di fermarsi un secondo di più a fare colazione... Quella tremenda paura della solitudine che lui stesso aveva provato a colmare con relazioni false, finte come i complimenti che tutti ostentavano nei suoi confronti solo perché aveva potere. Ecco, Liam avrebbe tanto preferito rinunciare al suo grande potere e avere quell'amore che tante volte aveva visto trapelare negli sguardi di suo padre e sua madre. Oh, un amore come quello sarebbe stato difficile da trovare, lo sapeva bene, eppure continuare a sperarci lo rendeva meno isterico, o meglio, riusciva a tenerlo lontano dalla via che aveva intrapreso il suo migliore amico; infinite vacanze, yacht e donne al suo comando non facevano per lui.

«Ehi, tu! Staʼ più attento a dove metti i tuoi enormi piedi!» una voce squillante, che lui paragonò tranquillamente a quella di un antifurto, lo costrinse ad arrestare la propria rotta e ad abbassare lo sguardo.

«Che ci fa un mostriciattolo come te nel mio albergo?» sollevò immediatamente un sopracciglio nel vedere la bambina davanti a sé. Aveva un qualcosa di familiare, sfortunatamente non riuscì a capire bene che cosa.

«Si dia il caso che io sia bellissima, e che sia qui perché mia sorella ha dimenticato di venire a prendermi.» la superiorità che usò per incrociare le esili braccia quasi spaventò il grande capo. «Ti sembra normale lasciarmi a scuola per ore? La solita irresponsabile!» sbuffò sonoramente e senza aspettare che l'uomo spiaccicasse parola, si accomodò sulla poltrona dell'ingresso.

Love Yourself.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora