Qualche volta ti chiedi se quello che accade è segno del destino o è solo coincidenza. Io la penso così.
Ero sull'aereo seduta sul comodo seggiolino vicino al finestrino, mentre aspettavo che gli altri passeggeri salissero sul veicolo per poi prendere posto. I miei lunghi capelli lisci e castani chiaro erano raccolti un uno chignon al centro della testa, poco sopra la nuca. I miei occhi azzurri erano concentrati nella lettura di un semplice giornale che avevo acquistato poco prima, mentre le mie dita lunghe e affusolate sfogliavano delicatamente le pagine. I piedi erano poggiati sul poggiapiedi del sedile difronte al mio: intendiamoci, i tacchi non sono abbastanza comodi come scarpe! Indossavo un semplice tailleur beige: la giacca l'avevo appoggiata sulle mie gambe, avvolte da una gonna a tubino con la vita alta ed indossavo una camicia bianca.
"Posso?" mi chiede improvvisamente un ragazzo sorridendomi. I suoi capelli erano corti e castano scuro che permettevano di far risaltare i suoi occhi di un color verde scuro con striature castane.
Acconsentì sorridendo e, non appena lui si sedette vicino a me, le hostess stavano mostrando come usare giubbotti e mascherine in caso di incidente aereo: stavamo per decollare.
Era passato più o meno una mezz'oretta da quando mi ero addormentata, quando fui disturbata dalle lamentele di un bambino.
"Ma cosa succede?" chiesi guardandomi intorno.
"Quel bambino lì avanti sta piangendo perché... perché.." tentennò il ragazzo seduto vicino a me.
"Perché.." lo incitai.
"Bhè, a dir la verità non si sa perché. Credo che sia quello che tutti stanno cercando di capire. La hostess gli ha dato molti libri, quaderni e colori, ma il bambino ha continuato a strillare." Mi informa.
"Capisco. Senta, dovrei uscire e..." Lui capì subito e si alzò dal seggiolino ed io lo seguì poco dopo. Attraversai il corridoio tra i seggiolini dell'aereo, per poi arrivare al posto dove era seduto il bambino che piangeva ancora circondato da due hostess che cercavano di distrarlo.
"Hey piccolo, cos'hai?" chiesi al bambino abbassandomi per raggiungere la sua altezza.
"Mi sto annoiando!" mi rispose il bambino guardandomi con gli occhi ancora bagnati dalle lacrime.
"Vorresti farmi un regalino? Mi faresti un bel disegno?" gli proposi sorridendo.
"Cosa devo disegnare?" mi chiese tirando su con il nasino
"Quello che vuoi" gli risposi facendo spallucce.
"Ma non so cosa disegnare!" si lamentò.
"Allora.. disegna un albero, ok?" proposi
Il piccolino abbassò il tavolino del seggiolino difronte al suo, prese un foglio e cominciò a concentrarsi sul disegno da fare.
Mi recai presso il mio posto e mi sedetti.
"Come hai fatto?" mi chiese il mio 'vicino di seggiolino', meravigliato per aver fatto calmare il piccolo.
"Segreti del mestiere" gli risposi con un sorriso accompagnato da un occhiolino. Lui sorrise e scosse la testa.
"Invitiamo i gentili passeggeri di spegnere cellulari e apparecchi elettronici e di allacciare le cinture di sicurezza. Stiamo per atterrare all'aeroporto di Vienna" Disse improvvisamente la voce metallica dell'hostess.
"Finalmente, Daphne!" mi disse Charlotte non appena mi vide arrivare con il mio piccolo trolley rosso.
"Scusami, ma la valigia non arrivava!" Charlotte sospirò, poi mi sorrise e mi invitò ad uscire dall'aeroporto per poi recarci verso la sua macchina.