CAP 5:
"Fabienne Moreau ed aveva origini francesi, era una donna di circa 40 anni, era un avvocato.." affermò Christin entrando in ufficio, riferendosi alla vittima della sera precedente.
"Sì zio, lo sappiamo" l'interruppe Daphne, sorpassando lo zio sventolandogli dei fogli sotto il naso "Io invece ho fatto delle ricerche ben accurate e ho scoperto che era andata al ristorante con un uomo giovane, dagli occhi azzurri e i capelli neri.. A quanto pare un uomo affasciante e che faccia cadere le donne ai suoi piedi con un semplice sguardo.."
"Wow, come siamo precisi! Sai quante persone hanno i capelli neri e gli occhi azzurri a Vienna?" ironizzò Christian.
"Lo sai quanti uomini ci sono a Vienna? Almeno così sappiamo come moverci e sapere chi cercare e fare ricerche approfondite.." rispose Daphne.
"Scusate il disturbo, ma qui c'è il signor Paolo Greco, dice di conoscere la signora Rossi." Affermò Kunz entrando seguito da un ragazzo dai corti capelli castani e mossi, occhi piccoli e castani, labbra sottili e aveva due particolari nei vicino al labbro inferiore.
"Piacere, mi chiamo Paolo Greco" disse avvicinandosi ad Alex tendendogli la mano, che la strinse immediatamente, per poi, con un gesto, invitarlo a sedere su una sedia difronte a lui "Sono il figlio della signora Rossi" disse sedendosi e incrociando le mani sulla scrivania.
Christian, Daphne e Kunz si gurdarno sbalorditi.
Un figlio? Avevamo fatto molte ricerche, sapevamo che la signora Rossi era stata sposata e poi divorziata, ma dei figli nessuna traccia.
"Figlio? Abbiamo fatto molte ricerche, ma..." cominciai.
"Mia madre mi partorì e mi diede in adozione in modo clandestino.." cominciò "me lo ha detto la mia madre adottiva in questi giorni, quando abbiamo sentito la notizia della morte della signora Rossi al telegiornale.."
"E cosa le ha raccontato a riguardo?" chiesi ancora più curioso "Le ha raccontato qualcosa nello specifico? Se per cao la sua madre adottiva ha conosciuto la naturale.."
"Sì" m'interruppe "Si conoscevano perché mia madre aveva conosciuto la signora Rossi al parco un giorno, ed era in cinta di me. Mia madre espresse il desiderio di avere un figlio e la signora Rossi le disse chiaramente che poteva avere il suo senza problemi, se si sarebbe rivolta alla persona che le avrebbe indicato, e così fu."
"Lei sa chi ha la persona alla quale sua madre si è rivolta?" chiese Daphne avvicinandosi a me.
"No, e non credo che lo direbbe nenche a voi, neanche sotto tortura." Disse chiaramente il ragazzo.
"D'accordo, la ringraziamo" dissi stringendo la mano al ragazzo, per poi vederlo allontanarsi.
"Io mi metto al lavoro e cerco di capire chi è questa persona!" disse Daph avvicinandosi alla scrivania per poi sedersi e cominciare a maneggiare il computer.
Non sapevo cosa Daphne stesse facendo esattamente, come si stesse muovendo e cosa stesse cercando, ma non m' importava perché la stavo osservando nei suoi movimenti: osservava lo schermo del computer con attenzione, scriveva qualcosa facendo premere le dita sui tasti della tastiera, faceva scorrere la rotellina del mouse e alternava la posizione, prima il mento poggiato sulla mano, appoggiava la schiena sullo schienale della sedia, si stiracchiava e ricominciava di nuovo.
"Alex! ALEX!" sentii chiamarmi.
"Sì?" chiesi guardando Chrisian.
"Ma dormi? Il telefono squilla!" disse indicando il telefono che, solo allora, mi accorsi che squilava.
"E non potevi rispondere tu?" chiesi irrirato.
"No!" rispose secco.
"Perché?" chiesi allargando le braccia.
"Perchè è il tuo telefono che squilla e tu devi..."
"Ufficio del commisario Brantner, parla Kunz" disse improvvisamente il collega rispondendo al telefono e interrompendo la converszione tra me e Christian.
"Sì, d'accordo, mi può dire dove?..... Ok la ringrazio, riferirò al collega!" affermò Kunz terminando la telefonata per poimettere giù la cornetta "Ci voleva così tanto ad alzare una misera cornetta del telefono?" commentò per poi sbruffare.
"Chi era al telefono?" chiese Cristian.
"Era la polizia: hanno trovato un cadavere al lago, a quanto pare una ragazza." Rispose
CHRISTIAN'S POV:
"Allora Leo, cosa ci dici?" chiesi al dottore della scientifica che aveva appena finito di esaminare il corpo.
"Un colpo di pistola alla tempia. È morta sul posto." Mi rispose secco "Ora devo andare, ho lasciato mia nipote da sola a casa da sola a fare i compiti." Concluse allontandosi.
"Poverina, un ragazza così carina!" affermò Alex osservando il viso pallidissimo della ragazza che aveva gli occhi chiusi.
"Commissario! Ho trovato questa cartellina nella borsa!" affermò un collega porgendo il materiale inserito in una bustina di plastica.
"Grazie" rispose Alex "Adesso andiamo in ufficio e le analizziamo!"
In macchina, mentre Alex guidava e Rex era seduto accanto a lui, io ero sul sedile poteriore e, accanto a me, c'era la bustina di plastica. Intravidi la carta d'identità, probabilmente della ragazza, per metà aperta e decisi di apirla, manggiando la busta per evitare di metterci la pelle, lasciando le mie impronte digitali.
"Christian, che stai facendo?" mi chiese Alex, probabilmente incuriosito dal rumore della busta.
"So controllando i documenti.." risposi tranquillamente, causando una fenata brusca.
"Alex, ma sei matto?" gli chiesi guardandolo.
"No, qui il matto sei tu!" rispose girandosi. "Non puoi toccare i documenti, Christian!"
"Lo so, non sono scemo! È per questo che sto maneggiando la busta, proprio per evitere di lasciare le mie impronte digitali!" spiegai, per poi sospirare e prendere il cellulare.
"E ora che fai?" rispose ancora stizzito Alex. Gli feci segno con la mano di star zitto e cominciai a parlare.
"Ufficio del commissario.."
"Daph, sono io, Christian" la interruppi.
"Dimmi"
"Segnati questo nome: Carly Johnson, è una psicologa."
"Ok..Ah, mi passi Alex, per favore?" mi chiese improvvisamente.
"Non lo puoi dire a me?" chesi stizzito.
"Mi dispisce, non sei il commissario!" mi rispose acida.
Sbuffai e passai il telefono ad Alex che, dopo aver ascolatato Daph, rispose con un 'va bene, decidi tu', per poi passarmi nuovamente il telefono e ricominciare a guidare.
"Daph ha trovato l'uomo che cercavamo, quello della nascita clandestina. Le ho detto di farlo venire in commissariato."
"Ma perché non lo ha detto a me?" chiesi nuovamente a lui, sperando di ricevere una risposta.
"Ah, non lo so!" rispose riendo sotto i baffi.
Sicuramente Daph avrà fatto una delle sue solite e stupide battute!