CAP 10

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DAPHNE'S POV:
"COSÌ QUELLO STRAFIGO DEL COMMISSARIO TI HA BACIATA?? WO DAPH, FACCIAMO PROGRESSI!" urlò Char.
Ero con lei e Mark in un ristorante italiano per pranzo, e stavo raccontamdo loro quello che era successo con Alex.
"Char, anche il Papa che è a Roma ti ha sentita! Abbassa il volume della voce!" La ripresi e Mark rise per la mia battuta.
"Allora, come va con le indagini? Ho saputo che avete interrogato Fisher." Intervenne Mark.
Finalmente qualcuno che parlava di un argomento decente, ma soprattutto interessante.
"Sì" risposi "Ma ci ha solo confeato ciò che ci aveva detto il figlio della signora Rossi, la prima vittima, però non deve lasciare Vienna"
"Povere donne.." affermò Char, prnsando alle vittime del caso.
"E l'assassino non ha lasciato alcuna traccia di sè?" Chiese ancora Mark.
"Nulla" feci spallucce "Ma ce la stiamo mettendo tutta per scoprire qualcosa su di lui o lei.. insomma, sull'assassino" affermai.
Dopo pranzo, Mark accompagnò prima Char a casa sua e poi me in commissariato.
"Grazie per il passaggio" sorrisi prima di scendere dalla vettura.
"Figurati.. ah Daphne" mi chiamò.
"Sì?" Risposi appoggiandomi al finestrino della macchina.
"Stasera ti va una pizza?" Mi chiese.
"A dir la verità non so.. ti faccio sapere in tempo oggi pomeriggio" indugiai.
"D'accordo, ci sentiamo allora!" Mi salutò facendomi l'occhiolino e allontanandosi.

"Alex, stasera devo essere libera" avvisai il mio collega.
"Ehm, Daph, ho già preso quattro biglietti del cinema.. lo spettacolo è alle 20:30 e dobbiamo andare con i miei.." mi rispose dispiaciuto.
Sospirai. Tutto a me doveva capitare!
"Va bene, tranquillo." Risposi allontanandomi per avvisare Mark con un messaggio.

ALEX'S POV:
"Il film era davvero bello! Pieno di souspance e colpi di scena!" Affermò Daphne non appena uscimmo dal cinema. Eravamo andati a vedere Gone Girl-L'amore bugiardo sotto consiglio di Daph.
"E lei? Una psicopatica!" Affermò mamma prendendo sotto braccio la mia pseudo fidanzata.
"Questo film, allora, conferma che voi donne siete delle psicopatiche.." feci una riflessione ad alta voce, ricevendo un batti cinque da papà.
"Hey!" Fece finta di offendersi Daph, mettendo il broncio.
Tutti ridemmo per la scena.
Mi avvicinai a lei, con due dita le alzai il viso dal mento in modo tale che i suoi occhi incrociassero i miei.
"Tu sei la mia psicopatica, e di nessun altro" sussurrai per poi baciarla dolcemente.
"Sai di pop corn" affermó Daph non appena terminammo di baciarci.
Sorrisi e lei sorrise con me.
"Ora che volete fare?" Chiese papà.
"Io ho voglia di pizza.." affermò mamma.
"Io invece sono stanco.." affermai stropicciandomi gli occhi.
"Ok, allora noi andiamo in pizzeria e voi a casa?" Ci disse papà.
"Sì, ci vediamo dopo!" Affermai scambiandoci i saluti.

"Dove dovevi andare stasera? Che impegno avevi?" Chiesi mentre mi infilavo i pantaloni della tuta che usavo come pigiama.
"Oh, Mark mi aveva offerto una pizza, e credo che ci sarebbe stata anche Char" rispose Daphne dal bagno a voce alta, in modo tale che la sentissi. "Perchè me lo hai chiesto?" Chiese uscendo dal bagno con la mia maglia-pigiama.
"Curiosità" risposi stendendomi sul letto a pancia in su, afferrando il mio solito libro. Daphne me lo tolse dalle mani e lo posò sul comodino.
Non appena allungai il braccio per afferrarlo, la ragazza mi bloccò le braccia vicino alla testata del letto. La sua corporatura minuta nascondeva il fatto che fosse molto forte.
"Sicuro che sono una psicoptica?" Chiese con una espressione da furbetta.
"Sì" risposi.
Con un colpo di fianchi ribaltai le posizioni: questa volta ero io a bloccare Daph per i polsi alla testata del letto e lei mi guardava con uno sguardo perso, non capendo cosa stesse succedendo.
"Ora lo psicopatico sei tu!" Affermò facendomi ridere e lei mi seguì.
Solo allora potei vedere i suoi occhi azzurri che brillavano come il mare calmo d'estate durante il tramonto, illuminato dai raggi solari; i lineamenti del viso che la facevano sembrare una bambina; il naso piccolo a patatina; le labbra sottili e rosee che formavano delle piccole fossette quando sorrideva.
Interruppi i miei pensieri e la bacciai. Inizialmente sentii Daph tesa ma, successivamente, si rilassò e me ne accorsi perchè alzò leggermente la gamba destra, toccando la mia.
Mentre approfondimmo il bacio, lasciai liberi i polsi di Daph e mi appoggiai sulle mie braccia per non far pressione sul corpo della ragazza. Lei mi accarezzò le braccia, poi mi avvicinò a sè facendo scorrere le mani tra i miei corti capelli.
Ci staccammo per prender fiato e ci guardammo negli occhi.
Silenzio.
"N-non ci sono i tuoi genitori qui.." affermò con un sussurro e con lo sguardo leggermente impaurito.
"Sì, scusami, è che io.." scesi dal corpo di Daphne e mi stesi accanto a lei, poggiando la schiena sulla testata del letto e facendo scorrere le mani sulla faccia.
"Quindi io ti piaccio?" Chiese improvvisamente guardandomi. Spostai le mani e ricambiai lo sguardo.
Io non le risposi, ma la risposta era ovvia.
Non ricevendo una risposta, si mise a cavalcioni su di me e mi ripetette la domanda.
"Allora?" Indugiò.
Feci un con la testa e lei mi prese il viso fra le sue delicate mani e ricominciammo a baciarci.
A tentoni cercai l'interruttore e spensi la luce, per poi pian piano scivolare sul letto stendendomi e, con me, portai Daph, senza interrompere il nostro bacio.

Un amore inaspettatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora